Breve Storia dell'Ingegneria (riassunta da una Donna senza laurea, LOL)
Antefatto: se non fossi stata sminuita su youtube da un tale che sosteneva che "io e altri eravamo invidiosi del suo titolo di laurea" 😂, non mi sarei granché interessata all'Ingegneria. Già qualche anno fa avevo dato un'occhiata alle materie STEM, più per la faccenda del divario di genere, che non perché volessi davvero avere una bibliografia a tema divulgazione scientifica.
Avevo visto, preso atto che la percentuale delle donne che si dedica all'Ingegneria è davvero molto bassa, e transitato altrove, come si suol dire.
Almeno fino a che tizio (che, per dovere di cronaca, dopo le mie risposte argomentate, ha corretto il tiro delle sue affermazioni) non mi ha inzigato con questa storia della laurea in ingegneria, e così, io, unicamente per Orgoglio 😁, come direbbe Mirandolina, "mi ci sono messa di picca"
e in un mese di full immersion ho appreso un bel po' di roba sulla storia dell'Ingegneria. 😀
Insomma, Piccola Emma Strada cresce.
Perché se progettare ponti con i calcoli necessari non è alla portata di tutti (e a me non interessa diventare Costruttrice di Ponti), una storia dell'Ingegneria su ponti e grattacieli, dighe e miniere è alla portata di tutti.
E infatti sto già preparando diversi scritti sull'argomento (su bibliografia di Sua Maestà Mario Salvadori 😉, eh sì, sturatevi le orecchie, classisti, sono partita proprio da Mario Salvadori... insomma, le fondamenta le edifichiamo fin dal principio in maniera solidissima! Tipo cemento armato lunariale 😁😂)
dove dimostrerò a tutti che se mi gira il ticchio divento Bibliomane anche in Storia dell'Ingegneria! 😘
i miei primi schemini in Ingegneria 😁
Info tratte da
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"L'Ingegneria è fondamentalmente un'arte democratica, uno strumento di civilizzazione destinato a servire il popolo intero. Analogamente, la sua crescita esige l'appoggio della massa."
CAPITOLI I-II-III-IV-V
Il termine "ingenieius" da cui deriva "ingegnere" nel XIII secolo identificava colui che, operando con ingegno, inventava e costruiva macchine. L'antenato del moderno ingegnere meccanico fu il costruttore di mulini.
Il prototipo degli ingegneri, il maestro costruttore, era già presente nelle civiltà antiche: in Mesopotamia, Hammurabi era re e direttore dei lavori ingegnistici, e il costruttore era detto "Batu"; gli Assiri guidati da re Sennacherib realizzarono l'acquedotto di Jeruan che convogliava acqua limpida e montana dalle colline del monte Tas a Ninive. Babilonia era famosa ovunque per i suoi favolosi giardini pensili.
In Egitto il nome di Imhotep fu divinizzato: capo dei sacerdoti, medico-mago, direttore di tutti i lavori del faraone, mentre un certo Uni ebbe come compito il sovrintendere alle terre irrigate.
Ineni e Senmut furono due nobili capi dei lavori della XVIII Dinastia e si dedicarono agli obelischi.
I Greci coniarono il titolo di "Architekton", cioè "super-artefice" delle arti pratiche dette "Tektonia": Crate da Calcide fu molto stimato come perito nello scavare miniere e gallerie.
L'autore romano Vitruvio, il cui "De architectura" pervenne fino a noi, disse che era consuetudine dei Greci affidare i loro lavori a capicostruttori di buona famiglia. Uno dei più antichi Architekton della galleria fu Eupalino di Megara.
Benché vivessero in case semplici, i Greci costruirono alcuni dei più splendidi tempi ed edifici, utilizzando soltanto pilastri, trave o architrave, che ebbero il loro apice nei periti costruttori Mnesicle e Ictino.
Un altro campo dell'ingegneria dove i Greci fornirono il loro contributo fu l'urbanistica: tra i primi a farne pratica fu Ippodamo.
