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"(...) Scommetto lo stesso che grandissima parte degli amici radioascoltatori non sa, fino a questo momento, chi sia Claudio Chistè. Non so quante volte ho dovuto invitare all'ottimismo: che deve trovar posto nella nostra anima a dispetto del male - innegabile - che incontriamo per le nostre strade. Sembra, talvolta, che tutto sia male, nel mondo, e che tutti siano cattivi mentre tale impressione è solo effetto del battage che certo male riesce a procurarsi moltiplicando echi di fatti che rimarrebbero altrimenti isolati e finirebbero inghiottiti dal silenzio e dall'oblio.
Vi dicevo di Claudio Chisté: un giovane operaio di 26 anni (...) che per salvare Luigi Curzel, anziano operaio di 58 anni, s'è calato, attraverso la botola, in una cisterna interrata: e vi ha trovato la morte. (...) La sua sete di sapere, e soprattutto la gioia di poter continuamente donarsi, completavano quella che era in lui una giovinezza pura, luminosa, esemplare. Sempre cordiale e sorridente, era l'animatore infaticabile di ogni iniziativa, aveva stretto coi giovani e giovanissimi di qui e anche di fuori un legame di affettuosa amicizia (...) esempio di apostolo del Bene. Di ogni cosa, anche della più piccola e insignificante in apparenza, egli si serviva per rendere testimonianza a Cristo. (...) Anche l'ultimo atto della sua esistenza terrena lo ha compiuto in uno slancio di generosità estrema, salvare dalla morte un suo compagno di lavoro. (...) L'adorazione eucaristica del sabato notte lo aveva visto scegliere l'ora più scomoda e difficile (...) in colloquio a tu per tu con Gesù Eucaristia. (...) Un desiderio immenso che alimentava da qualche anno, di mettersi, il più presto possibile, al servizio del "terzo mondo."
Dio l'ha voluto con sé e noi ripensiamo all'amore di lui che aveva un riflesso di cielo: tanto egli sapeva unire la grandezza degli ideali con l'entusiasmo della giovinezza. Sento adesso la gioia di aver fatto conoscere a tanti il giovane Claudio Chisté, morto nel tentativo di salvare un suo compagno di lavoro. (...) I Padri della fede ci hanno insegnato da sempre che bisogna staccarsi dalla terra per andare verso Dio, tanto che i Santi si sono fatti una parola d'ordine per la loro vita con l'aspirazione di san Paolo: Cupio Dissolvi et esse cum Christo: bramo di morire per vivere con Cristo. (...) Chi si eleva all'amore di Dio bisogna che lo dimostri con l'amore del prossimo."
APPROFONDIMENTO: LA QUESTIONE SOCIALE-OPERAIA NEL CATTOLICESIMO DI FINE OTTOCENTO
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L'Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici in Italia fu fondata durante il 1875; chiamata all'inizio Sezione della Carità e poi nel 1879 Sezione della Carità e dell'Economia, infine Sezione dell'Economia Sociale Cristiana, era il tentativo di elaborare una risposta alle domande del mondo operaio.
Una prima risposta, individuava nella soppressione delle corporazioni di arti e mestieri (causata dalla Rivoluzione Francese) la causa dei problemi sociali: la soluzione dei problemi sarebbe stato il ritorno al controllo ecclesiastico sulla società.
Le iniziative intraprese erano a carattere assistenziale e caritativo che alleviavano le sofferenze; ricordiamo: in Francia le Conferenze di San Vincenzo de' Paoli (1883) fondate da Frédéric Ozanam
e la Società di San Francesco Saverio (1840, con la creazione di scuole e uffici di collocamento per gli operai), in Italia, l'opera di Giuseppe Benedetto Cottolengo (1827) per il ricovero dei malati gravi e dei disabili,
don Bosco (1841-1845) che creò il primo oratorio per ragazzi poveri e abbandonati
e Leonardo Murialdo, per la gioventù povera; in Germania, le associazioni di apprendisti fondate da Adolf Kolping.
Giuseppe Toniolo, accanto all'Opera dei Congressi, nel 1889, sviluppò l'Unione Cattolica per gli Studi Sociali, Toniolo era convinto che più la Chiesa venisse glorificata, maggior beneficio ne avrebbe tratto l'umanità: nel suo pensiero, la Chiesa era "il contenuto" stesso della società, il centro della Storia e il fine e mezzo di ogni civiltà.
Ricordiamo anche le comunità pradosiane, fondate da Antonio Chevrier nel 1860, nella malfamata periferia di Lione. Era convinto che gli operai si fossero allontanati dalla Chiesa perché i preti si erano allontanati dagli operai, godendo di uno status social più alto rispetto agli operai. Secondo Chevrier il prete avrebbe dovuto condividere le condizioni materiali del popolo e la Chiesa doveva abolire qualsiasi segno di ricchezza.
Sulla questione operaia, vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/la-condizione-operaia-sul-finire.html https://intervistemetal.blogspot.com/2021/08/lo-sfruttamento-lavorativo-femminile-e.html https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/la-condizione-delle-donne-operaie.html https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/i-fattori-della-crescita-economica-il.html https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/economie-preindustriali-e-rivoluzione.html https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-crisi-petrolifera-del-1973-e-gli.html
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