A Isili abitava la famiglia di Pietro. L'uomo aveva due figlie, robuste e vivaci, Efisia e Grazia, e una figlia malaticcia che per il suo pallore e magrezza, faceva pietà a vederla. Soffriva sempre il freddo, ma niente poteva riscaldarla, così tutti la chiamavano "Friorosa", cioè "freddolosa", e il suo vero nome, Lauretta, nessuno lo ricordava più.
Pietro teneva con sé il nipote orfano, Barràli. Aiutava lo zio, proteggeva le cugine ed era da esse amato, ma mentre le prime due potevano esprimergli affetto, Friorosa non poteva: il gelido martirio che le serpeggiava nelle vene la legava ad una vita arida, desolata. Se provava ad accarezzarlo, il giovane diceva: "La tua mano, Friorosa, è come un pezzo di ghiaccio, dà i brividi", e sussultava, come se l'avesse sfiorato un rettile.
La fanciulla capì che non poteva donare nessuna dolcezza alle persone amate, e lo sconforto e l'avvilimento le resero più aspro il freddo che la torturava.
I sogni, però, fiorivano nel suo cuoricino triste: sogni dolci e innocenti che avevano il colore e la lucentezza della neve.
Ma non si poteva, con quelle membra di ghiaccio, rincorrere le farfalle.
La fanciulla pregava: "Dammi la possibilità, Dio, di essere utile, almeno per un attimo. La neve custodisce, benefica, i semi del grano; il ghiaccio può dissetare un viandante stanco; ma io, estranea a tutto ciò che nell'universo vive donandosi, non porto nelle mani gelide altro che un'inutile nostalgia."
Un giorno della torrida estate, sforzando le sue membra deboli, Friorosa si levò di buon mattino.
"è festa, e voglio divertirmi un poco anch'io", disse alle sorelle. "Verrò a passeggio con voi e Barràli."
"Brava, brava", risposero le sorelle. "Lo senti, finalmente, il caldo?"
"Io", disse Friorosa, "ho sempre freddo. Non voglio pensarci. Riderò con voi..."
A Barràli la decisione della ragazza freddolosa piacque.
"Ci voleva il sole d'agosto per farti uscire di casa, cuginetta di ghiaccio."
Allegramente, i giovani si misero in cammino.
Tuttavia, la povera Friorosa si stancò subito; ma non voleva essere di peso.
Il caldo si era fatto tormentoso.
Non c'erano fontane attorno.
Malgrado il caldo intenso, Friorosa aveva freddo.
Si lasciò cadere sfinita sopra una pietra.
Disse ai compagni: "Andate voi. Non posso più seguirvi."
Le sorelle vollero restare con lei, mentre Barràli andò a cercare una sorgente. Poco dopo, su consiglio di Friorosa, anche le due sorelle andarono a cercare una fonte d'acqua.
Friorosa restò da sola. Udiva, di lontano, la voce sconsolata di Barràli, delle sorelle, che invano cercavano dell'acqua.
"Oh, se potessi cambiarmi in fontana!", pensava Friorosa, "e offrire la delizia dell'acqua limpida e fresca!"
Sentì, poco dopo, una leggerezza piacevole. Dentro di sé il nodo di tormento si sciolse in un fluido scorrere di letizia, il corpo esile e freddo si mutò in acqua freschissima.
Grazia, Efisia e Barràli, ritornati indietro, constatarono il miracolo.
La sorgente che trovasi nei dintorni di Isili si chiama Friorosa: rivive lo spirito della fanciulla infelice che nella sua vita umana desiderò solo la gioia di donare.
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