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I primi abitatori di queste zone furono tribù paleolitiche liguri; si nota una certa affinità in alcuni vocaboli dialettali di Marnate e la parlata ligure.
A quel tempo, la Valle dell'Olona era costituita da fosse navigabili e tutto attorno, boschi e brughiere.
I villaggi erano costruiti su palafitte e dossi.
Inizialmente i Liguri erano dediti a caccia e pesca, poi divennero agricoltori: cominciò così l'opera di disboscamento.
Nel 1500 a.C attraverso le alpi Giulie giunsero gli Umbri, e arrivando a quella che poi sarà l'Umbria, portarono una nuova conoscenza: la lavorazione del ferro.
La zona compresa tra il Ticino e l'Adda prese il nome di Insubria, da Ins-Umbria, Umbria del Nord.
Nel 1200 a.C. vi fu l'influenza degli Etruschi.
Nel V° secolo a.C vi fu l'arrivo dei Galli e poi dei Romani nel 223 a.C: il territorio divenne la Gallia Cisalpina.
A quel tempo, lungo il fiume Olona, anticamente chiamato Oleunda e poi Orona, si era venuta a formare una strada che collegava l'antica Corteolona, seguendo il fiume per Milano, e su lungo la valle fino ai valichi Svizzeri.
L'origine del toponimo Marnate ha diverse interpretazioni: una propenderebbe per la derivazione da "Marinate": un certo Marino sarebbe stato uno dei primi abitatori di Marnate, da ciò sarebbe derivato "Marinate", "luogo abitato da Marino".
Nel Codex Longobardorum, del 892, troviamo la dizione "Corticellum Marinadem".
Un'altra ipotesi farebbe derivare il nome da "Marna", un calcare argilloso che veniva usato per correggere i terreni aridi onde aumentarne la produttività.
"Marnare" significa "spandere marna" e troviamo un corrispettivo con il vocabolo dialettale "Marnà"
Il primo documento storico in cui si cita Marnate è una lapide datata 1074.
Questa lapide, ora al museo di Milano, era collocata nella chiesa di S. Nazaro alla Pietrasanta di Milano, prima della sua demolizione avvenuta nel 1887-1888. Un certo Aebertus, morendo nel luglio del 1074, lasciava i suoi beni siti in Vermezzo, Gorla Minore, Casteniate, Abiate, Marnate, un mansum (podere) a Casteniate, altri a Mariano e Landriano e a Trezzo, alla chiesa di San Nazaro alla Pietrasanta con l'obbligo di suffragi per lui e il suo genitore.
All'inizio di via Indipendenza, dove si trova un bar [quando il libro è stato scritto. Nota di Lunaria] esisteva fino agli anni '60 il pozzo pubblico chiamato "Puzzà" in dialetto. Venne demolito con l'entrata in funzione dell'acquedotto civico. Per secoli quel pozzo, essendo al coperto, era servito come luogo di riposo dopo il lavoro e per scambio di notizie, come il sagrato della chiesa e a "A spazzèa", il lavatoio pubblico sulle rive dell'Olona.
Sembra il pozzo "puzzà" fosse antichissimo, tanto che lo stesso Imperatore Barbarossa si era fermato lì a bere, dopo la sconfitta di Legnano.
L'origine del nome della vicina Nizzolina invece è da ricercarsi fra quelli derivati dagli alberi, come Cascina Olmina, da olmo, Castegnate, da castagno e Cerro (tipo di quercia)
Si ritiene che dove sorse il nucleo di Nizzolina fossero diffusi gli alberi di nocciolo.
Nocciola è detta "Niscioa" in dialetto, perciò il diminutivo di "nocciolina" è "Nisciuina".
In documenti del 1346 troviamo riportati "Nizorina" e nel 1597 "Niciolina".
Negli "Statuti delle strade ed acque del Contado di Milano" fatti nel 1346 è citata "El Locho da Nizorina", come esistente "in la pieva de Olza Ollona con la corte da Legnano."
Nizzolina si trova menzionata anche in un documento del 1405, citata dal Duca di Milano.
Nel 1630 arrivò la peste e il canonico Giovan Battista Lupi annotò scrupolosamente i fatti legati alla peste nelle terre circostanti Busto Arsizio.
