"Rose Madder": recensione


Un'unica, ridicola macchiolina di sangue sul lenzuolo immacolato… e tutto deflagra. Rose si scuote di dosso 14 anni da incubo - il suo matrimonio - e volta le spalle al suo mondo, fuggendo più lontano che può. Al resto, penserà dopo. (Paura che Norman la uccida? Paura che non la uccida, semmai, tanto il vivere con lui è diventato un inferno) Sola, in una città sconosciuta, ricomincia da capo e le cose girano per il verso giusto.  Prima, incontra l'uomo che fa per lei, Bill. Poi, si imbatte in uno strano quadro: il soggetto è curioso, con quella tonalità di rosa così rara e affascinante. Misteriosamente, la donna e il dipinto cominciano ad interagire, compenetrandosi sempre più a fondo. Intanto, Norman si sta lasciando dietro una lunga scia di sangue, cercando la moglie. Mentre il marito si trasforma in un autentico mostro mitologico, Rose deve calarsi in un universo parallelo, quello del quadro, e diventare la dea vendicatrice che mai avrebbe pensato: Rose Madder…

Commento di Lunaria: Non sono mai stata una lettrice accanita ed appassionata di King: ho letto i vari racconti brevi (pubblicati sempre su antologie estrapolati da "A volte ritornano"), "Carrie", "Pet Sematary" https://intervistemetal.blogspot.com/2020/09/per-sematary.html "L'Occhio del Male" https://intervistemetal.blogspot.com/2020/09/recensione-locchio-del-male-thinner-di.html e "Misery" https://intervistemetal.blogspot.com/2022/05/misery.html (gli unici che mi sono piaciuti) anche "L'Incendiaria" (che ero ragazzina e di cui ho vaghi ricordi). L'unico motivo per cui mi sono accostata a "Rose Madder" è dato dal fatto che era uno di quei libri che la biblioteca "dava via" e così me lo sono portata a casa.

Questo romanzo riconferma l'idea che ho di King (che non ho mai considerato il Re del Terrore, i suoi libri non riescono a farmi avere i brividi di paura): storia particolare (peraltro confusa a tratti e senza nessuna spiegazione razionale o "comprensibile" - horror non significa buttare lì cose assurde a caso - : chi è che ha dipinto quel quadro? Perché si anima? Perché risucchia dentro Rose? Perché i personaggi del quadro interagiscono proprio con lei?) che prende spunto da classici come "Il ritratto di Dorian Gray" (ma aggiungo anche il misconosciuto racconto "La Forca" di Paul van Loon presente nella raccolta di racconti "L'Autobus del Brivido" e la scena iniziale di "Le Streghe" di Roald Dahl) cioè "il quadro maledetto che si anima fino a fagocitare il protagonista o che diventa l'alter ego del protagonista".

Tematica affascinante, ma al solito King infarcisce il tutto con linguaggio da osteria e una prosa bassissima (che poi è il motivo per cui non amo il suo stile narrativo). 

Certo, il linguaggio scurrile è funzionale al presentare il personaggio odioso di Norman, ma il tutto dura ben 511 pagine!, ed è proprio questo il difetto del libro: una storia che "metafisicamente" poteva essere interessante narrata in 100, massimo 200 pagine, viene appesantita oltremodo all'inverosimile, tra personaggi secondari, ininfluenti, semplici comparse o, se anche decisivi allo sviluppo della vicenda, il tutto procede comunque alla moviola.

Belle le descrizioni del "mondo mitologico dentro il quadro", con il dipinto che fa da portale tra il nostro mondo e il mondo dentro il quadro, ed interessante anche tutta la prima parte del romanzo (quando Rose fugge da Norman e c'è spazio per una riflessione sul tema della violenza sulle donne) ma il tutto è sempre "trascinato per le lunghe e alla moviola" con questo linguaggio crasso e burino.

In conclusione, "Rose Madder" è un romanzo che ricorderò a lungo perché la trama, nonostante non abbia alcun senso e nessunissima spiegazione, è comunque interessante, ma che riconferma che questi romanzi kinghiani così prolissi non fanno al caso mio (idem per quanto riguarda i romanzi di Clive Barker) 


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