Criptozoologia!

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La Clipeologia è una disciplina che si interessa di scoprire le apparizioni degli UFO nel passato. La parola deriva da "clipeus", uno scudo rotondo, diffuso al tempo dei Romani; il termine "Clipei ardentes", scudi infuocati, venne usato per indicare le apparizioni celesti osservate dagli scrittori antichi come Plinio il Vecchio, Giulio Ossequente, Licostene, Cassio, Tito Livio.
Gli avvistamenti di UFO in epoche remote sarebbero rintracciabili nei testi sacri di certe religioni, nei resoconti di cronache, nelle miniature, nei bassorilievi, nei dipinti. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/breve-introduzione-allufologia.html)

La Criptozoologia ("Zoologia nascosta") studia invece i "mostri" per dimostrare che le apparizioni di questi strani esseri hanno spiegazioni scientifiche; alcuni ufologi tendono a collegare l'avvistamento di mostri sconosciuti con atteraggi di UFO.

Tutte le cronache antiche e le leggende di ogni popolo narrano di strani esseri: il Kraken nei mari del Nord, il serpente Haselwurm
del Trentino, il Kaptar, il Bigfoot e lo Yeti del Caucaso, il Mhorag,
il Nuckelavee (1) e il mostro di Loch Ness in Scozia; quest'ultimo sarebbe stato avvistato almeno 300 volte a partire dal VI secolo d.c


Anche negli Stati Uniti sono diffuse molte leggende su strane creature: i "Fearsome Critters", 80 strani animali che popolano i racconti dei taglialegna del Minnesota e del Wisconsin. (vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/04/strane-apparizioni-in-arizona-in.html)


Alcune di queste creature sono state fotografate o riprese in video:
il "Gugwe", in Canada, un umanoide peloso, presente nella mitologia micmac; il Wendigo, un cannibale gigantesco, narrato nella mitologia degli Algonkini; (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/il-wendigo.html)

è diffuso anche in altri mitologie (in Canada è chiamato Weetigo o Witiko, Kiwakwe nel Maine e Strendu nei racconti degli Uroni).
Anche gli Inuit hanno leggende su umanoidi di grossi dimensioni, innocui o aggressivi: i Toonijuk; sono simili ai Mahoni dello Yukon e ai Sasquatch o Bigfoot della Columbia britannica.


(Nota di Lunaria: a questa lista aggiungo i Nightcrawlers, ripresi in video: sono esseri filiformi e opalescenti con una piccola testa e due lunghe gambe, privi di braccia)


Ci sono poi mostri acquatici che ricordano i dinosauri: il Champ, che infesta il lago Champlain (a confine tra lo stato di New York e il Vermont), Igopogo, un rettile con pinne che nuota nel lago Simcoe, in Canada; il Manipogo o Winnipogo, il mostro dei laghi Manitoba e Winnipegosis e il famoso Ogopogo, lungo 130 metri e largo 4,
che vive nel lago Okanagan.
 
In Cina, si racconta del mostro del lago di Shennonjia, una specie di rospo gigantesco coperto di pelliccia dorata; anche il lago vulcanico Tianchio, tra la Cina e la Corea del Nord, ospiterebbe una creatura a forma di pesce con testa simile ad un cavallo, avvistato l'ultima volta nel 2002.
Il Jersey Devil ("Diavolo del Jersey") è stato avvistato da molte persone a partire dal 1909: è alto un metro, ha testa di cane, corpo di cavallo, zampe posteriori sottili, zampe anteriori con artigli, alato come un pipistrello.


Lo Yale (o Eale, Jall, Centicora) è un mostro dell'Etiopia, testimoniato anche dai resoconti di Plinio il Vecchio: sarebbe un grande ippopotamo con la coda da elefante, il mantello nero, la mascella simile a quella di un verro e delle corna mobili; compare persino nei bestiari medioevali.

In Africa sono stati fotografati molti sauri preistorici che vivono nelle profondità dei laghi, come il Mokele-mbembe, in Congo.