Anche Marnate venne colpita: lo dimostra l'esistenza del Lazzaretto, sito in valle fuori dall'abitato e dedicato a San Rocco.
La confusione di idee, la negazione del problema (un dottore di Saronno che si ostinava a chiamarla peste venne assassinato) l'isteria di massa, i rimedi inutili spacciati per miracolosi, le processioni che aggravarono il problema portarono alla "caccia agli untori", che si pensava propagandassero il contagio.
Toponimi indicati nella mappa di Marnate del 1721 (alcuni ancora in uso pochi anni fa, altri scomparsi)
Il Redondo: prato in valle situato poco prima del Lazzaretto.
La Madona: prato in valle verso il ponte Olona.
L'Isola: prato sull'isola formata dall'Olona vicino al Mulino.
La Garotola: terreni aratori sulla destra della via Legnano fino al ciglio della valle.
Il Cioso (Chiosso): terreni aratori vitati tra via Italia e via Sauro e verso valle.
Al Casleto: aratorio vitato verso Prospiano.
La Vigna dietro la chiesa: aratorio vitato dietro la chiesa Madonna.
Al Masaro: aratorio vitato tra le vie Prospiano e Varese.
La Brasera: aratorio vitato dove ha sede la Segheria.
Il Monello: aratorio vitato verso l'autostrada.
Casate: aratorio verso l'autostrada.
La Pincirola: aratorio vitato verso l'autostrada.
Il Pozolo: aratorio vitato con fondo sassoso sulla sinistra prima del ponte dell'autostrada.
La Simona: aratorio sulla sinistra dopo il ponte dell'autostrada.
La Vigna Longa: aratorio vitato molto esteso in lunghezza, al confine con Castegnate.
La Vigna Longa alle Monelle: aratorio vitato adiacente al precedente.
Alla Vignassa: aratorio vitato con moroni verso Prospiano. Attualmente attraversato dalla via Diaz.
Alla Comasina: aratorio vitato verso Prospiano.
Alla Comuna: aratorio vitato sassoso verso Prospiano.
Il Vignolo: aratorio sulla destra di via Varese.
Alli insiti: aratorio attraversato attualmente dalle vie Bologna e Gorizia.
La Monella: campo aratorio vitato sull'area ora occupata dalla Fabbrica e dal cinema Tiglio (che non credo esista più. Nota di Lunaria)
La Brera: aratorio della "ciesa di Marnate", corrispondente al terreno ora occupato dal Comune e dagli oratori maschile e femminile.
La Vignola: aratorio vitato con alberi di castagni, sulla destra di via S. Luigi e via S. Carlo
Il Campazzo: campo aratorio dove adesso è in costruzione la scuola media
La Pustola: aratorio adiacente al Campazzo.
L'Antogneta: aratorio al confine con la parte ovest di Nizzolina.
Al Campello: aratorio ad angolo delle vie Marconi e S. Luigi.
Campo della Balla: aratorio dove vi p la tipografia
Campo della Scola: aratorio sito alla biforcazione delle vie Cislago e don Spotti
Alli Magri: aratorio alla biforcazione delle vie Brescia e Genova.
Al Monfrate: aratorio vitato verso il cimitero di Prospiano.
Alla Costa: diversi terreni di aratorio vitato con moroni situati sul pendio lungo l'attuale strada provinciale.
La Pedega: aratori vitati tra le vie Cislago e don Spotti.
Il Lavoré: aratorio vitato sull'area attualmente occupata dal cimitero e asilo nido.
Al Monchucho: aratorio vitato e ripa boscata nei pressi del cimitero, attualmente discarica comunale.
La Nizolina: aratorio confinante con Nizzolina.
Alla Sciana: aratorio vitato con moroni a sinistra della via Cislago dopo la provinciale.
Al Cassino: aratorio vitato con moroni verso la ditta Orsa.
Al Paradiso: aratorio vitato sulla via Cislago a destra dopo la salita.
Il Vignà: campo aratorio con moroni nell'area occupata dalla fonderia.
Il Liur: aratorio vitato dopo il precedente.
La Barachagia: campo aratorio vitato, all'inizio di via de Gasperi.
Al Baragiò': aratotorio vitato dopo il precedente.
