Commenti cristiani ad Hegel

Per leggersi i miei vecchi schemini sull'Idealismo e su Hegel, scritti nel 2004, vedi https://studifilosofia.blogspot.com/2015/03/lidealismo.html    https://studifilosofia.blogspot.com/2015/03/hegel.html

Commento tratto da

Un sacerdote mi chiede di spendere una parola di chiarimento sull'esaltazione della religiosità di Hegel, celebrata da una radio cattolica in un intervento andato in onda nel 1981. Hegel aveva studiato teologia e tutto il suo sistema è già implicito nella sua "Vita di Gesù". Che l'Hegelismo (come lo Spinozismo o lo stesso sistema Bruniano) abbia conservato un'aura di religiosità  è ammesso, ma va notato che si tratta di una religiosità  rovesciata, capovolta, perversa, rispetto alla religiosità autenticamente cristiana.

Si potrebbe dire che Hegel ha sostituito, al cristianesimo, l'ateismo imbellettato di apparenze cristiane. 

L'Hegelismo come dialettica ora schiaccia tutto nel passato, nel già realizzato dell'Assoluto rivestito d'eternità; ora mette tutto in ginocchio davanti all'avvenire; è inconciliabile col cristianesimo per il quale le creature umane nel tempo sono ognuna in un divenire ontologicamente consistente e di altissimo valore  (tranne le femmine, si intende. Le femmine sono "gloria dell'uomo" essendo solo il maschio "gloria di dio", visto che dio "si è fatto solo maschio\quindi il maschio è dio". Nota di Lunaria)

L'accreditamento dell'Hegelismo come teologia cristiana avvenne nella chiesa della Riforma alleatasi con l'illuminismo razionalista, una chiesa che è stata chiamata, con ironia, dei "professori rahneriani" la quale non è la chiesa degli apostoli guidata da Pietro (ma tranquilli, cari cattolici, la misoginia dei protestanti è uguale alla vostra, su questo potete andare d'amore e d'accordo, non ci sono diatribe cattolici VS non cattolici quando si tratta di considerare la femmina di serie B rispetto al maschio-gloria-di-dio... Nota di Lunaria)

Kierkegaard mise Hegel tra le principali canaglie responsabile di aver falsificato concetti cristiani.

Non si deve dimenticare che il filone principale della filosofia moderna porta coerentemente all'ateismo.


APPROFONDIMENTO: HEGEL E DIO NEL COMMENTO DI VON BALTHASAR

Niente era più alieno dalla filosofia di Hegel che "riverire qualcosa che è al di sopra di noi." In linea con la sua analisi storica e genetica delle origini del monoteismo, Hegel non può che interpretare il quadro teistico di Dio e uomo in termini di relazione padrone-schiavo. Per lui, quindi, in qualsiasi posizione che accetti Dio e l'uomo come esseri irriducibilmente distinti, sarà sempre implicita una denigrazione dell'umanità, un estraniamento che soffoca la vita, per quanto intima possa poi essere la loro unione nella grazia. 

Nota di Lunaria: veramente qui l'unica cosa che è una denigrazione dell'umanità FEMMINILE, è l'idea che dio sia maschile.  

è per questo che Hegel non può ammettere un Giudizio finale: "[Dio] non può giudicare il mondo; può solo averne pietà". Ma si tratta qui di un'implicazione teologica del suo precedente punto di partenza filosofico secondo cui "fra l'uomo e Dio, fra spirito e spirito, non c'è questo gran divario di oggettività: l'uno non è per l'altro che uno, e l'altro è tale solo quando conosce l'altro."

Se le cose stanno come dice Hegel, allora non c'è da stupirsi che egli nutra un terribile risentimento nei confronti di quelli che hanno generato la rivelazione dell'alterità e trascendenza di Dio, e Balthasar lo sa benissimo:

"[In Hegel] questa conciliazione del genio greco con il Vangelo comporta però una condizione: la totale eliminazione dell'elemento ebraico. Nella sua insaziabile polemica piena di odio contro il vecchio testamento Hegel perseguita il solo elemento di cui egli non ha in nessun caso bisogno per il suo sistema pur così onniconciliante: la sovrana, dominatrice supremazia di Dio sul mondo che di puro arbitrio agisce, elegge e riprova; e perciò anche la distintiva forma veterotestamentaria della gloria divina, il kabod. Questo antisemitismo precisamente doveva emergere alla fine della nostra storia dello spirito, in cui la supremazia di Dio sul mondo - in senso antico-classico e poi cristiano - venne livellata nello schema della implicazione-esplicazione."

Per Balthasar il successivo cammino del pensiero tedesco, se non la sua storia, diventa a questo punto inevitabile: un utopismo che si spacca in un'ala destra e un'ala sinistra, e un'estetica che distorce a tal punto la gloria biblica e (ironia della sorte!) le vedute classiche, che non ne può seguire che l'Età della prosa. Secondo Hegel il monoteismo nacque come espressione della coscienza infelice intrappolata in un sistema politico imperiale oppressivo, in cui la sola relazione reale era quella di padrone-schiavo; e quando arriviamo alla fine del sistema hegeliano, vediamo che esso, nel momento in cui annulla la distinzione fra Dio e il mondo, alimenta lo stesso sistema politico che criticava. Così perlomeno lo vede Balthasar: "Se si considera che l'assunto primo in ordine di tempo di Hegel era stato il concreto (cioè nazionale) spirito del popolo che doveva mediare tra spirito universale e la monade, e che questo indeterminato spirito del popolo gli si presentò più tardi come spirito formato dello Stato, ci risulta chiaro che Hegel doveva diventare lo spirituale punto di partenza sia del socialismo di sinistra che di destra del tempo successivo, due socialismi che, ciascuno a suo modo, hanno poi raccolto la gloria dell'essere assoluto nella pretesa di assolutezza del loro partito"




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