Iscrizioni Antiche sui Cippi a Legnano

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Si conserva da molti anni nei depositi comunali il cippo funerario (Non credo sia più esistente. Nota di Lunaria) in sarizzo di Satrio, la pietra che si adoperava a Legnano grazie alla vicinanza delle sue cave (troviamo tale pietra anche nelle colonne medievali della Casa Lampugnani)


L'iscrizione molto abrasa per aver certo fatto scudo al passaggio dei carri ed è di difficile interpretazione perché molte lettere sono illeggibili. Ai due lati del cippo sono scolpiti in rilievo due degli elementi normali del corredo funerario: la brocca per bere ed il piatto per cibarsi. La figurazione di questi oggetti ci è nuova perché non rispecchia le forme dei fittili correnti che furono trovati nella zona. Essa pare volersi appoggiare agli oggetti equivalenti ma in bronzo, cioè di maggior pregio trattandosi di un morto di rango.  Anche la loro esecuzione scultorea è buona. Occorre pensare che la scultura su questa pietra è ben più difficile di quella sul marmo. Dai caratteri dell'iscrizione essa appare dei primissimi secoli dell'impero.

Un altro ossuario delle dimensioni di 490x470x250 m/m bazzicava da lungo tempo nel laboratorio meccanico dell'Acquedotto Municipale.


L'incavo che esso possiede nel retro con le dimensioni di 300 x 3000 x 90 m/m e che servì un giorno per le ceneri del defunto, lo faceva utile al fabbro per conservarvi l'acqua per la tempera dei suoi utensili. 

Nessuno immaginava che sulla sua faccia inferiore portasse una pregevole iscrizione latina: invece venne letta la seguente iscrizione in caratteri lapidari da 70 m/m di altezza ma poco marcati:

VOLCANO 

V.S.L.M

"Al dio Volcano sciolse il voto ben meritato" (Votum Solvit Libens Merito)

L'interpretazione "Volcano" piuttosto che altra appare decisiva se si ricorda che la dicitura 

V-S-L-M ricorre generalmente nelle pietre dedicate alla divinità.

Pare che questo ossuario fosse a suo tempo alla Cascina S. Bernardino col precedente cippo.


Veniamo all'iscrizione sul capitello uscito dalla demolizione della casa Lampugnani del 1500. Per fare uno dei capitelli era evidentemente stato usato un cippo romano o altra pietra molto grossa iscritta. Essa venne tagliuzzata da diverse parti perché la dicitura sembra monca su almeno tre lati…


Vi si legge:

P. VIRIUS

... ACRATUM 

ETVIR M. ...

cui fanno seguito nella successiva riga altre lettere che sembra si possano integrare in REIMV.

L'iscrizione appare dei secoli di mezzo dell'impero romano.


Vi è poi un'altra iscrizione, testimoniata da Mommsen nel "Corpus Inscriptionum Latinarum": "Legnani in frusto marmoris Parii terrae infixo ad curruum incursus reparandos", ma non venne più ritrovata.


Dal convento dei Frati di S. Angelo si è conservata una bellissima lapidetta in pietra calcarea di Saltrio (Nota di Lunaria: non credo esista più) con scrittura gotica tondeggiante. In poche parole ci fa la presentazione del luogo cui appartenne e reca la data della consacrazione del Convento di S. Angelo.


"1468. Questo lòco de' frati minori ha intitulato Sancta Maria de li angeli. Soli Deo honor et gloria."

Al convento era annessa la chiesuola di S. Angelo, ora scomparsa, della quale non sono rimasti che miseri ruderi nel sottosuolo.

Negli scavi, un muro di un metro di lunghezza fu avvistato nel lato di levante dove era la montagnola: esso venne intaccato dal muraglione ora eretto per dividere il cortile della scuola dal giardino del Museo: forse però era d'una cappella più che della chiesuola perché portava l'intonaco civile tinteggiato a bianco e con zoccolo e linee di riquadratura nella parte a levante che fu attraversata dal muraglione. 