Il Furugardello: aratorio vitato con moroni dopo il precedente.
Il Furugado: aratorio vitato, dopo il precedente.
Alla Ardizza: campo aratorio vitato, dopo il precedente.
Alla Marlascha: campo aratorio vitato con moroni, dopo il precedente.
Alla Botarela: campo aratorio vitato con moroni ai confini col territorio di Prospiano oltre la ditta Orsa.
Alla Botana: aratori vitati nella zona dell'attuale campo sportivo.
Al Zerbetto: campo aratorio vitato oltre la Botana.
Il Vignà: aratorio vitato con moroni a destra della via Cislago nei pressi del campo sportivo.
Il Roncho: campo aratorio vitato ove attualmente ha sede il campo sportivo.
Fossadada: bosco da fascina all'inizio della brughiera, dietro il campo sportivo.
S. Maria: bosco da fascina adiacente al precedente.
Nomi dialettali (zona Marnate)
Antonio - Togn\Tugnela
Angelo - Giulen\Giuletu
Ambrogio - Bröös
Carlo - Carlen\Carletu
Emilio - Milö
Giovanni - Giuan
Giuseppe - Sapö\Sapen\Pepu\Pepen
Gaetano - Tanen
Luigi - Luis\Sen
Pietro - Pedar
Paolo - Paulen
Anna - Neta
Maria - Marieta
Gli abitanti di ogni paese erano chiamati con un soprannome. Eccone alcuni di paesi della zona:
i Goss = di Marnate
i Sciati = di Olgiate Olona
i Pesa öö = di Prospiano
i Sgua giò = di Solbiate Olona
i Crubati = di Bolladello
i Pignatiti = di Cairate
i Brusa Balon = di Gallarate
i Luganaghiti = di Busto Arsizio
i Fasöö = di Gorla Minore
i Purscialiti = di Cassano Magnago
i Puras = di Peveranza
DIZIONARIO MARNATESE
Nota di Lunaria: tra parentesi quadre trovate le mie precisazioni; alcuni termini li ricordavo pronunciati leggermente diversi; ho aggiunto anche altre parole assenti sulla fonte che ho consultato ma che i miei genitori o i miei vecchi zii usavano.
A fine elenco, metto quelli che ho sentito usare nella mia infanzia; i miei genitori e parenti anziani usavano il dialetto misto all'italiano e io lo capisco, anche se non lo parlo.
Il post è dedicato a mio Padre Gabriele, grande appassionato di dialetto e storia, oltre che di letteratura.
Anaden: anatroccolo
Asnen: asino
Alghé: c'è, preso
Aqua d'udur: profumo
Asban: batteria dell'orchestra
Alzapé: catenaccio della porta
Anesiti: liquirizia all'anice
Anmò: ancora
Ascia: matassa di lana
Andadua: corridoio
Basen: bacio
Burdel: baccano
Barnasc: paletta per camino
Baen: badile
Binis: confetto
Burdagà: sporcare
Barbel: mento
Barbalà [Barbelà]: tremare dal freddo
[Barabiti: persone cattive; citate per spaventare i bambini]
Baloss: furbo
Barlafus: cosa inutile
Bugeta: biglia
Badalucu: tanto [veniva detto "A Badalucu", anche per indicare una cosa che veniva sprecata, versata troppo]
Bufà: soffiare
Bambuen [Nota di Lunaria: sulla "e" vanno due puntini]: ombelico
Bumbuà: far capriole
Burlagiò [Nota di Lunaria: da pronunciare separatamente
"bur la giò"]: cadere
Buscion: turacciolo
Bagai: ragazzo
Brisen: prendere poco, uno spizzico
Bragian: persona che urla
Bunua: mattino
Bera: pecora
Bursiö: piccolo foruncolo
Bugnon: foruncolo
Biotu\biota: nudo\nuda
Bola: gomitolo
Balabiotu: persona di poco credito
Bumbas: cotone
Büsca: pagliuzza
Bisientu: aspro, acidulo
Bilidö: persona ambigua
