Salgari: La Rosa del Dong Giang

"Trama: Saigon. La bellissima Tay-See, soprannominata "La Rosa del Dong Giang" ama, ricambiata, Josè, lo spagnolo nemico del suo popolo. Il padre vende la fanciulla in sposa ad un ricco uomo che l'adora come una Dea, ma Tay-See ama solo Josè e quando scopre che l'uomo è stato fatto prigioniero e verrà condannato a morte, scappa con lui. Ma i loro nemici li inseguono, per metterli a morte condannandoli ad un terribile supplizio: essere schiacciati da un elefante...


Nota di Lunaria: uno dei romanzi meno famosi di Salgari, che, sotto la patina di scenari esotici (tipiche dei romanzi più famosi di Salgari e anche qui, descritti benissimo) vira molto di più su atmosfere Rosa "alla Delly", con l'amore contrastato per motivi etnici e politici. è molto breve, mi è piaciuto e anche se rispetto ai capolavori "I Misteri della Jungla Nera" o "Il Corsaro Nero", questo "La Rosa del Dong Giang" è molto più sentimentale (non mancano comunque i tipici elementi salgariani: la tigre, la galea che naviga, gli inseguimenti, i duelli...) e potrebbe piacere alle appassionate dei vecchi romanzi Rosa, quelli stile Delly, per intenderci, più che non agli appassionati di libri d'avventura. Ma se vi capita, dategli una lettura.


Gli stralci più belli:

"Era una notte magnifica, una di quelle notti limpide, profumate, incantevoli, proprie dei climi tropicali.

Nelle immense profondità del cielo, fra miriadi di stelle di uno splendore vivissimo, vagava nell'azzurro trasparente l'astro notturno, illuminando come in pieno giorno il fiume, che calava dai lontani monti del settentrione a guisa d'un immenso nastro d'argento, facendo scintillare vagamente le tegole azzurre dei templi e i dorati comignoli delle svelte torri e dei campanili dai tetti arcuati. (...) La notte, da splendida, era diventata, tutto ad un tratto, oscura, a segno che non ci si vedeva a dieci passi di distanza, e l'aria si era fatta pesante, soffocante. Dalle nere nubi, turbinanti nella profondità del cielo, cominciavano a scendere impetuosi i soffi di vento, ora da nord e ora da sud, incontrandosi con tremendi ruggiti (...) tornavano a scuotersi tutte le foreste, a gemere lugubremente i rami, a piegarsi i bambù, a mugolare le fieri atterrite."

"Il canto del gallo selvatico risuonò sotto le oscure volte della foresta. "Tutto è contro di noi, José", diss'ella rabbrividendo. "Anche il gallo predice sventura!" "Ma io la sfido questa ventura!" In quel mentre un lampo rischiarò la notte fino agli estremi limiti dell'orizzonte, seguito da un tuono assordante, spaventoso. Lo spagnolo si terse la fronte madida di sudore (...) Poco dopo cominciarono i lampi a succedersi con fantastica rapidità, illuminando di una luce tremula, azzurrognola, la tempestosa notte, e i tuoni a rombare furiosamente, ora secchi, violenti, assordanti, e ora lunghi, perdendosi in lontananza. Il vento, non più frenato, si diede a ruggire con estrema violenza, seco travolgendo l'acqua che cadeva a torrenti, e le folgori solcavano a centinaia l'aria, percuotendo le vergini foreste e abbattendo i più alti alberi."

"Era bello, era sublime vedere quell'uomo tutto amore fendere il turbine con la donna amata, mentre intorno a lui scrosciavano le folgori, ruggiva sempre più tremendo il vento, tutto si piegava e tutto rovinava sotto le possenti ali del turbine."


Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2022/07/le-tigri-di-mompracem-di-salgari.html https://intervistemetal.blogspot.com/2020/10/emilio-salgari.html https://intervistemetal.blogspot.com/2021/01/il-corsaro-nero.html https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/jolanda-la-figlia-del-corsaro-nero-di.html https://intervistemetal.blogspot.com/2021/09/i-misteri-della-jungla-nera-di-salgari.html





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