Infine citiamo uno dei mostri più noti: lo Yeti dell'Himalaya, "l'abominevole uomo delle nevi", avvistato dagli alpinisti e presente nel folklore himalayano da secoli.
(Nota di Lunaria: in Mongolia invece c'è l'Alma, simile al Bigfoot e allo Yeti)


Alcune di queste leggende si sono rese realtà: per esempio si sono scoperti "il Mostro della Tasmania", lungo 7 metri, privo di occhi, bocca e scheletro e in Ecuador nel 1975 si è ritrovato il Thyrodattilo, un rettile volante.

(1) Omaggiato dai Lacrota, band inglese di Death Metal (a tinte Metalcore) 



Aggiungo anche un approfondimento sui Fuochi Fatui

Fuochi Fatui: secondo la credenza, sono degli spiriti costretti a vagare nelle notti in forma di fiamma o globi lucenti.
A volte si mostrano anche agli esseri umani.
In Valtellina, Val Chisone e Val di Lanzo è molto frequente vederli; in Liguria è attestato il fenomeno del "Chiaro dei fichi mori", che si manifesta davanti ai contadini: è una sfera di luce azzurra che sibila, emette un ronzio e si aggira intorno alle case e alle persone che viaggiano di notte; nel ferrarese sono chiamati "lumazze", "lumiere" in veneto e "lusuri" nelle zone attorno a Brescia.
Questo tipo di fiammelle volanti sono presenti nel folklore di tutto il mondo.


Nota di Lunaria: nel film horror italiano "Dellamorte Dellamore" (1994) c'è una scena famosa: 
l'amplesso dei due protagonisti nel cimitero, attorniati dai fuochi fatui.



APPROFONDIMENTO SUL CHUPACABRAS: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/chupacabras.html


GALLERIA DI IMMAGINI:




















 
APPROFONDIMENTO: MAGIA NERA E CREATURE MOSTRUOSE IN AUSTRALIA

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Fantasmi e creature mostruose sono una costante in Australia. Già temuti dagli Aborigeni, vennero anche avvistati dai coloni. Ad est di Boulia (Queensland), è possibile osservare delle luci vaganti, chiamate dagli Aborigeni "Min Min". Henry Lamond nel 1912 vide avvicinarsi delle luci. Inizialmente pensò ai fari di un automobile, ma poi se le vide venire incontro, per poi svanire gradualmente. Anche nel 1941 un agente di borsa in viaggio tra Boulia e Warenda, passando accanto ad un cimitero, vide una luminescenza che si alzava da una tomba. Ancora oggi, questa strada è abbastanza inquietante.
C'è poi Hanging Rock, nello Stato di Victoria. Sembra che alcune persone siano sparite.
 
Da queste sparizioni si è ispirata Joan Lindsay per il suo romanzo, da cui venne tratto il celebre film di Peter Weir "Picnic ad Hanging Rock" (Nota di Lunaria: che vidi parecchi anni fa e che mi piacque abbastanza, ma purtroppo non lo possiedo in DVD e dovrei rivederlo).


Ancora oggi, comunque, questi luoghi rocciosi, insieme ad Ayers Rock e Bermagui, sono inquietanti. Si crede che le sparizioni siano operate da misteriose nuvole rosse e per gli Aborigeni questi luoghi sono dei portali tra il nostro mondo e i Grandi Antichi.
L'Australia è famosa anche per l'avvistamento di creature mostruose e tremende che infestano i laghi e la paludi. Creature come il Noocoonah, il Moha-Moha e il Bunyip divorerebbero gli sfortunati che se li trovano davanti.


 
Il Noocoonah sarebbe una specie di essere peloso e gigantesco, le cui orme, ritrovate sul terreno, sono di un piede tre volte più grande di quello di un uomo!


