"Il Taglio del Bosco" è considerato il capolavoro di Cassola.
La vicenda narra la storia di un boscaiolo, Guglielmo, che rimasto vedovo da pochi mesi, prende parte insieme ad altri quattro compagni, al taglio di un bosco nell'Appennino toscano. Il duro lavoro e il recente dolore di Guglielmo sono i due momenti esistenziali di una narrazione che si attiene strettamente al trascorrere elementare della vita, senza che avvenimenti o figure eccezionali vengano a turbarne il doloroso procedere. Questi personaggi, che ogni sera, al riparo del capanno di legna o di fango, si scambiano discorsi comuni, quelli che la gente fa normalmente, sono ritagliati sullo sfondo di un paesaggio grandioso e insieme indifferente, estraneo al lavoro degli uomini intenti durante tutto l'inverno a tagliare le piante. Il fluire del tempo e dei sentimenti sembra sommergere anche il dolore di Guglielmo fino a che la sua disperazione esplode senza più freno nel lacerante acuto della scena conclusiva quando egli si ritrova, solo, davanti alla tomba della moglie.
Romanzo breve apparentemente privo di trama, "Il Taglio del Bosco" di Cassola vuole farci capire che il dolore non è fuori di noi, ma che l'uomo porta dentro di sé la propria angoscia.
"Aspettò che l'uomo si fosse allontanato, rimise il sacco in spalla e riprese il cammino. Pensava che Rosa avrebbe dovuto aiutarlo. Non era possibile continuare così. Lassù dal cielo doveva dargli la forza di vivere. E guardò in alto. Ma era tutto buio, non c'era una stella."
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