Buricu: persona volgare [anche usato nel senso di "persona che fa cose sgraziate, un cafone"]
Baltrascan: ciarlatano
Basel: gradino
Brüscèta: camicetta
Cadrega: sedia
Cua dul Dragu: aquilone
Cravastel: museruola per buoi
Calimon: piccola trottola in legno
Chignö: cuneo
Cornabobò: calabrone
Cudagheta: listello in legno
Cata [Nota di Lunaria: la "a" va con l'accento ^, si pronuncia leggermente accentata: "catà"]: prendere, cogliere
Curam: cuoio
Ciston: torsolo
Cazzù: mestolo
Cicurucù: pigna
Camagiu: persona pedante
Cicinin: un poco
Cioo: chiodo
Ciuden: chiodino
Curnaà: corniolo
Caraton: carro
Cavagna: cesto
Cavagnö: cestello
Crubietu: setaccio
Caisna: fuliggine del camino
Cunegrina: candeggina
Caragnà: piangere
Cruscion: accovacciato
Caü: vapore della pentola
Cupen [Cupin]: nuca
Duer: compito
Didon: dito
Diden: mignolo
Dislengua [Nota di Lunaria: la "a" va con ^, pronunciato leggermente accentato "Dislenguà"]: sciogliere
Dabon: davvero
Dasmestigu: ragazzo biricchino
Dreaman [Nota di Lunaria: da pronunciarsi come "Drè a man"]: subito
Dillaù: giorno feriale
Dumà: soltanto, solamente
Dugià: guardare
Erburen: prezzemolo
Erbion: pisello
Fioca: neve [lo ricordo come "Al Fioca", cioè "Sta nevicando", "A Fiocà", "ha nevicato"]
Fopa: buca
Faré: fabbro
Felzi: varicella
Fuaseta: forbice
Fuasaton: forbicione
Föa: campi
Furzalina: forchetta
Fragùi: briciole
Frustu: tessuto consumato
Frascon: brattea del granoturco
Fesa: spicchio
Folcia: roncola
Gugia: ago
[Gugnin: cattivo]
Gneer: edera
Ghezzu: ramarro
Gaon: coscia
Garotula: carota
Giandula: nocciolo
Giö: persona che fa lo stupido
Gugen: spillo
Gumelina: colla
Grapel: grappolo
Geché: giacca
Gnucu: duro
Grema [Nota di Lunaria: la "a" va con ^, si pronuncia leggermente accentata: "Gremà"] : bruciato
Gree: pesante
Gombar: gomito
Gibul: ammaccatura
Gibilè: baccano
Infescià: con troppi impegni
Inzigà: provocare
Imburegià: impanare
Impatass: accordarsi sul prezzo
Impapinaà: persona lenta
Lacarda: porta utensili da cucina
Lapà: parlare tanto
Lepà: leccare
Löa: pannocchia del granoturco
Legura: lepre
Lita: sabbia sottile
Lota: zolla
Lifrocu [Nota di Lunaria: anche nella versione "Difrocu"] fannullone [più usato come "scemo, idiota, ritardato"; "Difroca" per una donna]
Liiss: tessuto consumato
Minen: gatto
Magiustra: fragola
Mulita: arrotino
Maagon: granoturco
Manela: manovella
Masuia: falce per tagliare il grano
Maragasc: stelo del granoturco
Menga: niente
Marunà: essere scoperto
Murus: fidanzato (Murusa, fidanzata)
Miè: moglie
Masea: donna di casa
Murson: tutolo del granoturco
Muüa: mancia [Nota di Lunaria: molto più diffuso il termine "Mürura" e in senso dispregiativo: "Mi ha dato una Mürura", cioè "non mi ha dato quasi niente, ha pagato una cosa meno del suo valore"]
Mugnaga: albicocca
Malmustusa: persona mai contenta
Muon: gelso
Mundei: caldarroste
Mamuia: tipico dolce delle fiere
Magon: nodo alla gola, magone
Murné: mugnaio
Mugnina: muschio
Magütu: muratore
Mo: adesso
Magnaan: stagnino
Mucià: smozzicare
Masaraa: bagnato
Maraman: persona di poco credito
Müda: tuta\turno di lavoro
Mucala: smettila!
