"Negotium perambulans" di Benson (Horror)

 "(...) E sul quarto pannello, una scena che mi turbava più di tutte. Tale pannello (mio zio scese dal suo pulpito per ricostruirne le fattezze consumate nel tempo) rappresentava il portico coperto del cimitero di Polearn, e di fatto la somiglianza, quando indicata, risultava evidente. All'entrata si trovava la figura del prete in tonaca che teneva sollevata una croce, con la quale affrontava una terribile creatura, simile ad un enorme lumacone, che si innalzava di fronte a lui. Esso, secondo l'interpretazione di mio zio, era una presenza maligna, come quello di cui aveva parlato a noi ragazzi, dal potere spaventoso e pressoché infinito, che poteva essere combattuta solo con saldezza di fede e purezza di cuore. Sotto si leggeva la scritta "Negotium perambulans in tenebris" dal 92° salmo. C'era anche la traduzione "la pestilenza che cammina nel buio" che rende appena il testo latino. Era più mortale all'anima di qualsiasi pestilenza che possa uccidere il corpo: era la Cosa, la Creatura, l'Essere che si agitava nell'Oscurità del cosmo, un ministro della collera di Dio che punisce gli ingiusti..."


"Mi voltai e vidi quello che lui vedeva. L'Essere era entrato, e ora strisciava veloce sul pavimento verso di lui, come una specie di enorme bruco. Emetteva una debole fosforescenza e se anche il crepuscolo di fuori aveva lasciato spazio alle tenebre della notte, io potevo distinguere chiaramente la spaventosa luce della sua presenza. Da esso veniva anche un odore di cancrena, di putrefazione, come da melma a lungo rimasta sott'acqua. Sembrava privo di testa, ma sul davanti aveva un orifizio di pelle raggrinzita che si apriva e si chiudeva, perdendo bava alle estremità. Non aveva peli, esibiva conformazione e struttura di un lumacone. Mentre avanzava, la parte anteriore del suo corpo si sollevò dal suolo come un serpente che sta per colpire, e si appicciccò a lui... (...) Trascorsero pochi secondi, poi tutto fu compiuto. Le urla di quell'uomo sfortunato si spensero in gemiti e mormorii quando l'Essere cadde sopra di lui: fece un paio di respiri affannosi e poi più nulla. Per qualche interminabile momento si udirono gorgoglianti rumori di risucchio, quindi l'Essere strisciò fuori proprio come era entrato. Accesi il lume che lui aveva tentato di far funzionare; e allora lo vidi là, disteso sul pavimento, ridotto ad una scorza di pelle ammonticchiata confusamente sulle sue ossa sporgenti."


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