Due arbusti molto comuni che si vedono anche per le vie cittadine di periferia o "sugli stradoni che confinano con i terreni incolti"
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Il sambuco cresce dovunque il contenuto di azoto del suolo sia alto: vicino agli edifici abbandonati e allevamenti, specialmente.
I semi vengono diffusi dagli uccelli che si nutrono delle bacche. Sono secoli che l'uomo coltiva questa pianta, perché dai frutti e fiori si ottengono distillati e marmellate ricche di vitamina C.
La tosse, per esempio, si curava con un thè fatto con i fiori, un estratto delle radici veniva usato come purgante. Questa pianta veniva usata anche per le tinture. I bambini di secoli fa svuotavano i fusti di questa pianta per farne fischietti e cerbottane.
Se gli vengono dati spazio e luce, il sambuco può tramutarsi in piccolo albero alto anche 9 metri.
Altro approfondimento
Questo arbusto, diffuso in Europa e nell'Asia mediterranea, ha fiori che vengono usati sia nella farmacopea autentica, sia nella medicina popolare, per infusi sudoriferi. Con i suoi frutti si prepara il cosiddetto vino di sambuco con funzione lassativa, mentre altri prodotti con virtù salutari si hanno dal midollo binco dei rami.
L'arborea Sambucus Nigra, la più comune, ha un significato magico sinistro, poichè alcuni popoli credono che proprio a questa pianta si sia impiccato Giuda Iscariota: sarebbe quindi prediletta dalle streghe, che si trasformerebbero nella pianta stessa per evitare le persecuzioni, fino a quando spirando un vento migliore, ridiverrebbero donne per volarsene via.
Ad evitare che l'albero diventi rifugio delle incantatrici non c'è che da tagliarne un ramo e bruciarlo.
In Inghilterra si dice che un sambuco "malefico" può essere riconosciuto in modo semplicissimo, spezzandone un ramoscello: da quello stregato dovrebbe sgorgare una goccia di sangue.
La credenza deriva da una cronaca medievale, stando alla quale la stilla di sangue sarebbe uscita da un arbusto di proprietà di una vecchia contadina, riconosciuta come incantatrice e come tale bruciata sul rogo.
Le altre specie di sambuco possono essere usate per fabbricare decotti contro l'angina e il mal di gola, l'erisipela, i reumatismi, il morso dei serpenti, l'idrofobi e le convulsioni.
Il sambuco che cresce accanto a un salice, ha, poi, virtù incomparabili: assicura una vita lunghissima e dà modo di trarre dalla stessa tutto quanto si vuole. Sarebbe, insomma, il corrispondente vegetale della famosa pietra filosofale.
Phytolacca Decandra è conosciuta col nome "Uva Turca" ed è diffusa anche nelle città.
Importata dall'America settentrionale nel XVII secolo, si è poi spontaneizzata nella regione mediterranea.
è un arbusto dalle infiorescenze bianche
cui fanno seguito bacche rosse contenenti una sostanza usata un tempo per tingere vini, liquori e dolci; le bacche, di sapore gradevole, mangiate in gran quantità possono però provocare avvelenamenti.
La parte terapeuticamente più attiva è la radice, ma anche il resto contiene gli stessi principi attivi che, in dosi eccesive, possono diventare tossici.
La radice è usata in polvere come purgativo e depurativo, e anche contro l'obesità; la sua azione viene indicata come terapeutica anche per gli effetti da reumatismo cronico.
I giovani turioni e le foglie vengono consumati cotti.
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