Nöös: nuocere, dar fastidio
Neen [con i due puntini sulla prima "e", si pronuncia "niìn"]: bambino piccolo. [Niina, bambina]
Nagota: niente
Pidriö: imbuto
Pantea: filare di uva
Pusté: salumiere
Pason: palo
Prea: sasso
Panagia: attrezzo per fare il burro
Prestiné: panettiere
Puasen [Nota di Lunaria: con i due puntini sulla "e"]: pulcino
Pusé: di più
Paisan: contadino
Persigu: pesca
Pomdatera: patata
Pufatu: persona che non paga
Patona: telo da mettere sotto le lenzuola
Patel: pannolino
Pufi: debito
Piana: campo
Pinciö: acino d'uva
Pedagn: gonna
Pesciada: pedata
Prusmà: intuire
Pita: chioccia
Pruedi: far la spesa
Poss: raffermo
Patafiada: scritto lungo e noioso
Pigota: bambola
Populan: papaveri
Pulè: pollaio
Puliö: pollivendolo
Piogiu: pidocchio [anche usato per persona sgradevole, avara]
Peabrochi: persona perditempo
[Piscinin\Piscinina: piccolo\piccola]
Quadrell: mattone
Rèla: lippa
Rabusel: apertura del soffitto
Ramina: pentolino con maniglia [Nota di Lunaria: usato dagli operai nella pausa pranzo]
Rabation dul Su: solleone
Rabaton d'aqua: acquazzone
[Ragnö: ragno]
Ranza: falce grande
Ravangà: rammentare
Rusciaa: spiegazzato
Ruspà: grattare il fondo
Rusumà: uovo sbattuto
Ravisc: morbillo
Refu: filo
Runaà: crollato
Risià: litigare
Rapega: erpice
Remagiu: statuina del presepe
Rabelotu: baccano
Rischiö: avanzo della trebbiatura del grano
Ragiù: capo famiglia
Rüdu: letame [Nota di Lunaria: usato anche come "spazzatura"]
Rasagusc: segatura
Ragulzà: sarchiare
Rimirass: guardarsi allo specchio
Rasentà: risciacquare
Rizzaa: selciato
Ruspiti: parte bruciata della minestra
Rantaghen: rantolo
Rentu: passare vicino
Ramaa: rete metallica
Rugura: rovere
Resiga: sega
Rian: striature
Scighea: nebbia
Sunel: fischietto
Sidela: secchio
Spazzacà: soffitta
Serciu: cerchio
Scuen [la "e" va con i due puntini sopra]: scopa
Sandalina: festone di tela
Sarasina: fuoco artificiale
Scalmana: lampo
Scaiaà: fulmine
Sguria: ragazza "leggera"
Scepa: radice delle piante
Spatascia [Nota di Lunaria: la "a" finale va con ^ e si pronuncia leggermente accentato: "spatascià"]: schiacciato
Scalcagna [Nota di Lunaria: la "a" finale va con ^ e si pronuncia leggermente accentato: "scalcagnà"]: messo male
[Scalfiri: streghe]
Scembia: scimmia
Sacogia: tasca
Stupà: chiudere
Selas: sedano
Saras: salice
Sigion: mastello
Speziè: farmacista
Soca: gonna
Sciopu: fucile
Sghea: riga dei capelli
Segà: mietere
Spantaga [Nota di Lunaria: la "a" finale va con ^ e si pronuncia leggermente accentato: "spantagà"]: sparpagliare
Sera [Nota di Lunaria: la "a" finale va con ^ e si pronuncia leggermente accentato: "serà"]: chiudere
Sciur: signore [femminile: Sciura]
Stravaca [Nota di Lunaria: la "a" finale va con ^ e si pronuncia leggermente accentato: "stravacà"]: rovesciare [anche nel senso di persona che sta sdraiata sul divano senza far niente]
Sciampa: zampa
Schödi: una cosa che riesce a passare
Slavagia: [Nota di Lunaria: la "a" finale va con ^ e si pronuncia leggermente accentato: "slavagià"]: sbiadito [usato anche per i maglioni che si sono slargati]
Scendra: cenere
Sé: avere abbastanza
Sé no: non è abbastanza
Sé si: è abbastanza
Senò: oppure
Spazzetta: spazzola
Sbusa: [Nota di Lunaria: la "a" finale va con ^ e si pronuncia leggermente accentato: "sbusà"]: bucare
Strafunzen: legaccio
Scia: cera
Scurlea: smagliatura
Strenciu: stretto
Scusà: grembiule
Spagasc: scarabocchio
Spatasc: cose che si schiacciano
Sciloia: aratro
Spazeta: spazzola
Scarligà: scivolare
Sputugà: scivolare
Sgabuzen: ripostiglio
Scagn: seggiolone per bambini
Sciresa: ciliegia [scirese: ciliegie]
Stravela: stradina
Stravalö: viottolo
Sgabalen: sgabello
Scigòla [Scigùla]: cipolla
Scalfen [Nota di Lunaria: con i due puntini sulla "e"] sottopiede della calza
Supresa [Nota di Lunaria: la "a" finale va con ^]: stirare
Saton: seduto
Setagiö: seduto [più usato come ordine: "siediti!", e si pronuncia
"se ta giö!"]
