La Civetta!

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La Civetta delle Nevi è certamente la più bella di tutti i rapaci notturni. (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/01/i-rapaci-notturni.html)
Il vecchio nome sassone significava "acchiappatore di lepre": in realtà la Civetta delle Nevi mangia molto spesso piccoli roditori del genere dei lemming.





Questo uccello è molto raro ovunque: lo si vede soprattutto in Islanda, nel nord della Scandinavia e nella Russa del nord-ovest.
Cacciatori incoscienti ne hanno uccise alcune; qualche anno fa, in Bretagna, una coppia, amorosamente protetta e sorvegliata, ha nidificato ed allevato i suoi piccoli sulla costa atlantica dell Scozia, nel 1968.
La Civetta delle Nevi arriva a circa 70 cm di lunghezza; ha la testa enorme e molto tonda e gli occhi hanno un color giallo straordinario.


Il colore del suo piumaggio, denso e soffice, può variare: i maschi sono in genere bianchi come la neve mentre le femmine sono più grigiastre ed hanno delle macchie brune nella parte superiore e sul capo; i giovani hanno una macchiatura più abbondante di quella degli adulti.
La Civetta delle Nevi nidifica a terra, su dei rilievi del terreno o mucchi di pietra.
In questi nidi la femmina depone da tre a sette uova che cova amorosamente, mentre il maschio provvede al nutrimento e non si allontana per essere pronto ad accorrere in caso di pericolo.
Quando nascono i piccoli, coperti da un soffice piumino bianco, ambedue i genitori provvedono alla loro alimentazione con piccoli uccelli, topolini o pezzi di carne strappati ad animali di taglia più grossa. La Civetta delle Nevi vola molto veloce, senza alcun rumore, scivolando sulle sue ali; sorvolando le tundre, in cui vivono abitualmente, le esplorano con gli occhi acutissimi pronte a lanciarsi sulla eventuale preda che sanno catturare molto bene sia in pieno volo che sul suolo, afferrandola con i potenti artigli impiumati alla base. Oltre ai piccoli roditori, che sono la sua preda preferita, la Civetta delle Nevi caccia anche animali di maggior taglia, pesci compresi.
Come molti altri rapaci notturni questo uccello è soprattutto diurno, poiché vede molto bene anche in pieno giorno.
I suoi nemici più pericolosi sono l'uomo che lo caccia per conservarne le spoglie e la volpe artica.
Le Civette delle Nevi possono essere allevate in cattività ma sono molto delicate e difficilmente vivono a lungo.
 

LA CIVETTA, ANIMALE DELLE DEE

La gigantesca scultura di Athena (12 metri d'altezza) realizzata da Fidia, e conosciuta attraverso copie (tra cui quella romana detta "Athena, la Bella") ci ricorda che questa incredibile Dea, simbolo della Saggezza, capace di tenere testa a suo padre Zeus, era anche patrona della città di Atene, che proprio da lei prende il nome.
La Dea combatte al fianco del padre nella battaglia contro i Giganti, e immobilizza Encelado scaraventandogli addosso l'intera Sicilia. è quindi la Dea della Guerra, ma più che belluina, è stratega.
Non è infatti uno sfoggio becero di violenza, è piuttosto la vincita attraverso l'ingegno e il coraggio; tra i suoi protetti troviamo Odisseo (Ulisse), non a caso chiamato "dal multiforme ingegno". 

Alle passioni dell'istinto e dell'amore, (che comporta spesso "rinuncia di sé" a favore dell'altro) Athena oppone la Ragione e decide di rimanere Vergine e Autonoma.
"...Pallade Athena, la Gloriosa Dea / Dagli Occhi Splendenti, Ingegnosa, dal Cuore Inflessibile / Vergine Casta, Intrepida Signora dell'Acropoli..." ("Inni Omerici", XXVIII, "Inno ad Athena")

Le fonti letterarie più antiche riportano la spettacolare nascita della Dea: nella Teogonia di Esiodo si legge che Zeus prese come sposa Meti, figlia del Titano Oceano. Quando Meti rimase incinta, Gea e Urano misero in guardia Zeus, dicendogli che prima sarebbe nata una donna intelligente e forte come il padre, ma che in seguito sarebbe nato un figlio capace di spodestare il padre. Temendo che ciò avvenisse, Zeus ingoiò la moglie incinta. Athena nacque balzando fuori dalla testa del padre, già vestita tutta in armi e non appena vide la luce urlò, tanto che fece tremare la terra e sollevare le onde del mare. Questo urlo viene ricordato anche nelle "Olimpiche" di Pindaro.

