Il Culto a Diana e Silvano in Lombardia e le Necropoli nel Gallaratese

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A Lonate Pozzolo (1), due are votive, conservate presso la chiesa di S. Ambrogio (nota di Lunaria: non sono sicura siano ancora presenti) documentano il culto tributato in età romana, dagli antichi abitanti del luogo a Diana e a Silvano.

Diana era conosciuta e adorata dai Romani sotto tre differenti aspetti e onorata con diversi nomi: Diana sulla Terra, Luna in Cielo, Ecate nell'Inferno.


Come divinità terrestre, Diana era la Dea protettrice dei boschi, delle selve e degli animali; le erano sacri il cane (levriero) e la cerva. Ma Diana era soprattutto la Dea della caccia dalle frecce infallibili. Come divinità celeste essa era la Luna che con le sue fasi esercitava una benefica influenza sulla natura e sul succedersi delle stagioni.

Come divinità infernale prendeva il nome di Ecate, la Dea delle apparizioni notturne e degli spettri paurosi. Per tenersela buona, nelle case si adorava una sua immagine, con la convinzione che questo bastasse a tenere lontana ogni disgrazia.

Nei crocicchi delle vie e dei trivii i Romani erano soliti porre un'effigie della Dea, donde l'epiteto di "Trivia" a lei attribuito.

Nel territorio di Lonate è sopravvissuto il toponimo "Trebio" che, esistente già nel 1353, appare anche sotto la forma latinizzata di "Tribium", equivalente a Trivium, cioè l'incontro di tre vie. Che in tale località fosse ubicata l'ara votiva a Diana? L'ipotesi di un culto a Diana Trivia a Lonate è suggestiva anche se priva di elementi attendibili.


Secondo la tradizione locale tra il culto a Diana, come Dea Luna, e il nome Lonate vi era un nesso logico. Da uno scritto di fine XVIII troviamo scritto "Vuole [...] che la Dea Lunè, che presiedeva alle ville e campagne, e che qui era particolarmente venerata, data abbia la denominazione a questo bellissimo paese, il che si deduce anche da varie lapidi, ritrovate qui ed in altri paesi di simile denominazione."

Diana veniva raffigurata in veste di cacciatrice con una mezzaluna sulla fronte, visto che rappresentava la Luna.

Il culto a Diana non era molto diffuso nella zona di Gallarate mentre a Milano la Dea aveva un tempio (aedes). Presso l'ex monastero di Cairate è conservata un'ara dedicata a Diana da due liberti, che offrono il cippo in voto alla Dea a vantaggio di un personaggio che pare essere il loro patrono. (Nota di Lunaria: Non sono sicura che l'ara sia ancora conservata a Cairate)

Nota di Lunaria: il culto a Diana sembra fosse diffuso anche a Turbigo e ad Arluno, il cui stemma ha conservato la falce di luna. (ne avevo parlato qui https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/lombardia-folklore-e-curiosita-band.html)

Al pari di Diana, pure Silvano era una divinità che viveva nei boschi e nelle campagne, dove spaventava le donne. A lui era attribuita la difesa delle greggi contro i lupi, che egli spaventava con voci terribili, nella notte. I Romani lo raffiguravano vecchio, con una corona di pino in capo, un ramo di pino in mano e nell'altra una forbice. Era il dio della terra incolta, posta oltre i confini del territorio coltivato. Il culto a Silvano era vietato alle donne, ed era un culto di tipo agreste (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/09/gli-dei-pastorali-silvani-e-montani.html): gli si offrivano latte e qualche capo di gregge. Un elemento di rilievo del paesaggio era il bosco che sorgeva, attorno all'abitato, su lievi rialzi di terreno; la toponomastica medievale ci ha tramandato la tipologia di alberi che lo costituiva: castani, carpini, olmi, cerri, pioppi, pini (cari a Silvano)... Qui si può farsi un'idea di come doveva apparire il territorio della brughiera nei pressi di Lonate: https://intervistemetal.blogspot.com/2024/03/via-gaggio-museo-allaperto-della-guerra.html


Una vasta estensione di boschi esisteva anche nella vicina S.Antonino Ticino.

Le are ed iscrizioni a Silvano si trovano un po' ovunque: Arsago, Mezzana, Somma Lombardo, Cajello, Gallarate, Cairate.

Si sono conservate due iscrizioni a Silvano: in una, un servo di nome Hymnus fa voto al Dio per la salute del padrone, nell'altra dei saltuari (guardiaboschi e custodi di pascolo) a Somma Lombardo menzionano Silvano.

Infine: delle tombe romane vennero rinvenute nei pressi del vecchio campo sportivo che sorgeva sull'area poi occupata dalla fonderia; la necropoli romana di Lonate era ubicata nelle vicinanze di via Dante; nel 1914, vicino alla fossa delle tubazioni dell'acqua potabile vennero rinvenute alcune monete romane di bronzo; nel 1927 venne scoperta una necropoli di età tardoromana (IV secolo?) nella vicina Tornavento. Qualche ritrovamento di vasellame ci fu anche a Sant'Antonino, in via Baracca, nel campo detto poi "delle olle".

(1) Il nome di Lonate pare significhi "territorio acquitrinoso" perché potrebbe derivare dalla glossa ligure "lon" indicante una conca acquitrinosa.

Altre Are Votive:






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