Altri nomi importanti furono Cleone, Archimede ed Erone; ma furono i Romani ad essere considerati i più grandi fra gli ingegneri antichi, per le loro strade, ponti e acquedotti sparsi per il mondo.
La mentalità romana era pratica: gli Agrimensores erano i geometri dei terreni, i Libratores erano i livellatori, i Mensores i misuratori, l'aquelegus si occupava degli acquedotti, il viarum curator era il sovrintendente delle strade. L'Architectus era il titolo romano riecheggiante l'Architekton greco.
Fu Appio Claudio l'ingegnere che diede il suo nome a due opere storiche romane: la via Appia e l'acquedotto Appio. Fu poi sotto la direzione di Agrippa che vennero costruiti a Roma due nuovi acquedotti: l'Aqua Iulia e l'Aqua Virgo.
Durante il regno di Nerva, Frontino venne nominato direttore del rifornimento idrico di Roma; purtroppo però non abbiamo il nome di chi progettò l'acquedotto di Segovia.
Con Adriano viene data una notevole spinta al progresso delle costruzioni romane, tanto che in poco più di venti anni del suo splendido regno furono fra i più importanti per l'architettura.
Col termine "ingenium" al tempo di Tertulliano, si indicavano "gli ingegni di guerra", le catapulte.
CAPITOLO VI
Nel Medioevo sorge l'ingegneria militare, con l'invenzione di diversi apparecchi per lanciare pietre, proiettili infuocati come la catapulta, il trabucco e la balista, mentre da parte del movimento religioso viene la spinta per l'erezione delle cattedrali gotiche.
I mulini ad acqua trovarono nuove applicazioni: nacque il mulino a vento.
Sono pochi i nomi che ci sono giunti dei maestri nell'arte muraria che fabbricarono castelli e fortezze: uno di loro fu Ailnoth, direttore delle costruzioni a Westminster e del castello di Windsor.
Villars de Honnecourt, in attività intorno al 1230, si dedicò a problemi di misurazione come la valutazione della larghezza di un corso d'acqua senza attraversarlo.
CAPITOLO VII
Durante il Rinascimento la figura dell'ingegnere si identificò con quelle dell'architetto e del meccanico.
Le conoscenze venivano tramandate sotto forma di trattati, in pregiosi manoscritti corredati da apparati iconografici pieni di palazzi e macchine belliche.
Leonardo da Vinci resta il protagonista principale del sapere tecnico rinascimentale ma vi furono molti altri ingegneri: Mariano di Iacopo, detto il Taccola, che si formò alla bottega di Iacopo della Quercia e scrisse due trattati: il De Ingeneis e il De Machinis, Francesco di Giorgio (che ci lasciò quattro opere), Vannoccio Biringuccio (che si occupò di metallurgia e pirotecnica), Baldassarre Peruzzi (che si occupò di dighe)
ALTRO APPROFONDIMENTO SULL'INGEGNERIA NEL RINASCIMENTO
Tratto da
Pagina X
"Anche se quasi tutti gli scienziati del Seicento hanno studiato all'università, sono pochi i nomi di scienziati la cui carriera si sia svolta per intero o prevalentemente all'interno dell'università. Le università non furono al centro della ricerca scientifica. La scienza moderna nacque al di fuori dell'università, spesso in polemica con esse e si trasformò nel corso del Seicento e più ancora nei due secoli successivi in un'attività sociale organizzata in grado di darsi sue proprie istituzioni."
Pagine 35-36-37
Nel 1580 Bernard Palissy in polemica contro i professori dell'università si domandava: "è possibile che un uomo possa giungere alla conoscenza degli effetti naturali senza aver mai letto libri scritti in latino?" Palissy era un apprendista vetraio che era diventato famose per le sue innovazioni nel campo della ceramica. Progettò anche delle macchine che però non riuscì a costruire e morì alla Bastiglia sul finire del '500. Tempo dopo divenne famoso un testo sul magnetismo scritto da Robert Norman, un marinaio che dopo vent'anni trascorsi sulle navi si era dedicato alla costruzione e commercio delle bussole. Norman descriveva se stesso come "matematico non istruito" e raccolse una gran quantità di osservazioni nel corso della sua vita. Nel "De tradendis disciplinis" (1531) Juan Luis Vives, che pure era un uomo alla corte inglese, invitava a occuparsi di macchine, di tessiture, di agricoltura e navigazione: l'uomo di lettere doveva entrare nelle officine e nelle fattore, imparando dagli artigiani; per Vives la scienza della natura non era monopolio di filosofi e dialettici.
