I montanari di Cervino raccontano questa leggenda riguardante la Stella Alpina.
Una giovane della valle aveva sposato un montanaro che, come tutti quelli del paese, conosceva e amava con tutta l'anima la montagna. Saliva spesso verso i ghiacciai, per cogliere profumatissimi genepì, la pianta fortemente aromatica che serve per fabbricare il famoso liquore, e vi andava anche per dare la caccia alle marmotte. I due sposi vivevano modestamente dei loro guadagni e poiché si volevano bene, erano felici come due principi.
Un giorno, il giovane sposo partì, come aveva fatto tante volte, ma non fece più ritorno.
Invano la moglie lo attese per tre giorni: nessuno lo aveva visto sulle montagne e nessuno sapeva dare notizie.
Allora la povera sposa prese sulle spalle il sacco anche lei e salì verso il ghiacciaio per vedere di rintracciarlo. Scorse tutte le cime, esaminò le valli, cercò in tutti i crepacci e finalmente lo rinvenne. Ma lo trovò morto, tra due lastroni di ghiaccio.
Affranta dal dolore, la povera sposa sedette sulla sporgenza della roccia e non pensò più a ritornare verso casa. Si mise a piangere e a lamentarsi tutta notte. All'alba, quando si imbiancò il cielo, i suoi capelli e le sue ciglia erano coperte di un velo di brina, come una peluria d'argento.
"Signore", disse la sposa rivolgendo gli occhi al cielo, "io non ho il coraggio di staccarmi da mio marito, lasciatemi qui sulla balza di questa rupe perché io possa vederlo sempre nel suo letto eterno di ghiaccio."
Iddio ebbe pietà della sposa innamorata e la convertì nel fiore più bello delle Alpi: la Stella Alpina.
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