"La Pietra del Diavolo" di Roger J.Green


Trama: Un incubo tormenta Samuel, da quando il fulmine ha abbattuto le tre querce in cima alla collina, rivelando una stele su cui è scolpito un mostro, mezzo uomo e mezzo piovra. E ben presto il malefico influsso della pietra comincia a farsi sentire: il ragazzo e i suoi compagni sfuggono miracolosamente a gravi incidenti, gli animali della fattoria si mostrano terrorizzati e dai vecchi cunicoli che corrono sotto il bosco vengono suoni sempre più spaventosi. Finché Samuel scopre, grazie ad un antico libro, che la stele è davvero un oggetto diabolico, e che sarà bene non uscire di casa la prossima notte di Halloween...


Commento di Lunaria: Assolutamente sbalorditivo!

238 pagine che ho letto in una serata, pagina dopo pagina, ipnotizzata dalle atmosfere terrorizzanti di questo romanzo molto lovecraftiano (alla "Orrore di Dunwich" per intenderci https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/lovecraft.html) ambientato nella brughiera inglese infestata da un orrendo e maligno essere strisciante, inciso su un inquietante "Menhir" risalente ai Sassoni... e via via che il suo nefato potere aumenta, anche l'immagine incisa sul monolite cambia...

L'autore descrive alla perfezione l'angoscia e il terrore ma anche l'incredulità che serpeggiano negli animi dei protagonisti e tutto il paesaggio agreste descritto con perizia (vi sono persino menzionate delle piante come la celidonia e la digitale...), con i ritmi che scandivano la vita contadina del 1882, che fa da sfondo a questo capolavoro dell'orrore che definirei "rurale", ambientato, com'è, nelle miniere, negli stagni, lungo le mulattiere e sulle colline... sulle  quali echeggiano ancestrali maledizioni millenarie...E la diabolica e tetra Pietra che campeggia sulla collina, sempre più nera, con dense e fosche nubi che si ammassano per il cielo...

N.B il titolo scelto per la traduzione in italiano, "La Pietra del Diavolo" è decisamente migliore rispetto all'originale (il più banale "The Fear of Samuel Walton")

L'Autore ha scritto anche "La Pietra delle Nove Streghe" che però mi manca e potrebbe essere un sequel\prequel, forse...?

Per curiosità: nel romanzo c'è qualche assonanza con la leggenda del Verme di Lambton o col Chupacabras, per via degli animali divorati dal Mostro strisciante...


Gli stralci più belli: "Quando il temporale finì e le nubi si dissolsero, lassù, dove prima c'erano le tre querce, si vide spuntare una grande stele di pietra alta circa due metri. C'era sempre stata, naturalmente, ma adesso era completamente allo scoperto. A Lambton molti, compreso il nonno, la chiamavano il Vecchio Sasso. Sulla sua sommità c'era una rozza incisione a forma di croce, perciò qualcuno le dava il nome di Vecchia Croce. Sulle antiche mappe, invece, veniva indicata come Croce Storta, perché non era perpendicolare al terreno ma leggermente inclinata. Sam aveva spesso giocato vicino a quella pietra, perché si trovava giusto in cima alla collina, dove s'incrociavano le strade. In primavera le sbocciavano intorno macchie di campanule, stellarie e non-ti-scordar-di-me; ma per la maggior parte dell'anno era sepolta fra rovi, digitali e alte erbacce. (...) Un pomeriggio [Sam] decise di dare un'occhiata al Vecchio Sasso, e salì ad esaminarlo. Era davvero vecchio, e mezzo annerito dal fuoco. Il lato che si affacciava sulla fattoria del nonno era costellato di decorazioni in rilievo: fiori, foglie, lettere, uccelli e una figura in lunga tunica - che poteva essere un santo o magari Gesù, pensò Sam. Sì, era davvero molto vecchia, quella pietra; e consumata dal sole, dalla pioggia, dal gelo. A toccarla pareva calda e amichevole, intiepidita com'era dal cocente sole di luglio. Sam le girò intorno per ispezionare il lato nord e dovette farsi largo in un groviglio di felci aquiline e digitali, nere e bruciacchiate. Anche lì c'erano dei bassorilievi. Sam si chinò a guardarli e vi passò la mano, delicatamente. Avvertì una specie di scossa, ma non vi fece caso. Avvicinò il viso alle sculture... E si trovò a fissare la faccia più orrenda e malvagia che avesse mai visto: spaventosamente brutta, con una barba selvaggia e un'espressione crudele. Sembrava viva, come animata da un potere maligno. E gli incatenava gli occhi. [...] Si allontanò barcollando fra i ranuncoli e i trifogli, con le gambe che gli tremavano e lo stomaco sottosopra."

"Mentre nuvole orlate d'argento scorrevano nel riquadro della finestra, venne dal cortile un suono strano: all'inizio gli parve una specie di rumore ansimante, come di qualcuno che fiutasse; poi gli fece pensare a un fruscio di foglie o, piuttosto, a qualcosa che strisciava nelle foglie. Ci fu un battito leggero. E infine tornò il silenzio. (...) Mentre varcava il cancello vide qualcosa che lo fece bloccare di colpo: sui sassi c'erano nere macchie di sangue rappreso. Restò fermo a fissarle; e seppe che qualcosa di nero e malvagio era strisciato in cortile, quella notte, quando lui era sveglio."

"Lo stagno, il malefico stagno di Blackdon. Forse avrebbero visto qualcosa, là dentro: la Pietra, riflessa in quelle acque nere... o perfino il Mostro, chissà... Volse lo sguardo sui boschi, inquieto. Cos'era, quel rumore? Un rotolio di sassi, di nuovo?"

"Annegheranno tutti in quello stagno, se non stanno attenti. Così stanno le cose, e tutto. Il mio vecchio la chiamava sempre l'Acqua del Diavolo", perché diceva di aver visto un serpente o una specie di verme gigante, che ci nuotava... e c'erano cose che salivano su dal profondo della terra"

"Un pino contorto sibilava nel vento crescente; anche gli uccelli tacevano. Sam vide la Pietra riflessa nelle profonde acque nere, come un dito minaccioso; e gettava su di loro una lunghissima, terribile ombra. I ragazzi erano immobili, come soggiogati da uno strano incantesimo. Sam sentì un improvviso capogiro: gli sembrava di essere tirato verso l'acqua. Ammutoliti, i ragazzi guardavano quelle nere acque tingersi di un cupo color sangue per il riflesso del cielo infuocato dal tramonto."

"Attraverso il varco che s'era fatto tra i fiori, scrutò per un momento nelle profondità del fiume. Qualcosa si muoveva, là sotto: parevano spire di serpente, nere e sinuose. Si srotolavano adagio, con movimenti lentissimi. Giù, giù, nel profondo di quelle acque nere, parve a Sam di aver visto la faccia del Mostro."



Per le recensioni agli altri Super Junior Horror vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/lhorror-non-ha-eta.html


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