Info tratte da
Checché ne dicano i paladini della psichiatria, NON esiste alcuna prova certa della "malattia mentale".
Infatti:
"L'incertezza esistente sul concetto, sulla diagnosi e sull'evoluzione delle malattie mentali deriva dalla loro storicità, dai mutevoli rapporti sociali che influenzano il fenomeno. (...) Qualunque tentativo di spiegare con una sola radice comune, di fondare una teoria eziopatogenica unica delle malattie mentali, anche se parte da una base scientifica reale, rischia perciò di cadere in arbitrarie generalizzazioni." (1)
Uno dei meriti principali del movimento Antipsichiatrico di negazione istituzionale di coloro che hanno scoperchiato e aperto i manicomi è stato di aver capovolto finalmente il concetto di malato di mente come pericoloso a sé ed agli altri, come minaccia per la società.
è divenuta coscienza diffusa l'opinione che le istituzioni repressive, ed anche quelle che dichiarano di avere scopi terapeutici, in realtà selezionano e aggravano i comportamenti devianti, sono cioè fabbriche di malati. Il livello di distruzione della loro personalità va molto spesso impuntato alla violenza del manicomio, delle sue mortificazioni, prevaricazioni e imposizioni.
(...) Le terapie autoritarie e coercitive non consistono solo nell'internamento manicomiale. Passano attraverso vari gradini, che richiamano le vessazioni medievali (catene, bagni freddi, percosse) e neo-medievali (le scariche elettriche) e alla "semplice" custodia reclusiva. Esistono diversi gradi di violenza, mascherata da esigenze terapeutiche.
(1) Anche quando il "malato mentale" risulta malato, egli si rivela diverso da ciò che la psichiatria ha sostenuto.
Nessun commento:
Posta un commento