"Neuromante" di William Gibson

Immaginate un futuro alla Blade Runner, non molto lontano dal nostro presente, un mondo di cupa delinquenza e di elevata tecnologia, di droghe e computer, di traffico nero di organi umani, di trapianti e di sfrenata ricchezza, di popolosi quartieri dove si aggira il più fetido sottobosco umano, un mondo di cyborg e di tetre strade notturne, di fatiscenti metropoli illuminate da un cielo grigiastro per le colorate luci al neon e gli ologrammi dei locali malfamati.

In questo mondo si muove Case, che un tempo era stato il miglior cow boy d'interfaccia, un uomo che con la mente riusciva ad entrare e muoversi nell'incredibile mondo delle metrici dei computer, nel cosiddetto cyberspace, dove la sua essenza disincarnata frugava nelle banche-dati delle ricchissime corporazioni che dominavano la Terra e rubava le informazioni richieste dai suoi mandanti.

Ma poi Case aveva commesso il classico errore, aveva cercato di rubare anche ai suoi mandanti, di tener per sé parte del bottino. E, scoperto, era stato vittima di un destino cui avrebbe preferito la morte: il suo sistema nervoso era stato danneggiato in maniera tale che non avrebbe più potuto entrare nel misterioso e bellissimo mondo del cyberspace. Ma forse Case aveva ancora un'altra possibilità, e stava soltanto a lui sfruttarla a dovere...

Un romanzo magnifico e avvincente, che unisce in maniera splendida un'accurata estrapolazione sociale e tecnologica a una incredibile serie di personaggi dipinti con maestria e con uno stile vivido e immediato, da un nuovo scrittore che ha già conquistato il pubblico d'oltreoceano e si avvia a diventare uno dei nuovi "Grandi" della fantascienza mondiale. 

Gli stralci più belli:

"La matrice ha le sue radici nelle prime sale giochi", recitò la voce, dall'alto, "nei primi programmi di grafica e negli esperimenti militari con gli spinotti cranici. (...) Una guerra spaziale bidimensionale si dissolse dietro una foresta di felci generate matematicamente, che mostravano virtualità spaziali delle spirali logaritmiche (...) Cyberspazio: un'allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno da miliardi di operatori legali, in ogni nazione, da bambini a cui vengono insegnati i concetti matematici... Una rappresentazione grafica di dati ricavati dai banchi di ogni computer del sistema umano. Impensabile complessità. Linee di luce allineate nel non-spazio della mente, ammassi e costellazioni di dati. Come le luci di una città, che si allontanano..."

"E nel buio illuminato dal sangue dietro i suoi occhi, fosfemi argentei che arrivavano ribollendo dall'orlo dello spazio, immagini ipnagogiche che scivolavano via sussultanti come una pellicola montata con inquadrature scelte a casaccio. Simboli, figure, facce, un mandala confuso e frammentato d'informazioni visive."

APPROFONDIMENTO










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