Nota di Lunaria: inserisco le foto esclusive dell'interno del monastero di S.Teresa del B.Gesù, dove è presente l'orto del monastero e l'antica torre colombera per l'allevamento dei piccioni, che è rimasta in funzione fino agli anni delle Guerre Mondiali.




Nella parte che ci è rimasta del campanile romanico dell'antica chiesa del Salvatore che oggi è incorporata nel lato della chiesa di S. Magno costruita dal 1504 al 1513 sull'area di quella distrutta è infissa, oltre ad una statuetta romanica del Redentore, una lunga pietra con l'iscrizione in bei caratteri lapidari di circa 70 millimetri:



PABULA VINA CERES - RIVORVM COPIA - TEMPLUM LEGNANUM ILLUSTRANT - MULTAQ NOBILI MDXII




Vi è poi un rozzo avello barbarico (dimensioni 1250 x 630 x 450 m/m), in sarizzo e proviene da una casa a S. Lorenzo che in altri tempi doveva essere un convento perché rivela una costruzione bassa a volte erette da colonne con capitelli a foglia d'acanto.

L'avello come dice l'iscrizione è dedicato da un Basiliano e sua moglie alla figlia morta a 5 anni. La data non si può leggere ma pare seguita dalle parole IDVS APRILES. L'avello è anteriore al 1000 



DULCISSIMAE FILIAE BASILIANEIS QVAE VIXIT ANNOS V MESES II DIES XXIIII NEDENA BASILIANIS ET SUDENTIA PARENTES .... DEP.... IDVUS APRILES

Infine, lo stemma dei Cavalieri Lampugnani,  che tocca la soglia del Medioevo, infisso nella casa ex Cuttica all'angolo Via Alberto da Giussano-Corso Vittorio Emanuele. 

Esso è in marmo bianco ed oltre allo stemma Lampugnani originale, composto da uno scudo inclinato con incavo laterale per la lancia, attraversato in banda dalla fascia a scacchi e sormontato dall'aquila dalle ali spiegate, reca un elmo crociato.

Necropoli rinvenuta a confine con S. Giorgio su Legnano (https://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2024/10/le-necropoli-alla-costa-per-s-giorgio.html)


Necropoli in via Novara




Approfondimento: Sarcofagi nel territorio lombardo

Info tratte dal cartello nel Museo



Numerose sono le necropoli rinvenute nel territorio lombardo (zona Legnano-Parabiago-Pogliano. Nota di Lunaria), situate all'esterno dell'area abitata. Fino al II secolo d.C le modalità di deposizione erano strettamente legate al rito crematorio e variavano in base alle disponibilità economiche delle famiglie dei defunti: in nuda terra, in anfora segata, in cassa di laterizi o, raramente, in pietra, come la cassa in calcare con corredo di età augustea, rinvenuta a Canegrate.

Da alcune tombe con iscrizioni o segnacoli le strutture vennero asportate per essere re-impiegate, come la lapide funeraria della famiglia degli Atilii, riutilizzata come cassetta per le elemosine presso il cimitero di Parabiago.

Con la diffusione del rito inumatorio i corpi non cremati vennero sepolti all'interno di fosse nella terra, alcune volte nelle casse lignee, più raramente in sarcofagi in pietra; la struttura alla cappuccina, con tegole e coppi, era la più diffusa. Tra i sarcofagi conservati al museo si distingue quello dedicato tra IV e V secolo d.c alla piccola Basiliana.

Altre are votive rinvenute nei paesi al di fuori di Legnano; per l'approfondimento su Lonate Pozzolo, vedi https://intervistemetal.blogspot.com/2024/03/il-culto-diana-e-silvano-in-lombardia-e.html su Castellanza https://intervistemetal.blogspot.com/2024/09/sepolcreti-e-reperti-archeologici.html







Dal Museo di Legnano:











Uno scenario molto alla "Dusk and Her Embrace" dei Cradle of Filth...





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