In Apollodoro invece si legge che mentre stava per nascere la Dea, Zeus ordinò a Prometeo di colpirgli la testa con un'ascia, per far uscire la Dea.
"Tutti gli immortali si stupirono a questa vista: Essa balzò fuori rapidamente / dal capo immortale, agitando un giavellotto acuto / davanti a Zeus Egioco" ("Inni Omerici", XXVIII, "Inno ad Athena")
Un altro episodio è la disputa con Poseidone/Nettuno per il patronato della città di Atene. Fu deciso che ognuno dei contendenti doveva fare un dono alla città, e il donatore del bene ritenuto più pregiato dalla giuria costituita dagli Dei dell'Olimpo, avrebbe vinto. Con un colpo di tridente sulla roccia dell'Acropoli, Poseidone fece scaturire l'acqua; Athena colpì il suolo con un piede e dalla sua impronta nacque il primo ulivo. Gli Dei dell'Olimpo giudicarono questo dono come il migliore. La città fu quindi chiamata Atene e sull'acropoli, in onore della Dea, fu costruito il Partenone. "Partenos" in greco significa "vergine". Il culto della Dea era diffuso anche a Sparta, Megara e Argo, e persino nelle vicinanze del santuario di Apollo, a Delfi, esisteva il santuario di Athena Pronaia che significa "Colei che sta davanti".

Un'altra leggenda raccontata da Ovidio nelle "Metamorfosi", vede Athena impegnata nella gara contro Aracne, che aveva una grande abilità nel tessere. La giovane non voleva ammettere che era stata proprio la Dea a trasmetterle questo dono, perché Athena era anche la Dea dell'ingegno e delle arti. Aracne sfida la Dea a una gara, e la Dea, dal principio apparsa nelle vesti di una vecchia, cerca di convincere la ragazza a scusarsi. Aracne però persiste nella sua arroganza, e la Dea le appare nel suo aspetto originario.
Inizia quindi il torneo: la Dea tesse un arazzo con la scena della sua contesa con Poseidone; Aracne tesse la storia degli amori degli Dei, e la Dea, in collera per la riuscita della giovane, colpisce la ragazza con la spola. Aracne cerca allora di impiccarsi, ma la Dea, impietosita, la trasforma in un ragno.

La Dea è stata spesso raffigurata mentre combatte, con i rami di ulivo che incoronano la Dea e che rimandano alla disputa contro Poseidone. A volte, sullo scudo di Athena, è raffigurata la testa della Medusa, la Gorgone che trasformava in pietra chi la guardava. In tal senso, con la testa della Gorgone infissa sullo scudo, la Dea riusciva a trasformare in pietra i nemici durante la battaglia.
Rembrandt nel 1664 dipige forse la versione più bella della Dea: un primissimo piano, i lineamenti dolci e delicati, un elmo piumato sul capo, un mantello rosso attorno al collo.

Più filosoficamente, come possiamo vedere la Dea, nel 2020?
Come una bella celebrazione dell'ingegno e del coraggio; un trionfo del Femminile ma non in virtù della sua docilità e remissione (per intenderci, seguendo il modello della madonna cattolica), bensì della sua fiera autonomia. Athena è intraprendente e indipendente: non aspetta il permesso di qualcuno per agire; vergine, basta a se stessa, si compie in se stessa, si compiace di se stessa della e nella propria singolarità e unicità, senza bisogno di associarsi o dipendere da qualcuno.  








Nota di Lunaria: c'è anche un romanzo che ha come protagonista una ragazza che si trasforma in gufo: "Il gufo innamorato"; spero di riuscire a rileggerlo (lo lessi, non tutto, quando avevo 9 anni, se ricordo bene)



Altro romanzo Fantasy consigliato: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/09/il-regno-dei-gufi-romanzo-fantasy.html