Per altri approfondimenti sul Piccolo Popolo, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/search/label/Piccolo%20Popolo
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La Vaina era strana: forse un folletto o una vecchia strega che camminava sui sentieri di montagna della Val Vigezzo, Valle d'Ossola e nella zona del Novarese.
Assumeva la forma di un neonato in fasce, che rotolava giù per il sentiero, comportandosi in modo diverso a seconda di chi incontrava: se un viandante prendeva in braccio quello strano neonato, la Vaina spariva in un baleno, lasciando l'uomo interdetto. Se era una fanciulla a stringersi al seno quel neonato, la Vaina si trasformava in un uomo che tentava di sedurre la giovane. Se sul sentiero passava un bambino, la Vaina avrebbe cercato di passare tra le gambe del fanciullo, per condannare il bambino al sortilegio: sarebbe stato condannato a rotolare e a vagire fino a quando non avrebbe trasmesso la maledizione a qualcun altro.
La terra della Sardegna racconta tante storie e leggende piene di magia e di figure fiabesche che popolano molte località dell'isola. Le Janas avrebbero lasciato tracce ben visibili nelle rocce, nelle cosiddette Domus de Janas ("case di fata") che ancora oggi sono visibili
Nota di Lunaria: quando ero piccola una volta mi portarono in un parco a Gorla Minore. Ho vaghi ricordi perché avrò avuto 6 o 7 anni, ed era un parco molto grande, a confine col bosco, da quel che ricordo (dove tra l'altro vidi anche Arum maculatum, questa strana pianta che mi affascinò);
c'era anche una sorta di grotta naturale, mi ricordo che ci entrai affascinata e che in effetti, per quanto fossi una bambina con nessuna conoscenza specifica sull'argomento, anch'io pensavo che quella grotta fosse la casa delle fate...
Le Janas sono piccole fate delle rocce: è da lì infatti che ricavano dimore molto simili a quelle umane. Questi esserini escono solo di notte, in modo che il sole non rovini la loro pelle candida; nelle notti prive di luna e per sentieri pericolosi, ecco che le Janas possono accendersi e illuminare il tragitto e la natura circostante.
Le Janas filano e tessono stoffe meravigliose e preparano un pane più sottile dell'ostia. La leggenda racconta che hanno telai d'oro, setacci d'argento e un enorme e splendido tesoro.
(Nota di Lunaria: come il Leprechaun irlandese, tra l'altro) Oro, perle, gioielli... tutto questo deve essere difeso... ma come? Ecco che le Janas affidano il compito alle Muscas Maceddas, creature spaventose con la testa di pecora, un occhio solo e denti aguzzi, che stanno dentro una cassa, in mezzo a quelle che contengono il tesoro, pronte a scattare qualora qualcuno attenti al tesoro delle Janas.
Altre creature che popolano le leggende sono le Sùrbiles, donne vampiro che amano succhiare il sangue dei neonati (*)
Questi esseri basta che si ungano con oli vegetali e subito possono diventare mosche, pronte ad entrare nella cameretta dei bambini attraverso il buco della serratura.
(*) Credenza anche sumera ed ebraica: la Lamashtu era una sorta di demone (o forse, anche Dea terrifica) che faceva morire i bambini https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/lamashtu.html
Il fatto che le Sùrbiles siano associate alle mosche, come Baal Zebub, poi volgarizzato in Belzebù è un indizio interessante... anche se c'è da dire che forse non era solo legato alle mosche, ma in generale a tutto ciò che volasse. (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/la-vera-origine-di-belzebu.html)
Talvolta le Sùrbiles vengono identificate con le streghe, prendono il nome di Cogas e sono raffigurate come donne vecchie e brutte, capaci di trasformarsi in gatti, abituate a muoversi a cavallo di una scopa, con la formula "Folla a suba de folla, tres oras andai e tre oras a torrai" (Foglia su foglia, tre ore per andare e tre ore per tornare)
Nota di Lunaria: ovviamente, probabilmente, qui c'è la solita denigrazione e diffamazione cristiana. Sono propensa a credere che le Cogas, originariamente, fossero sciamane (il volo è l'indizio per eccellenza che rivela lo sciamanismo), quindi donne di sapienza (anziane). Che il monoteismo diffami, perverta, denigri, scopiazzi, distrugga tutto ciò che è politeismo e magia lo sappiamo già da un bel po' :P
Altre creature sono le Panas, donne morte di parto (1), condannate a tornare tra i mortali e a lavare i panni per un tempo variabile tra i due e i sette anni. Per questo le Panas si possono scorgere lungo i ruscelli fra l'una e le tre del mattino, intente a lavare i panni e cantare una tristissima ninnananna.
Non è loro concesso interrompere il lavoro o parlare a qualcuno, altrimenti la loro penitenza ricomincia. E se qualcuno le avvicina, gettano spruzzi di acqua che brucia come il fuoco.
(1) Leggenda tipica anche del folklore irlandese https://intervistemetal.blogspot.com/2017/12/le-fate-malvage-nel-folklore.html
solo che la "lavandaia" irlandese lava i panni sporchi di sangue di chi sta per morire...