Gli Aborigeni credono anche all'esistenza di un diavolo, il Kootcchie che porta gravi epidemie. Gli Aborigeni praticano degli esorcismi, battendo il terreno con una coda impagliata di canguro, affinché la polvere sollevata scacciasse il demone e gli altri spiriti nefasti. Esiste poi il fenomeno delle "colonne di sabbia" erranti per il deserto, che si crede siano spiriti erranti. Altre testimonianze parlano di "serpenti pinnati", di 10 o 20 metri di lunghezza, simili ai nostri draghi, che nuotavano lungo le coste dell'Australia. Anche in Nuova Zelanda sono stati avvistati "mostri dal collo lungo". Qualcuno dice di aver visto anche "cavalli marini", lunghi dai 10 ai 30 metri e anguille giganti di trenta metri.
L'Australia è famosa anche per il fenomeno dei "pesci cadenti": durante le piogge, possono cadere migliaia di pesci o di anatre, insieme alla pioggia. Lo yeti australiano è chiamato Yowie, è alto due metri e mezzo ed è coperto di peli. è stato avvistato tremila volte fino al 1979.
Ovviamente, non possono mancare anche gli avvistamenti di UFO!, anche perché molti miti religiosi degli Aborigeni sembrano parlare di "abitanti dello spazio"; inoltre alcune pitture rupestri dell'Oceania e dell'Australia (ma anche del Sahara) mostrano esseri antropomorfi che indossano una specie di casco spaziale; 



altre immagini raffigurano pesci "a raggi X", con lo scheletro in evidenza. Anche gli Aborigeni, come molti altri popoli, hanno storie che parlano di un diluvio e di giganti che popolavano la Terra. 

Gli Aborigeni hanno molte divinità, ma è interessante notare che femminilizzano i monsoni  chiamandoli "sorelle Wawilak"; una di queste Dee-monsone è immaginata come una madre che si porta appresso il figlio, mentre l'altra è sempre incinta. Ambedue le sorelle cercano di fermare con la danza e il canto la pioggia che provocano, accoppiandosi con gli uomini. Fu un serpente a punire le sorelle, divorandone i figli, che poi vennero rigurgitati. Le Sorelle allora insegnarono agli uomini, nei sogni, i riti per celebrare il percorso iniziatico della morte e della risurrezione. Altre due sorelle, chiamate Djanggawul, erano le Madri della Fertilità.

Anche il Serpente Arcobaleno è una divinità molto importante, un Antenato dell'Età del Sogno, il tempo mitico agli albori della creazione.
Questo Serpente Arcobaleno a volte viene identificato come la Grande Madre, oppure è ritenuto androgino; è considerato il Dio\la Dea della Creazione e della Distruzione, simbolo del Bene e del Male, una divinità che dava colore alle madreperle, al quarzo, al mare, alla notte, al sole, che si riflette in ogni goccia d'acqua. Puniva gli uomini con epidemie ed inondazioni.


 
Nota di Lunaria: ovviamente esistono molte altre culture che veneravano i serpenti! Ho detto miliardi di volte che nella Bibbia il serpente NON identifica il Diavolo (concetto inesistente nel primigenio pensiero ebraico) ma rappresentava la Dea che si contrapponeva a jahvè. 
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/nu-wa-e-il-serpente.html

Ogni Aborigeno teme la magia nera. La forma più terribile di magia nera è la Kundela, la magia dell'osso: dopo essere stato coperto con segni particolari, l'osso umano è puntato verso il luogo dove si trova il nemico, poi si dice "Vola veloce attraverso la notte\osso mortale \frantumagli le costole\trapassagli il ventre\e torci e taglia affinché sappia\che non c'è scampo da noi". Lo spirito che dimora nell'osso esegue la vendetta. Molte diffuse anche le fatture realizzate inserendo pietre e schegge nelle orme dei nemici.
Come altre culture, anche gli Aborigeni erano convinti che le donne restassero incinte quando degli spiriti-bambini abbandonavano alberi e rocce per entrare nel corpo della donna. Alcune donne per evitare di restare incinte, se passavano in certi luoghi ritenuti infestati dagli spiriti desiderosi di reincarnarsi, fingevano di essere vecchie e si curvavano, sperando di essere lasciate in pace.
Ed, esattamente come altri popoli, anche gli Aborigeni praticavano il totemismo animale o vegetale (in certe culture, si praticava il totemismo anche con gli eventi atmosferici): una persona o un clan avevano una speciale relazione magica, fatta di prescrizioni, usi e divieti, con un tipo ben preciso di animale o di pianta.
Ci sono poi delle cose inspiegabili, legate agli Aborigeni. Per esempio, sembra che alcuni di loro fossero capaci di comunicare per telepatia. Qualcuno ha azzardato che la telepatia fosse diffusa anche presso i  Neanderthaliani perché la loro mascella non consentiva un linguaggio articolato. I Papua della Nuova Guinea hanno una memoria prodigiosa e riescono a ricordare con estrema precisione tutti i particolari della navigazione, oltre a percepire il vento e le stelle. Anche gli Aborigeni conoscono con precisione il deserto, sapendosi orientare perfettamente e riescono anche a trovare l'acqua, capendo anche a che profondità scorre! Riescono anche a percepire le vibrazioni degli animali, semplicemente mettendo una mano a terra.
è stato osservato anche un fenomeno, noto come "suicidio psicologico", che colpisce Aborigeni e Maori. La maggior parte di loro ha un fisico molto resistente, ma se credono di essere stati colpiti da incantesimi, maledizioni o da armi stregate,
muoiono in pochissimo tempo, senza nessuna malattia apparente. Tra l'altro gli Aborigeni hanno un tasso di suicidio molto elevato; il 15% della popolazione carceraria in Australia è formata da Aborigeni. L'ubriachezza, la droga, la disoccupazione, il razzismo sono elementi che portano gli Aborigeni in carcere e quando sono reclusi muoiono.


