"Le Tigri di Mompracem" di Salgari

Trama: il famigerato Sandokan, il capo dei pirati detti "Tigri di Mompracem", ha giurato vendetta contro gli uomini di razza bianca che hanno assassinato sua madre, i suoi fratelli e le sue sorelle.  Quando però si innamora, ricambiato, di Marianna...


Gli stralci più belli:

"La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situata nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo. Per il cielo, spinte da un vento irresistibile, correvano come cavalli sbrigliati, e mescolandosi confusamente, nere masse di vapori, le quali, di quando in quando lasciavano cadere sulle cupe foreste dell'isola furiosi acquazzoni; sul mare, pure sollevato dal vento, s'urtavano disordinatamente e s'infrangevano furiosamente enormi ondate, confondendo i loro muggiti cogli scoppi ora brevi e secchi ed ora interminabili delle folgori. (...) Chi però, venendo da oriente, avesse guardato in alto, avrebbe scorto sulla cima di un'altissima rupe, tagliata a picco sul mare, brillante due punti luminosi, due finestre vivamente illuminate. Chi mai vegliava in quell'ora e con simile bufera, nell'isola dei sanguinari pirati? Tra un labirinto di trincee sfondate, di terrapieni cadenti, di stecconati divelti, di gabbioni sventrati, presso i quali scorgevansi ancora armi infrante e ossa umane, una vasta e solida capanna s'innalzava, adorna sulla cima di una grande bandiera rossa, con nel mezzo una testa di tigre. [Sandokan] la sua fronte era burrascosamente aggrottata, i suoi occhi mandavano cupi lampi, le sue labbra, ritiratesi, mostravano i denti convulsamente stretti, le sue membra fremevano. In quel momento egli era il formidabile capo dei feroci pirati di Mompracem, era l'uomo che da dieci anni insanguinava le coste della Malesia, l'uomo che per ogni dove aveva dato terribili battaglie, l'uomo la cui straordinaria audacia, e il coraggio gli avevano valso il nomignolo di Tigre della Malesia."

"Dio mio, ma chi siete voi?", chiese la giovinetta, stordita da quel turbinio di promesse e affascinata da quegli occhi che pareva mandassero fiamme. "Chi sono io!", esclamò il pirata, mentre la sua fronte si ottenebrava. "Chi sono io!..." Egli si avvicinò sempre più alla giovane lady, e guardandola fissamente, le disse con voce cupa: "Vi sono delle tenebre attorno a me che è meglio non squarciare, per ora. Sappiate che dietro queste tenebre vi è del terribile, del tremendo, e sappiate pure che io porto un nome che atterrisce tutte le popolazioni di questi mari, non solo, ma che fa tremare il sultano del Borneo e perfino gli inglesi di quest'isola."


LA STORIA DI SANDOKAN

"Ma chi è quest'uomo? Perché tanto sangue e tante vendette? Da dove è venuto egli?"

"Ascoltatemi, milady", disse Yanez offrendole il braccio e traendola su di un ombroso sentiero. "I più credono che Sandokan non sia che un volgare pirata, sbarcato dalle selve del Borneo, avido di sangue e di prede, ma s'ingannano: egli è di stirpe reale e non è un pirata, ma un vendicatore. Aveva vent'anni quando salì sul trono di Muluder, un regno che trovavasi presso le coste settentrionali del Borneo. Forte come un leone, fiero come un eroe dell'antichità, audace come una tigre, coraggioso fino alla pazzia, in poco volger di tempo vinse tutti i popoli vicini estendendo le proprie frontiere fino al regno di Varauni e al fiume Koti. Quelle imprese gli furono fatali. Inglesi e olandesi, gelosi di quella nuova potenza che pareva volesse soggiogare l'intera isola, si allearono al sultano di Borneo per fiaccare l'audace guerriero. L'oro dapprima e le armi più tardi finirono per squarciare il nuovo reame. Dei traditori sollevarono i vari popoli, dei sicari prezzolati spensero la madre, i fratelli e le sorelle di Sandokan; delle bande potenti invasero il regno in vari luoghi corrompendo i capi, corrompendo le truppe, saccheggiando, trucidando, commettendo atrocità inaudite. Invano Sandokan lottò col furore della disperazione, battendo gli uni, schiacciando gli altri. I tradimenti lo raggiunsero nell'istesso suo palazzo, i suoi parenti caddero tutti sotto il ferro degli assassini pagati dai bianchi, ed egli in una notte di fuoco e di stragi poté a malapena salvarsi con una piccola schiera di prodi. Errò parecchi anni sulle coste settentrionali del Borneo, ora inseguito come una belva feroce, ora senza viveri, in preda a miserie inenarrabili, sperando di riacquistare il perduto trono e di vendicare l'assassinata famiglia, fino a che una notte, ormai disperato di tutto e di tutti s'imbarcò su di un praho giurando guerra atroce a tutta la razza bianca e al sultano di Varauni. Approdato a Mompracem assoldò degli uomini e si die' a corseggiare il mare. Era forte, era prode, era valente ed assetato di vendetta. Devastò le coste del sultano, assalì legni olandesi e inglesi, non accordando quartiere né tregua. Diventò il terrore dei mari, diventò la terribile Tigre della Malesia. Voi sapete il resto."

"è adunque un vendicatore della sua famiglia!", esclamò Marianna che non piangeva più.
































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