In quel periodo, diversi testi del '500 che riprendevano testi classici si rivolgevano al pubblico degli artigiani; per esempio Jean Martin tradusse per gli operai (che non comprendevano il latino) in francese i trattati sull'architettura di Vitruvio. Rivius che presenta Vitruvio in tedesco, si rivolge ad artigiani, scalpellini, architetti, tessitori.
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Nel '400 e nel '500 si leggono soprattutto le opere di Euclide, Archimede, Erone, Vitruvio e la letteratura di questo periodo produrrà soprattutto trattati di carattere tecnico: i trattati sulle macchine di guerra di Konrad Keyser, le opere sull'architettura di Leon Battista Alberti, del Filarete, di Giorgio Martini, il libro sulle macchine militari di Roberto Valturio da Rimini, i trattati di Dürer sulle geometria descrittiva e le fortificazioni, la Pirotechnia di Vannoccio Biringuccio, l'opera sulla balistica di Niccolò Tartaglia (Nota di Lunaria: altro matematico nato povero, con un grave problema alla mandibola causatogli da una sciabolata che gli impediva di parlare correttamente e che fu autodidatta in matematica), i trattati di ingegneria mineraria di Giorgio Agricola ("De Re Metallica", "De ortu et causis subterraneorum"), i libri sulla Meccanica di Stevinus, i trattati di navigazione di Hariot e Hues. Ci si dedica alla progettazione di macchine, strumenti bellici di offesa e difesa, lo studio di fortezze, canali, dighe, estrazioni dei metalli.
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Nel Trecento l'arte era considerata un'attività manuale. Quasi tutti gli artisti del primo '400 erano o erano nati in famiglie di artigiani, contadini: Andrea del Castagno era figlio di un contadino, Paolo Uccello di un barbiere, Filippo Lippi di un macellaio, i Pollaiolo, come dice il nome, di un venditore di polli.
Scultori e architetti erano membri delle corporazioni minore di muratori e carpentieri, mentre i pittori erano classificati nelle corporazioni maggiore di medici e speziali insieme ad imbianchini e macinatori di colori. Era nelle botteghe che si iniziavano i lavori manuali come la macinazione dei colori e la preparazione delle tele.
è nella metà del '500 che i lavori di tipo artigianale non appaiono più adatti "allo status dell'artista".
Per altri approfondimenti vedi anche:
LE DONNE LAVORAVANO NEI CANTIERI?
Sì. Per approfondimenti suggerisco di leggere "La Donna al Tempo delle Cattedrali". Le donne lavoravano come muratrici nei cantieri per l'edificazione delle cattedrali.
Per quanto riguarda "Storia dell'Ingegneria" a pagina 142 si parla di seicento donne assoldate, insieme a dieci\dodicimila operai, per la costruzione del Canal du Midi (iniziato nel 1666)
Le più grandi invenzioni dell'ingegneria sono state acquistate dopo l'esperienza, con tentativi ed innumerevoli errori, piuttosto che come sforzi per trovare applicazioni di una anticipata conoscenza delle leggi naturali; del resto, i primi costruttori medievali delle immense cattedrali gotiche, erano artigiani.
CAPITOLO X
Hubert Gautier è ricordato per i due libri scritti, di cui uno, "Traité des ponts" (1716) rimase un'opera di riferimento per la costruzione dei ponti.
Il libro (che mette in guardia gli ingegneri dagli imprenditori che spesso non pensano che ad arricchirsi a spese del re) portò allo sviluppo della meccanica strutturale.
