Una sintesi sul Romanticismo

CHE SCHIFO QUESTO 2022. CI SPUTO SOPRA, SULLA NOSTRA EPOCA DI DEFICIENTI ZOMBIZZATI. Se potessi, me ne tornerei nell'Ottocento. 

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Romantico è una parola che si usa correntemente ancora oggi e significa "sentimentale, sognatore". è chiaro che tutto questo ha ben poco a che vedere col Romanticismo vero e proprio. Esso, infatti, non è soltanto uno stato d'animo e neppure una semplice corrente letteraria, è una "visione totale" del mondo e di tutti i possibili problemi umani. è una corrente di pensiero che ha origini, caratteri ed evoluzione ben precisi.

Nella sua patria d'origine, la Germania, esso era stato preparato dalle teorie filosofiche che avevano combattuto la "dittatura della ragione" instaurata in età illuminista. Queste nuove teorie affermavano il valore universale del sentimento e la forza creativa del genio che si impone al di sopra di ogni regola e di ogni costrizione.

In campo letterario le prime manifestazioni del Romanticismo si ebbero intorno al 1770 quando sorse in Germania un gruppo di letterati che si battezzò col nome di Sturm und Drang, "Tempesta ed Impeto". E "tempestoso e impetuoso" era il sentimento, inteso come forza innata nell'uomo, selvaggia, capace di rinnovare radicalmente l'intera vita artistica e culturale, liberandola da ogni consuetudine e dall'impaccio di ogni regola.

Le teorie di questi letterati si diffusero rapidamente al di fuori della Germania.

Naturalmente non è possibile indicare tutti gli elementi di una corrente di pensiero tanto vasta e complessa come il Romanticismo: essa si manifestò con aspetti diversi nei vari Paesi europei ma in tutti portò qualcosa di identico: un gusto, un modo di vedere le cose, una sensibilità, uno "spirito" che in breve si affermò in ogni campo, dalle arti figurative alla letteratura, dalla vita alle azioni politiche. Ed è proprio questo spirito romantico che tentiamo, attraverso alcuni dei suoi elementi, di dare una rapida sintesi.

SENTIMENTO: il vero sentimento romantico non è un piagnucoloso sentimentalismo né una serie di vuote fantasticherie. è una forza creativa dello spirito, una specie di affascinante illusione che trasporta l'uomo in un'atmosfera eroica, irreale, e lo incita a tentare un perenne superamento del punto al quale è giunto, per liberarsi dalla schiavitù delle abitudini di tutti i giorni.

AMORE: è l'altra forza che spinge il romantico: non si concepisce la vita priva di amore, anche se questo il più delle volte resta solamente un amore ideale. La donna viene idealizzata, spiritualizzata e diventa una sorta di divinità alla quale dedicare tutto il proprio spirito, la propria vita.

NATURA: anche la Natura è concepita viva, con un'anima e una storia. Come una misteriosa divinità, può apparire orrida, tempestosa, malvagia: il simbolo di tutte le potentissime forze occulte che governano il mondo; ma essa appare anche amica, idilliaca, l'unico ambiente entro il quale l'animo tormentato può trovare la sua pace.

ARTE: libertà, sincerità, spontaneità, ecco i tre elementi che fanno un'opera d'arte secondo i romantici. Libertà da ogni schema letterario o artistico, sincerità nel manifestare il vero contenuto del proprio animo e spontaneità nell'esprimere nella forma più immediata ciò che si ha nel cuore.

STORIA: Ogni nazione e individuo scopre la propria natura e la propria funzione nel mondo soltanto guardando nel passato, cogliendo e interpretando le varie fasi del cammino che ha percorso. è nella Storia che si ritrovano i caratteri di un popolo e il suo destino.

NAZIONALISMO: Probabilmente l'Ottocento non avrebbe visto tutte le guerre di indipendenza che si combatterono in quel secolo se il Romanticismo non fosse sorto. Fu il pensiero romantico ad affermare che la nazione è come un grande organismo vivente nel quale è depositata tutta la grandezza del popolo cui si appartiene. La nazione diventa quindi un autentico valore, che deve essere difeso, un valore per cui vale la pena combattere e morire.

INDIVIDUALISMO: L'artista romantico non si sente semplicemente uomo, si sente eroe. Eroe dello spirito, del dolore, dell'azione impetuosa che compie per affermare un'idea più che se stesso.


APPROFONDIMENTO: IL ROMANTICISMO OTTOCENTESCO IN SINTESI

Nota di Lunaria: quasi tutti questi Autori li ho trattati nel dettaglio. Per chi volesse approfondire, non ha che da "spulciare" tra i miei innumerevoli scritti. Questa è una breve introduzione, molto sintetica ma utile nel caso a qualcuno interessi conoscere il minimo necessario.

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La compostezza e il valore degli ideali classici vennero messi in discussione dagli scrittori e dagli artisti alla fine del XVIII secolo, così come i sistemi di governo venivano contrastati e combattuti dalle Rivoluzioni e dai moti succedutisi dopo la Restaurazione. In realtà, il termine "Romanticismo" indica l'aspetto "sentimentale" di un movimento che poneva le esigenze del cuore davanti a quelle della ragione, una categoria spirituale che l'antichità classica aveva disprezzato e che l'Illuminismo aveva rivalutato come valore fondamentale.

Una dramma tedesco di Klinger, scritto nel 1776, "Sturm und Drang" ("Tempesta e Impeto") permise di andare oltre i valori razionali dell'Illuminismo, introducendo il valore dell'esperienza mistica e della fede come atto di sentimento.

