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L'idea del Lupo Mannaro (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/licantropi.html) è uno degli esempi più perfetti della credenza nella trasformazione dell'uomo in animale. Alla stessa categoria dei mannari appartengono anche gli uomini iena dell'Abissinia, gli uomini leopardo del Sud Africa, gli uomini tigre dell'Indostan, gli uomini orso della Scandinavia.
Il lupo appare come simbolo della notte, dell'inverno, della morte, della crudeltà... rappresenta il lato pericoloso e immorale della natura in generale, e anche di quella umana.
In Egitto era un animale sacro: Osiride si trasformò in lupo quando ritornò dagli Inferi per aiutare Horus a vendicarsi di Set. Il dio lupo, Ap-uat, faceva da psicopompo, enfatizzando il nesso esistente tra l'idea di lupo e l'idea di morte; a questo dio venivano dedicati dei sacrifici cannibaleschi.
Nella mitologia teutonica, i due lupi Freki e Geri erano compagni di Odino. Il lupo Fenrir, figlio di Loki e fratello di Hel, Dea della morte, ha un ruolo determinante in numerosi miti.
Nota è la storia di lupi mannari Sigmund e Sinfjötli, com'è narrata nella saga Völsunga dove anche la madre di Re Siggeir si tramuta in lupa.
Si racconta che S.Patrizio abbia mutato in lupo il re del Galles, Vereticus.
Anche in America il lupo era sacro, come dimostravano le danze dei lupi dei Tonkanayas nel Texas. Gli Ahts credevano che gli uomini che andassero sui monti alla ricerca del loro Manitou (spirito buono o malvagio) dopo un certo periodo si trasformassero in lupi; la tribù dei Nez Percés credeva che l'intera razza umana discendesse da un lupo.
In Grecia il lupo era consacrato al Dio Sole, che apparve in sembianza di lupo quando trucidò i Telchini di Rodi. Si è discusso se il nome di Zeus Liceo derivasse da lupo o da luce; Frazer osserva: "Il nesso tra Zeus Liceo e i lupi è troppo solido per farci dubitare che si tratti del Dio Lupo".
La leggenda di Licaone c'è stata tramandata da Apollodoro, Eratostene, Igino, Licofrono, Ovidio, Pausania.
L'idea del moto incessante del Sole, in mitologia, viene associata al cavallo; l'associazione fertilità-vento era molto diffusa (Nota di Lunaria: anche nel Medioevo: la menziona Tommaso d'Aquino nella Summa Theologiae questione 92, quando parla del perché nascano le femmine); per greci e romani il vento occidentale poteva ingravidare giumente e donne (per approfondimenti sul culto del Vento, vedi "La Dea Bianca" di Graves); la stessa credenza esisteva anche in Portogallo; in Germania si seminava quando soffiava il vento d'occidente.
Apollo, dio del Sole, identificato sia con Zeus sia con il lupo, prima di essere identificato con Zeus era il dio della morte.
Nelle tombe etrusche, Ade porta sulla testa una pelle di lupo; sua madre Lete, prima di partorirlo, si trasformò in lupo per sfuggire alla collera di Hera.
La storia di Romolo e Remo, partoriti da una lupa, nasce da un concetto totemistico; i sacerdoti di Soranus, dio della morte sabino che si identificò con Apollo venivano chiamati Hirpi (Lupi) e il ladrocinio faceva parte del loro culto. A Roma il lupo era consacrato a Marte, altro dio legato alla morte.
Il dio Lupercus probabilmente simboleggiava un gruppo di attributi presi da Marte e riuniti per costruire un nuovo dio; sua moglie Luperca potrebbe essere la lupa che allattò Romolo e Remo.
I sacerdoti si chiamavano "Crepi", antica forma verbale di Capri, capre.
Lupercus era in realtà solo un epiteto del dio Faunus, Februus o Innus (da "inire", copulare); Lupercus dovrebbe significare "Lupo-Capra", da "Lupus" e "Hircus", una designazione che esprime contemporaneamente i due aspetti del potere infero rappresentato da Faunus, dio che dà la vita e la distrugge.
