"Il Volto dell'Irreale" (Horror, 1962)


Trama: Edgard, redattore sportivo, e sua moglie Margie decidono di trascorrere due settimane in un villaggio della Scozia, dove hanno affittato un villino. Ed è nello scenario lugubre e triste della campagna autunnale, che si svolgono gli straordinari fatti che l'autore vi narra in questo racconto con il suo stile rapido e incisivo. Una donna viva e una donna morta, simili nell'aspetto e nell'età; un uomo vivo ed un uomo che attende la morte come una liberazione, sono gli attori di questa vicenda che si svolge ai margini dell'irrealtà, dove il vero protagonista è un pozzo: un pozzo maledetto che, da 22 anni, serba, nelle profondità del suo ventre, un orribile segreto...


Gli stralci più belli:

"è vero che avete affittato quell'appartamento di McKenzie? Quello al pianterreno?"

"Sì, perché? Cosa c'è di strano in questo?" 

"Il vecchio vi ha imbrogliato. Nessuno che ne conoscesse un po' la storia avrebbe mai accettato di andare a viverci. Specie dei giovani come voi; porta male. Ascoltate un consiglio di chi non ha nulla da guadagnare a darvelo: andatevene di lì. (...) Non passate una sola notte nell'appartamento che avete preso. (...) è il pozzo che spaventa tutti. è maledetto. Si odono voci, di notte, e qualcosa appare, a chi voglia bere di quell'acqua tanto invitante. Non so di cosa si tratti perché io non mi sono mai avventurato in quel giardino. Ma deve essere terribile. Vi sono stati dei morti e gente che è fuggita terrorizzata."

"Era lì, in giardino. La sola camicia da notte, di nylon trasparente, la copriva allo sguardo di chi si fosse affacciato al cancello. Ed era immobile, quasi una statua. Nemmeno il respiro le faceva gonfiare il seno meraviglioso che l'aria fresca aveva indurito nei capezzoli. E la testa era china, rivolta verso l'oscurità del pozzo."

"Pensa che mi pareva di essermi alzata, durante la notte, per recarmi al pozzo. Mi sono affacciata e ho visto un'immagine femminile avvolta in un abito bianco, o una vestaglia, non so: mi parlava, mi diceva che dovevo fuggire, perché mi avresti uccisa. La sua voce era quella di un'eco, come se qualcun altro parlasse nel pozzo, e io non lo udissi, e solo le parole rimbalzanti sulle fredde pareti umide venissero a me. Era qualcosa di orribile, ma non riuscivo a distaccarmi. Volevo chiedere perché mi avresti uccisa ma non riuscivo a muovere le labbra, e un senso di gelo mi penetrava nelle ossa; il respiro sembrava mi si dovesse fermare."


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