Il XVIII segnò il progresso anche nella meccanica e nelle macchine per liquidi: Henri Pitot è ancora onorato come inventore del "Tubo di Pitot" e per i suoi studi verso l'efflusso dell'acqua nei fiumi e nei canali.
Pitot scrisse diversi volumi anche sulla manovra delle navi, delle pompe, e si occupò anche del drenaggio delle paludi.
Pitot fu il primo di una serie di illustri idraulici francesi, come Chézy, Darcy e Bazin; dopo Pitot, menzioniamo Bélidor il cui "Architecture hydraulique" costituisce uno dei più importanti testi ingegneristici dell'epoca, con oltre 200 splendide incisioni.
Per quanto riguarda gli studi di ponti con archi di pietra a distinguersi fu Perronet, che a Neuilly progettò un ponte di cinque arcate con campate di 36,6 metri e frecce di 9,15 (purtroppo rimosso nel 1956); l'altro capolavoro di Perronet fu il Pont de la Concorde che Perronet vide concluso quando era già molto anziano: lo vide finito nel 1791, guardandolo da una casa prospiciente la sua opera.
CAPITOLO XI
Sotto il dominio romano in Inghilterra erano state compiute numerose opere ingegneristiche ma le conoscenze andarono perdute; fu solo dopo la conquista normanna nel 1066 che si affermò il romanico inglese "ad arco tondo".
Fu durante il regno di Elisabetta I che ebbe inizio l'insegnamento dell'ingegneria: nacque la prima scuola inglese per agrimensori-matematici.
Myddelton costruì il suo famoso rifornimento idrico per Londra e fu iniziato il prosciugamento delle paludi.
Alcuni dei primi pionieri dell'ingegneria inglese cominciarono la loro carriera come fabbricanti di mulini: Brindley, per esempio, fu un fabbricante di mulini non istruito proveniente da una famiglia povera, esattamente come Rennie; Telford fu muratore mentre il padre dell'era delle ferrovie, George Stephenson fu un lavoratore carbonaio che imparò a leggere e scrivere dal figlio.
John Smeaton progettò il faro di Eddystone intagliando nelle rocce affioranti i letti per le pietre di fondamenta. La "Torre di Smeaton" fu modellata "come il tronco inferiore o fusto di una vecchia quercia" a sezione circolare e di diametro decrescente.
La luce fu accesa per la prima volta nel 1759.
A distinguersi nella progettazione di ponti furono Edwards, Labelye e Mylne.
Fu il vapore la vera rivoluzione del '700: il primo ad utilizzare il vapore fu un semplice operaio, Thomas Savery che si interessò di drenare i pozzi nelle miniere della Cornovaglia: il suo apparecchio fu una pompa a vapore brevettata nel 1698, che consisteva in un cilindro munito di valvole battenti, precedentemente riempito col vapore di una piccola caldaia.
Furono Newcomen, Boulton e soprattutto Watt a migliorare quanto fatto da Savery. Watt sviluppò una motrice a bassa pressione con condensatore che rimase come modello per tutto il XIX secolo (prima di Watt, il consumo di combustile era altissimo: si impiegavano tredici tonnellate di carbone al giorno!)
Abituati alle strade odierne, è difficile, per noi, pensare che due secoli fa le strade erano quasi intransitabili!
Uno dei pionieri nello studio delle strade fu Metcalf, che divenne costruttore di 290 chilometri di prime strade con pedaggio!
John Loudon McAdam inventò un vero e proprio metodo moderno di costruzioni stradali, che prese il suo nome: le strade "macadamizzate" sono composte da strati di pietre frantumate.
A fare concorrenza a McAdam fu Telford, un giovane nato in una capanna di fango e stoppia da una coppia di pastori in Scozia. Nel 1782 partì per Londra per studiare disegno e architettura.
Sotto la direzione di Telford vennero costruiti 1470 chilometri di strada e 1200 ponti!
Telford impiegò pietre piatte disposte sulla costa ed incuneate fra loro, formando una base solida e compatta per una copertura di pietrisco e ghiaia, nota come "Base alla Telford".
