Breve Storia dell'Ingegneria (riassunta da una Donna senza laurea, LOL)

Antefatto: se non fossi stata sminuita su youtube da un tale che sosteneva che "io e altri eravamo invidiosi del suo titolo di laurea" 😂, non mi sarei granché interessata all'Ingegneria. Già qualche anno fa avevo dato un'occhiata alle materie STEM, più per la faccenda del divario di genere, che non perché volessi davvero avere una bibliografia a tema divulgazione scientifica. 

Avevo visto, preso atto che la percentuale delle donne che si dedica all'Ingegneria è davvero molto bassa, e transitato altrove, come si suol dire.

Almeno fino a che tizio (che, per dovere di cronaca, dopo le mie risposte argomentate, ha corretto il tiro delle sue affermazioni) non mi ha inzigato con questa storia della laurea in ingegneria, e così, io, unicamente per Orgoglio 😁, come direbbe Mirandolina, "mi ci sono messa di picca"  

https://teatropertutti.it/monologhi/monologhi-femminili/monologo-mirandolina-locandiera-goldoni/

e in due settimane di full immersion ho appreso un bel po' di roba sulla storia dell'Ingegneria. 😀

Insomma, Piccola Emma Strada cresce.


Perché se progettare ponti con i calcoli necessari non è alla portata di tutti (e a me non interessa diventare Costruttrice di Ponti), una storia dell'Ingegneria su ponti e grattacieli, dighe e miniere è alla portata di tutti. 

Perlomeno è alla portata di chi, come me, non tollera assolutamente di essere sminuita dal primo pincopallo laureato che passa 😡 (e lo avevo già dimostrato qui https://intervistemetal.blogspot.com/2024/05/galbraith-recensito-da-una-no-business.html) perciò sì, mi sono fatta una cultura pure su questo.

E infatti sto già preparando diversi scritti sull'argomento (su bibliografia di Sua Maestà Mario Salvadori 😉, eh sì, sturatevi le orecchie, classisti, sono partita proprio da Mario Salvadori... insomma, le fondamenta le edifichiamo fin dal principio in maniera solidissima! Tipo cemento armato lunariale 😁😂) 

dove dimostrerò a tutti che se mi gira il ticchio divento Bibliomane anche in Storia dell'Ingegneria! 😘

Anzi, deve essere chiaro, mi voglio proprio prendere l'esclusiva ed essere la prima: voglio essere la prima Donna senza laurea (che per me è un vanto 😎) ad aver fatto la full immersion in Storia dell'Ingegneria 😁

Ecco già condensato il capitolo dedicato all'Ingegneria rinascimentale tratto da


Pagina X

"Anche se quasi tutti gli scienziati del Seicento hanno studiato all'università, sono pochi i nomi di scienziati la cui carriera si sia svolta per intero o prevalentemente all'interno dell'università. Le università non furono al centro della ricerca scientifica. La scienza moderna nacque al di fuori dell'università, spesso in polemica con esse e si trasformò nel corso del Seicento e più ancora nei due secoli successivi in un'attività sociale organizzata in grado di darsi sue proprie istituzioni."

Pagine 35-36-37

Nel 1580 Bernard Palissy in polemica contro i professori dell'università si domandava: "è possibile che un uomo possa giungere alla conoscenza degli effetti naturali senza aver mai letto libri scritti in latino?" Palissy era un apprendista vetraio che era diventato famose per le sue innovazioni nel campo della ceramica. Progettò anche delle macchine che però non riuscì a costruire e morì alla Bastiglia sul finire del '500. Tempo dopo divenne famoso un testo sul magnetismo scritto da Robert Norman, un marinaio che dopo vent'anni trascorsi sulle navi si era dedicato alla costruzione e commercio delle bussole. Norman descriveva se stesso come "matematico non istruito" e raccolse una gran quantità di osservazioni nel corso della sua vita. Nel "De tradendis disciplinis" (1531) Juan Luis Vives, che pure era un uomo alla corte inglese, invitava a occuparsi di macchine, di tessiture, di agricoltura e navigazione: l'uomo di lettere doveva entrare nelle officine e nelle fattore, imparando dagli artigiani; per Vives la scienza della natura non era monopolio di filosofi e dialettici.

In quel periodo, diversi testi del '500 che riprendevano testi classici si rivolgevano al pubblico degli artigiani; per esempio Jean Martin tradusse per gli operai (che non comprendevano il latino) in francese i trattati sull'architettura di Vitruvio. Rivius che presenta Vitruvio in tedesco, si rivolge ad artigiani, scalpellini, architetti, tessitori.

Pagina 38

Nel '400 e nel '500 si leggono soprattutto le opere di Euclide, Archimede, Erone, Vitruvio e la letteratura di questo periodo produrrà soprattutto trattati di carattere tecnico: i trattati sulle macchine di guerra  di Konrad Keyser, le opere sull'architettura di Leon Battista Alberti, del Filarete, di Giorgio Martini, il libro sulle macchine militari di Roberto Valturio da Rimini, i trattati di Dürer sulle geometria descrittiva e le fortificazioni, la Pirotechnia di Vannoccio Biringuccio, l'opera sulla balistica di Niccolò Tartaglia (Nota di Lunaria: altro matematico nato povero, con un grave problema alla mandibola causatogli da una sciabolata che gli impediva di parlare correttamente e che fu autodidatta in matematica), i trattati di ingegneria mineraria di Giorgio Agricola ("De Re Metallica", "De ortu et causis subterraneorum"), i libri sulla Meccanica di Stevinus, i trattati di navigazione di Hariot e Hues. Ci si dedica alla progettazione di macchine, strumenti bellici di offesa e difesa, lo studio di fortezze, canali, dighe, estrazioni dei metalli.

Pagina 40

Nel Trecento l'arte era considerata un'attività manuale. Quasi tutti gli artisti del primo '400 erano o erano nati in famiglie di artigiani, contadini: Andrea del Castagno era figlio di un contadino, Paolo Uccello di un barbiere, Filippo Lippi di un macellaio, i Pollaiolo, come dice il nome, di un venditore di polli.

Scultori e architetti erano membri delle corporazioni minore di muratori e carpentieri, mentre i pittori erano classificati nelle corporazioni maggiore di medici e speziali insieme ad imbianchini e macinatori di colori. Era nelle botteghe che si iniziavano i lavori manuali come la macinazione dei colori e la preparazione delle tele.

è nella metà del '500 che i lavori di tipo artigianale non appaiono più adatti "allo status dell'artista".

[continua... con bibliografia di...]





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