Stacheta: chiodino
Spuantà: spaventare
Sfrusà: contrabbandare
Sguà: volare
Sciatu: rospo
Stramizi [Stremizi]: spavento
Stabiel: porcile
Stroliga: zingara [Strolighi al plurale per zingari]
Siseen: soldo
Sguisì: intravedere
Scigaa: cicala
Siguen: scure piccola
Scucàs: andare in altalena
See: aceto
Spurtina: borsa per la spesa
Sgavignada: distorsione
Sputughen: gagà
Sgrabalada [Sgrabelada]: graffio
Sguarà: crollare
Scarpusciada: inciampare
Sta schisc: stare zitto
Scoca: altalena
Stremizii: spavento
Sufaghiti: mancanza di respiro
Sculdogn: vampe di calore
Sbies: sbieco
Sabeta [Zabéta]: donna chiacchierona
Sfraguià: sbriciolare
Scaviozi: capelli arruffati
Sciabalentu: storto
Scigueta: civetta
Tusa: ragazza
Tusan: ragazze
Tola: latta
Topia: pergolato
Tabar: mantello
Tapeta: pezzo di legno
Teciu: tetto
Tenciu [Vunciu\Vuncia]: sporco\a
Tumatas: pomodoro
Trusà: mescolare
Tuchetu: un poco
Trapaen: trappola
Tagnöa: pipistrello
Trapon: talpa
Tuistu: porcellino d'India
Tagasc: pelle dell'acino dell'uva
Toma: caduta
Tripìla: impaziente
Trasà: sprecare
Tèvidu: tipiedo
Ugiaà: occhiali
Ufelè: pasticciere
Ugiö: occhiello
Vasell: barile
Vèrtu: aperto
Vanzusc: avanzi
Vestina: vestito per ragazza
Vedar: vetro
Viciua: prezzo per il trasporto con carro
Vem e Vegnam: andiamo e torniamo
Visquar: vispo
Zoquar: zoccoli
Zucrauni: zoccoloni
Zufraneli: fiammifero
Zibreta: ciabatta
Zinzurliti: bacche delle siepi
Zacagnen: persona dispettosa
Parole che venivano usate ancora quando ero bambina
(periodo: 1986-1995)
Barbel, Barbalà [Barbelà], [Barabiti], Badalucu, Burlagiò, Buscion, Bragian, Bugnon, Biotu, Buricu, Cadrega, Cata, Cazzù, Cicinin, Caragnà, Cupen, Dreaman, Erburen, Fioca, Fragùi, Gugnin, Gnucu, Grema, Gibul, Inzigà, Lifrocu [Difrocu], Magiustra, Mulita, Menga, Murus: fidanzato (Murusa), Muüa ["Mürura"], Malmustusa, Magon, Mucala, Neen, Prestiné, Paisan, Patel, Pesciada, Poss, Pigota, Piogiu, Piscinin\Piscinina, Ramina, [Ragnö], Rüdu, Scighea, Sidela, [Scalfiri], Sacogia, Sera, Sciur [Sciura], Stravaca, Slavagia, Sbusa, Scusà, Scarligà, Sciresa, Scigòla [Scigùla], Setagiö, Stramizi [Stremizi], Stroliga [Strolighi], Sgrabalada [Sgrabelada], Sta schisc, Stremizii, Sabeta [Zabéta], Sfraguià, Tusa, Tusan, Tola, Tenciu [Vunciu\Vuncia], Tumatas, Ugiaà, Zinzurliti
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