Un ultimo personaggio è la Luxia Rabiosa, la Donna Pietrificata: una donna molto ricca e avara venne trasformata in pietra insieme ai suoi averi. Per questo, dicono gli abitanti della Sardegna, è possibile talvolta vedere dei sassi con delle forme particolari: sono i resti della Luxia Rabiosa.
Come evitare le Sùrbiles? Basta utilizzare alcuni amuleti come una scopa posta con la chioma verso l'alto, un mazzo di foglie d'issopo e arancio appeso al muro, o anche solo un paio di scarpe messe ai piedi del letto abbinate a un fazzoletto da testa. Si possono anche porre sulla porta d'ingresso alcuni oggetti dentati, come un forcone o il pettine: le Sùrbeles si fermeranno a contarne i denti e siccome sanno contare solo fino a 3, una volta arrivate al quarto devono ricominciare daccapo e continuano così... finché scoccano le 3 di notte, che è l'ora fatidica in cui si devono ritirare.
Le streghe, secondo i cristiani:
si noti come le abbiano raffigurate in forma zoomorfa (asino, forse un gallo, un cane o maiale), tutti animali spesso adorati nei culti pagani. L'asino probabilmente venne adorato dagli ebrei e forse anche dai primi cristiani. Lo sappiamo da Tacito e Tertulliano https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/lasino-e-seth.html
La mia personale opinione è che agli inizi i cristiani abbiano adorato l'asino cavalcato da gesù. Il simbolismo originario probabilmente ci sfuggirà, ma forse era ritenuto una sorta di animale totem... Tra l'altro non scordiamo che l'asino è simile al capro, altro animale "adorato" nella storia ebraica e nei culti semiti. Il gallo, poi, era presente nel culto gnostico... l'Anguipede
Anche nell'Induismo esiste una Dea associata al gallo: Bahuchara... curiosamente, la Dea protettrice dei trans (Hijra)
Il cane era associato ad Ecate (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/ecate.html)
e quindi, ha una valenza psicopompa (pensiamo anche a Cerbero https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/scilla-cariddi-e-le-creature-degli.html)
Infine, il maiale era associato alle Dee... e a Circe, probabilmente ricalcata su qualche Dea delle selve (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/cerridwen-henwen-baubo-e-il-maiale.html)
Il fatto che i cristiani abbiano rappresentato le streghe sotto forma di animali dimostra come abbiano pervertito e denigrato ogni singola cosa che provenisse dai culti politeisti... -_-
Per giunta, un cristiano dei giorni nostri (2020) ha detto che le donne "sono un branco di scrofe"
(https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/branco-di-scrofe-altra-misoginia.html)
Anche qui (1589), le streghe sono associate ai rospi e alle rane (altri animali associati alle Dee: https://intervistemetal.blogspot.com/2017/11/vade-aratro.html)
Idem dicasi per gufi, civette, serpenti e gatti, tutti animali sacri e adorati nei culti pagani
… Tutti animali denigrati dal monoteismo, associati al male (a "Satana" e alle "concubine di Satana" ovvero le donne...) e spesso uccisi.
"Dappertutto i gufi rappresentano la morte. Essi vivono e cacciano di notte, vedendo al buio e hanno sempre avuto legami con la magia e con i poteri di guarigione. Ovunque nel mondo gli sciamani sono legati al gufo, ma dall'epoca della transizione patriarcale nella maggior parte delle culture questo animale è divenuto un simbolo del male ed è stato privato del potere numinoso che un tempo gli era attribuito. Gli Indios - non è chiaro se spontaneamente o a causa dell'influenza spagnola cattolica - sembrano associare il gufo alla malvagità e alla sfortuna e, se possibile, lo evitano.
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/indios-sciamani-e-metal-tribale.html
Eppure nell'antichità il gufo era uno degli attributi principali della Dea. Essa aveva un serpente e un uccello e di solito l'uccello era il gufo. La sua saggezza, la sua coscienza notturna e il suo volo sciamanico (il viaggio in trance) erano onorati e venerati. Tra i sumeri il gufo era attributo di Lilith e di Inanna.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/lilith.html
In Grecia, di Athena e Medusa.
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/atena.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/medusa.html
Esiste una scultura indiana di una Dea che cavalca un gufo incredibilmente somigliante alla Lilith sumera [...] Lilith è in parte gufo e in parte donna e rappresenta la Dea Oscura demonizzata. Serpente, https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/il-serpente-domestico.html
ragno, https://intervistemetal.blogspot.com/2018/11/il-simbolismo-del-ragno.html
gufo (e civetta) sono animali tipici della Dea e anche quelli su cui si è caricato il maggior disprezzo monoteista. Il gufo è legato alle arti magiche e ai poteri femminili di guarigione, ma nel patriarcato è stato associato alla sfortuna (come tutte le cose legate alla Dea, e quindi, alla donna). Allontanare la donna dai suoi totem naturali (serpente, ragno, gufo e altri simboli della Dea) è servito solo a ingabbiare le donne e a far loro perdere il sesto senso naturale che probabilmente avevamo agli inizi del mondo."
La splendida Mater Mediterranea prenuragica, che aveva "forma a croce"… scopiazzata dal cristianesimo per il suo dio "inchiodato alla croce"!
Sulla Sardegna vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/sardegna-le-origini-pagane.html
Statuette di Dee dell'Italia antica: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/06/le-dee-e-le-donne-nellarte-dellitalia.html