Telford fu anche tra i primi ingegneri a costruire ponti in ghisa.
CAPITOLO XII
A partire dal XIX secolo divenne più chiaro che industria e ingegneria si stavano sviluppando con caratteristiche diverse in Europa e negli Stati Uniti.
L'Inghilterra era il Paese più avanzato, seguito da Francia e Germania che però furono lenti a cambiare, visto che la loro tradizione ingegneristica era stabilizzata da tempo.
L'Inghilterra, inoltre, era una potenza colonizzatrice e i suoi banchieri finanziarono lavori in tutto il mondo, specialmente le ferrovie.
Nessuna opera ingegneristica, però, fu più complessa dello scavare gallerie. Le grandi gallerie terrestri richiedono lunghe lotte contro la pressione dell'acqua e delle rocce, mentre i lavori subacquei devono evitare gli allagamenti.
La prima galleria subacquea sotto il fiume Tamigi a Londra venne progettata da Brunel, anche se non fu facile (il fiume allagò la galleria) e il progetto fu abbandonato per sei anni.
La tecnica ad aria compressa fu inventata da Cochrane, che la brevettò nel 1830: da tempo si sapeva che l'aria poteva mantenersi sotto una coppa capovolta sommersa o un recipiente a forma di campana; era stato osservato che a mano a mano che la campana veniva affondata, la crescente pressione dell'acqua comprimeva l'aria. L'elemento principale di Cochrane fu la "chiusa pneumatica", una piccola anticamera d'entrata nello scomparto che chiudeva fuori un'area dall'aria operante sotto pressione, con due porte, una per estremità. Dopo che l'uomo era entrato nella chiusa, si serrava la porta esterna e si apriva la mandata d'aria. Quando questa aveva raggiunto la pressione interna, veniva aperto l'altro passaggio verso la zona di lavoro.
Il figlio Stephenson, Robert, ingegnere come il padre, e il figlio di Brunel furono famosi costruttori di ponti.
Brunel il Giovane progettò il Great Western, un gigante di 2300 tonnellate!
Lindley, Haywood e Bazalgette furono invece i pionieri dei sistemi fognari moderni, in un periodo dove le epidemie dipendevano e si propagandavano anche per mancanza di fogne.
Fowler e Baker si occuparono delle prime metropolitane (1860).
In Francia, Eiffel fu pioniere dell'introduzione delle strutture di acciaio in Francia. La celebre Torre, eretta per l'Esposizione del 1889 fu la sua opera più conosciuta.
CAPITOLO XIII
In America, gli ingegneri minerari americani furoni pionieri nell'Ovest. La dinamo e la luce elettrica seguivano il telegrafo nel contrassegnare la nascita dell'ingegneria elettrotecnica, ma i trasporti rimasero il principale problema.
I primi ponti vennero costruiti in legno, in una combinazione di archi e travature: il Permanent Bridge di Palmer (1805), il Colossus di Wernwag (1812) e il Waterford di Burr (1804), tre ingegneri-artigiani, molto simili agli artigiani europei del Medioevo.
SCHEMI DI PRIMI PONTI A TRAVATURE
(disegnate da me con paint, LOL 😂)
Se si dovesse fare il nome dell'ingegnere che meglio incarnò l'ingegneria americana, dovrebbe essere quello di John Bloomfield Jervis che si dedicò a canali, ferrovie, rifornimenti idrici; introdusse anche cambiamenti nelle prime locomotive.
James Finley fu invece il pioniere dei ponti sospesi, adoperando catenarie irrigidite, "cavi di tavole" che distribuivano qualunque carico riducendo così le inflessioni locali in una struttura flessibile ma provvedevano anche alla rigidezza contro l'azione del vento.
(Nota di Lunaria: Mario Salvadori nella sua intrigante introduzione all'Ingegneria "Perché gli edifici stanno in piedi" spiega molto bene l'azione del vento sulle strutture e come si contrasta)
Infine, ricordiamo il grande sviluppo dell'industria mineraria americana, che raggiunse il suo apice con la scoperta dell'oro in California nel 1848.
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