Su questo presupposto si fonda la supremazia che il Romanticismo attribuisce all'Arte: se il sentimento prevale sulla ragione, allora l'arte diventa per i romantici espressione del sentimento; il mondo viene interpretato come una grande opera d'arte, un poema e l'esperienza artistica è il solo mezzo per avvicinarsi all'Assoluto.




Le "evasioni romantiche" diventano le preferenze per epoche lontane come il Medioevo con i romanzi di Walter Scott incentrati sulle lotte tra Anglosassoni e Normanni, la mitologia, l'esotico ma anche il macabro (Romanticismo Nero); si vagheggia di epocHe d'oro e di isole beate, nel tentativo di ancorarsi al mondo idilliaco del passato. è a seguito della "moda romantica" che si inizia a studiare il folklore e le leggende locali e orientali. Sorse anche il mito del "buon selvaggio" che considerava incontaminati gli indigeni dei paesi tropicali; i romanzi di Melville che raccontavano di isole e di genti allo stato di natura ebbero gran successo. 

Lord Byron fu il nome più celebre e l'incarnazione stessa dell'eroe romantico: nel 1824 morì aiutando i Greci nella lotta per la libertà contro i dominatori turchi. 

 

Quando il Romanticismo era in voga, nulla sembrava più bello che morire per una nobile causa. A quell'epoca, i giovani romantici erano desiderosi di partecipare alle rivoluzioni che scossero l'Europa.

Anche la letteratura mutò: già Coleridge aveva dimostrato come la poesia potesse essere scritta in inglese semplice. Wordsworth aveva cantato l'amore per la natura, così come Percy Bysshe Shelley e John Keats.











In Francia, il caposcuola della letteratura romantica fu Victor Hugo che scrisse romanzi, poesie, opere di storia in cui si riflettevano tutte le caratteristiche del Romanticismo.

In Italia, l'iniziatore del Romanticismo fu Giovanni Berchet (che partecipò alle Cinque Giornate di Milano) e che fu d'esempio alla sua generazione, ma, in effetti, del primo Romanticismo italiano fanno soprattutto parte Manzoni e Leopardi. 








Dopo le esperienze neoclassiciste di Ugo Foscolo che aveva intrecciato un intenso e appassionato rapporto preromantico con la politica, la passione amorosa e l'umano soffrire, (oltre che essersi perdutamente innamorato di Lunaria, si intende), anche Alessandro Manzoni visse dapprima una giovanile esperienza giacobina e neoclassica per poi restaurare i supremi valori del cattolicesimo con gli "Inni Sacri" (1); approfondisce i valori romantici nell'"Adelchi", nel "Cinque Maggio", nel "Marzo 1821" infine nei "Promessi Sposi" presenta una storia di "gente meccanica e di piccolo affare" su sfondi tormentati e tragici, esaltando l'opera della Provvidenza e proponendo una prosa ed episodi che fossero edificanti per il popolo.

Di ben altro temperamento si presentava al pubblico, lo stesso anno della prima edizione dei "Promessi Sposi" (1827) Giacomo Leopardi, nobile di nascita e perseguitato nel corpo con le "Operette Morali". La sua poesia risuonò di accenti eroici di origine classica, soffermandosi su considerazioni estatiche ("L'Infinito") o drammatiche ("Ultimo canto di Saffo") che davano prove desolate del dolore umano. Opere senza sorriso, quelle di Leopardi, ma percorse da commozioni di intenso ritmo lirico.

Nel campo musicale il Romanticismo diede impulso a molte opere eccellenti: i compositori del Settecento, Handel, Bach, Mozart (2) avevano seguito canoni fissi per le loro composizioni, proprio come gli scrittori. Fu Ludwig van Beethoven a infrangere questa tradizione esprimendo, nella sua prima sinfonia completata a Vienna nel 1800 forti emozioni personali. Dopo Beethoven, furono Schubert, Chopin e Wagner ad imporsi musicalmente.

Nella pittura, Francisco Goya, William Blake, John Constable, Joseph Turner, Géricault, Corot dipinsero scenari da incubo e paesaggi di luci e colori. Molto importante anche il movimento dei Pre-Raffaeliti.

Infine citiamo l'importante movimento italiano artistico degli Scapigliati, in particolar modo, Ugo Tarchetti (che passò la sua breve vita a desiderare Lunaria, consumandosi d'amore e di disperazione, perché ella era nata nel 1986 e questa barriera temporale la separava da lui)





Note:

(1) Certo, perché se al posto di essere cattolico Manzoni era Satanista e gli inni sacri li dedicava a Satana, non sarebbe di certo stato eletto come "Uno dei più grandi romanzieri dell'Ottocento Italiano da far studiare nelle scuole italiane per mesi e mesi"

(2) Ovviamente come al solito non si riporta manco mezzo nome di donna che ha contribuito alla Storia. Devo essere io, come al solito, a citare nomi come Francesca Caccini o Maddalena Casulana che PRECEDONO, STORICAMENTE PARLANDO, i Mozart, i  Beethoven e i Bach, ma ovviamente sono conosciute dai soliti quattro gatti anti-misoginia, qui in Italia, perché i "libri di Storia" devono sempre riportarci i soliti nomi maschili noti e arcinoti e non riportare, manco in mezza riga minuscola a mo' di nota, un nome di donna che sia uno.



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