Per approfondimenti, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/aborigeni-storia-miti-credenze.html

Nota di Lunaria: riporto anche una storia terrorizzante che si racconta in Namibia

I paesaggi aridi e selvaggi della Namibia vengono spesso utilizzati come "fondali" per diversi film o spot pubblicitari.
Un intero film girato in Namibia è "Demoniaca", basato su un demone della sabbia assassino.


  
"Alle origini, ai tempi della luce purpurea, il vento del deserto (*) Su-mupuà era un uomo come noi. Poi, per una maledizione gli spuntarono le ali e cominciò a volare come un uccello. Da quel giorno divenne cacciatore e come un falco volava in cerca delle sue prede rifugiandosi in quegli sperduti angoli del mondo dove la magia ancora sopravvive. Ma essendo stato uomo egli è ancora schiavo delle passioni umane. Il popolo del grande Namib, io e i miei antenati prima di me diamo un nome particolare a quella maledizione che viene dal nulla: la chiamiamo "Demoniaca".   

(*) E si ricordino tutte le divinità associate ai venti e alle tempeste: Lilith, Oya, Pazuzu... Tra l'altro Lilith ha ali di uccello ed è accompagnata dalle civette. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/lilith.html


  
si noti la somiglianza con i piedi artigliati e le ali di Pazuzu, "Signore dei demoni del vento violento",


anche lui legato al vento: ma perché Lilith ne ha due e Pazuzu quattro? Sarebbe interessante ricercare possibili risposte.

"Io sono Pazuzu, figlio di Hanpa, re dei cattivi spiriti dell'aria, che sorge dalle montagne sferzate dalla tempesta, sono proprio io!"

e ancora:

"Colui che rivaleggia con tutti gli altri venti, colui che avanza tuonando con furia di uragano, la cui vista è terribile, colui che governa le regioni del mondo, che devasta le chiare montagne."

Ma è possibile ritrovare leggende di creature maligne anche nel folklore popolare.

