Breve introduzione a Borìs Pasternàk

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Borìs Pasternàk è morto nel 1960 e la sua fama è affidata al romanzo "Il dottor Zivago" che gli valse il premio Nobel per la letteratura, che le autorità sovietiche lo costrinsero a rifiutare.

Pasternàk nacque a Mosca il 29 gennaio 1890. Figlio di un pittore e di una pianista, studiò filosofia, recandosi anche in Germania.

Attratto dalla poesia e dalla musica, si legò al gruppo dei futuristi moscoviti ed esordì con la raccolta di poesie "Il gemello fra le nuvole", che ebbe però scarso successo.

Anche il suo secondo volume di poesie "Oltre le barriere", del 1917, non ebbe successo.

Il Pasternàk della produzione giovanile usava un verso pesante, legnoso, aspro, presentandosi come un futurista.

Nel 1917 esce "Mia sorella la vita", e Pasternàk comincia ad essere considerato un maestro che aveva dato inizio ad una nuova epoca della poesia.

Nel 1918 pubblicò "Temi e variazioni", manifestando la sua passione per la musica.

Pasternàk accetterà la Rivoluzione passivamente, in una specie di abulico abbandono, come il compiersi di una sorte ineluttabile. Considerava il comunismo come un'arida somma di progetti e di regole, una filza di dati economici, e pensava che il suo realizzarsi avrebbe represso gli impulsi individuali e distrutto la fantasia degli artisti.

Il sentimento angoscioso di un conflitto insanabile tra il poeta e la nuova società sovietica si riflette nel romanzo "Il dottor Zivago", autobiografia ideale dello stesso Pasternàk.

Così immagina la vita del poeta:

Levandosi a spirale in molti bracci,

egli si moverà simile al fumo

dai forami di un'epoca fatale

verso un'altra viuzza impenetrabile.

Eromperà, fumigando, da masse

di destini schiacciati a focaccia.

E i nipoti diranno, come della torba,

che brucia l'epoca d'un tale poeta.

Temi della poesia di Pasternàk sono le lunghe piogge notturne, il balenìo dei paesaggi, intrisi d'acqua, tra la bufera di neve, le afose burrasche d'estate, l'attesa della tempesta, il gelo, il disgelo e altre vicende meteorologiche.




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