La festa dei Lupercalia (15 febbraio) pare simboleggiasse la purificazione attraverso il matrimonio. Da "februare" ("inire") prende il nome il mese di febbraio; Februata o Februaris era l'appellativo di Giunone, dea protettrice dei matrimoni; da qui l'associazione tra licantropi e febbraio, con un forte rimando sessuale: "lupa" significa sia "femmina del lupo" che "prostituta", i lupanari erano i bordelli.
La parola norvegese "Vargr" significa sia "lupo" sia "empio"; è affine alla parola anglosassone "Wearg", malandrino, e al termine gotico "vargs", demonio.
Le antiche leggi normanne di criminali condannati al bando recitavano "Wargus esto", sarai un fuorilegge; da qui l'assimilazione dei briganti e criminali ai lupi, perché entrambi vivono lontani dagli uomini.
Si credeva che Giovanni Senzaterra si fosse tramutato in Lupo Mannaro dopo la morte, a causa della scomunica papale: "Venne così a realizzarsi il funesto presagio attinente al suo soprannome, Senzaterra, giacché egli perse da vivo quasi tutte le sue terre e da morto non riuscì a riposare in pace nella sua tomba".
In Armenia si credeva che le peccatrici fossero condannate ad essere per sette anni Lupi Mannari femmine: quando sono prese dalla furia, mangiano i propri figli, poi quelli dei parenti e poi bambini sconosciuti. Un mostro dell'Armenia, il Dachnavar, una specie di ibrido tra il Lupo Mannaro e il Vampiro, succhia il sangue dalle piante dei piedi del viandante.
I Lupi Mannari sono stati confusi con i Ghoul: in Francia i Loubin visitano i cimiteri per divorare i cadaveri.
La trasformazione spontanea in lupo avveniva indossando una pelle di lupo o rovesciando la propria pelle: le persone sospettate di essere licantropi, nel Medioevo, venivano squartate nel tentativo di trovare il pelame; pelo-lupo erano due idee collegate, come evidenzia la parola russa "volkodlak", da volk, lupo e dlak, pelo.
In forma umana, i lupi mannari si riconoscevano dalle sopracciglia che si riunivano alla radice del naso (Nota di Lunaria: credenza che viene detta anche nel bellissimo film "In Compagnia dei Lupi") o dal pelo che ricopriva il palmo delle loro mani.
Se si bruciava la pelle del lupo, la persona non poteva più trasformarsi ma di contro, se gli venivano tolti tutti gli indumenti da uomini mentre era lupo, doveva rimanere per sempre lupo; la pelle di lupo poteva essere indossata solo quando la persona era nuda.
La persona trasformata si riconosceva dagli occhi, che non mutavano.
Una variante di lupo mannaro era il Büxenwolf, dal tedesco "Büxen", "calzoni", che possedeva il privilegio di trasformarsi in uomo in base ad un patto col Diavolo.
Esisteva poi la credenza cristiana: un bambino nato il giorno di Natale sarebbe diventato un lupo mannaro perché aveva commesso il sacrilegio di nascere nello stesso giorno di Gesù.
Nel Medioevo il lupo mannaro divenne immagine del lato bestiale della natura umana, e si credeva che i lupi mannari partecipassero ai sabba, adorando Satana, il quale imprimeva su di loro il suo marchio e che si accoppiassero tra loro, con lupe.
Esistevano poi varie superstizioni sul parto: in Danimarca si pensava che se una donna stendeva il sacco amniotico di una puledra su quattro bastoni, e ci si metteva dentro nuda, avrebbe messo al mondo i suoi futuri figli senza dolore, ma ogni maschio sarebbe diventato un lupo mannaro e le femmine dei succubi.
Anche un gatto che si fosse infilato sotto una bara e poi sotto un letto di un neonato poteva trasformarlo in un lupo mannaro o in un succubo se femmina o che chi avesse mangiato carne di pecora sarebbe diventato un lupo mannaro.
Nel sud-est europeo si pensava che dopo morti i lupi mannari diventassero vampiri.
La parola "vukodlac" era usata per indicare il lupo mannaro ma in Bulgaria e Serbia si usava per definire il vampiro; in Russia il lupo mannaro era detto "volkodlak", in ceco "vilkodlak", in greco "vrykolakas" e indicava il vampiro, oltre che il lupo mannaro.
In alcune regioni si credeva persino all'esistenza di lupi mannari fantasmi.
Bel video: Motionless in White
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