"Mentre me ne stavo seduto sulla veranda del Cardboard Box Bar di Windhoek, trangugiando una Windhoek Lager e osservando uno dei migliori tramonti africani, mi capitò di rivedere un amico - uomo dalla spiritualità molto marcata - che era appena ritornato da Oshakati, nell'Owambo. Nessuno di voi aveva tanta voglia di parlare e rimanemmo quindi seduti in silenzio a guardare gli ultimi bagliori del tramonto che si spegnevano lentamente ad ovest. Quando comparvero le prime stelle, presi il coraggio a quattro mani e chiesi al mio amico la sua opinione in merito a un'esperienza che avevo vissuto anni addietro. Era la prima volta che ne parlavo. Dopo quella sera lo avrei fatto ancora, ma allora esitavo per timore di essere scambiato per matto.
A quel tempo guidavo i safari e conducevo quindi una vita normale. Una volta mi trovai ad accompagnare un gruppo dalle dune del Namib sferzate dalle tempeste di sabbia alla relativa calma di Naukluft. Cinque ore più tardi avevamo terminato di piantare le tende a Koedoesrus, all'ombra di antiche acacie e delle cime frastagliate dei monti Naukluft. Dopo cena, i turisti che accompagnavo si ritirarono nelle loro tende e io mi coricai accanto alle ceneri ardenti dei falò, addormentandomi sotto un cielo nero come l'inchiostro punteggiato di stelle. Alcune ore dopo, però, fui svegliato dal rombo di un tuono e mi affrettai quindi a coprirmi con la tela cerata per ripararmi dalla pioggia. Cercai di riaddormentarmi, ma di lì a poco un lampo illuminò le vette circostanti e iniziai a sentire il picchiettio della pioggia sul mio riparo improvvisato. Ora la mia unica preoccupazione era quella di mantenermi il più asciutto possibile, impresa che si rivelò estremamente ardua in quanto il temporale aumentava di intensità. Ben presto realizzai che il mio era uno sforzo inutile: pioveva a catinelle e tutto quello che potevo fare era cercare di ignorare l'umidità che filtrava nel mio sacco a pelo e calcolare le possibilità che avevo di rimanere schiacciato sotto un'acacia colpita da un fulmine. Improvvisamente con la coda dell'occhio captai un movimento nei cespugli. Uno sciacallo, pensai, che spera di trovare qualcosa da mangiare - tendevo ad escludere che un uomo potesse andarsene in giro in una notte come quella. Diedi una rapida occhiata alle tende per assicurarmi che i miei clienti fossero tutti chiusi dentro, al sicuro e all'asciutto, cercando di ignorare il tumulto che si scatenava al di fuori dei loro ripari. Ma ecco di nuovo quel movimento. Guardai in quella direzione e un lampo mi rivelò una figura che sembrava quella di un bambino, vestita di stracci e con un grande bastone nodoso in una mano. Mi chiesi se fosse il caso di chiamare aiuto, ma c'era qualcosa che non quadrava. Mentre la figura si avvicinava i lampi svelavano altri dettagli e, quando giunse a non più di 10 metri da me, un lampo più luminoso degli altri mi mostrò che non si trattava di un bambino bensì di un uomo vecchissimo, piegato in due e paurosamente claudicante. Il viso era coperto di stracci e si trascinava avanti col capo chino, appoggiandosi pesantemente al bastone. A un certo punto alzò lentamente lo sguardo su di me, seduto immobile sotto la pioggia, e mi colpì il fatto che la sua pelle era blu. Poi vidi gli occhi di un penetrante blu elettrico che scintillavano al buio e mi fissavano, carichi d'odio. Ebbi l'impressione di trovarmi di fronte al male in persona e tremai, terrorizzato, tenendo lo sguardo fisso su di lui finché non si girò lentamente allontanandosi nella tempesta. Sparito che fu il vecchio, il tempo cambiò e uno dei più violenti temporali che abbia mai visto si allontanò così come era venuto. Per un bel po' rimasi seduto, bagnato e sconvolto, poi ritornai in me e mi misi ad attizzare il fuoco. Non riuscii più a riaddormentarmi e trascorsi il resto della notte cercando di fare il possibile per asciugarmi.
La veranda ora era immersa nella quiete e nell'oscurità, smorzate appena dalla fioca luce e dal sussurro delle voci provenienti dal bar. "Be', cosa ne pensi?", chiesi. Mentre il mio amico rifletteva sul mio racconto, una donna herero, che era seduta al tavolo vicino e intrecciava i capelli a un'amica, si avvicinò. Era molto nervosa e continuava a guardarsi i piedi e mormorare la parola "Oshilulu".
"Oshilulu?", chiesi. "Sì", disse dopo un momento di esitazione. "Oshilulu è uno spirito maligno conosciuto in tutta l'Africa meridionale sotto diversi nomi: alcuni lo chiamano Tokoloshi", mi disse, "ma è sempre blu", e io dovevo ritenermi molto fortunato che nulla di orribile mi fosse successo in quella notte tempestosa. Ancora oggi quando vedo una tempesta incombere sugli immensi spazi di questo paese, mi chiedo quali malvagità stia escogitando quell'essere, e se mai avrò la sfortuna di rivederlo."
(Sam McConnell)