Il fondamentalismo capitalista dei disastri

... e alla fine mi sono occupata anche di economia xD

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L'idea che sia utile fare tabula rasa per costruire da zero e che i disastri (cataclisma naturale, guerra, terrorismo) siano fondamentali, è l'idea base  del fondamentalismo capitalista del libero mercato che sfrutta cinicamente i disastri a vantaggio di pochi, portando ad altri disastri.

Tra coloro che videro opportunità nei disastri ci fu Milton Friedman, il leader del movimento per il capitalismo sfrenato. 



Il "capitalismo dei disastri" sono raid orchestrati contro la sfera pubblica in seguito ad eventi catastrofici, che vede i disastri come splendide opportunità di mercato.

Friedman e i suoi seguaci attendevano il verificarsi di crisi o di shock, per sfruttare le risorse dello Stato per ottenere un guadagno personale mentre la collettività è ancora disorientata, e poi agire per rendere permanenti le riforme.
In uno dei suoi saggi, Friedman osservava che soltanto una crisi (reale o percepita) produceva un vero cambiamento.
Friedman imparò a sfruttare uno shock e una crisi già dagli anni Settanta quando era consigliere del dittatore cileno Pinochet (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/i-crimini-del-dittatore-cattolico.html). Friedman è l'ideatore del "trattamento shock" economico che i governi hanno imposto nei programmi di libero mercato.
Molti, già all'epoca di Pinochet, vedevano un legame tra gli shock economici che impoverivano le persone e la diffusione della tortura che puniva i dissidenti.
Anche in Iraq è stata imposta una "Shock terapia economica": privatizzazione selvaggia, un governo di proporzioni ridottissime.
Quando gli iracheni opposero resistenza, furono rastrellati e portati in prigione.
Anche in Sri Lanka e a New Orleans dopo i disastri degli tsunami e dell'uragano la "ricostruzione" spazzò via quanto restava della sfera pubblica: paura e disordine sono i catalizzatori per ogni nuovo balzo in avanti.
Il fondamentalismo capitalista alla Milton Friedman ha sempre avuto bisogno di disastri per imporsi. La tortura viene spesso commessa con l'intento deliberato di terrorizzare l'opinione pubblica per preparare "le riforme" radicali in senso liberista. In Argentina, negli anni Settanta, la sparizione di 30mila persone fu un passo essenziale per l'imposizione di politiche ispirate alla scuola di Chicago, che seguiva gli insegnamenti economici di Friedman.
In Cina, lo shock del massacro di piazza Tienanmen permisero al partito comunista di trasformare la Cina in una zona di libera esportazione, con lavoratori troppo spaventati per rivendicare i loro diritti.
George Bush era fra i cosiddetti neoconservatori che propugnavano una rivoluzione economica basata sulla "shock terapia".
"L'Iraq è stato meglio del previsto". con queste parole un analista finanziario ha definito un periodo molto positivo per l'industria energetica Halliburton, parlando di una guerra che nel 2006 aveva provocato 3709 civili iracheni morti. Questa guerra aveva generato 20 miliardi di dollari in ricavi per questa azienda.
Fra il commercio d'armi, i soldati privati, la ricostruzione for-profit e l'industria della sicurezza nazionale, il risultato emerso dall'impronta data dall'amministrazione Bush alla shock-terapia post-11 settembre è una nuova economia pienamente articolata.
La dottrina dello shock imita alla perfezione il processo di shock ottenuto dalle torture fisiche. Lo shock dell'11 settembre ha portato un forte disorientamento e regressione che Bush ha sfruttato con abilità.
è così che funziona il capitalismo dei disastri: il disastro originario (colpo di Stato, attacco terroristico, crollo del mercato, evento climatico disastroso) getta l'intera popolazione in uno stato di shock collettivo. Così è più facile che le persone sotto shock si rassegnino a perdere cose che prima avrebbero difeso con i denti.
Questo fondamentalismo capitalista è stato invariabilmente partorito dalle più brutali forme di coercizione, inflitte sul corpo politico collettivo come sui corpi individuali.

Tutte quelle ideologie i cui seguaci disprezzano la diversità, invocano una tabula rasa per edificare un "mondo perfetto", conducono inevitabilmente alla violenza. Le ideologie (spesso infarcite di fantasie religiose di inondazioni ed incendi) che aspirano ad "un foglio bianco" per costruire tutto da capo e che necessitano di cataclismi, sono ideologie pericolose.
Ideologie ed interpretazioni dottrinarie, autoritarie, contrarie al pluralismo, hanno condotto tutte ai genocidi.