Lo lessi parecchi anni fa e vorrei proprio rileggerlo, trascrivendo anche le pagine più "thrilling", intanto, ecco un tributo che è stato fatto (al film, più che non al libro di Bloch)
Norman si chiuse la porta alle spalle e tornò a casa. Il suo abito era in un stato spaventoso. Era fradicio di sangue, naturalmente, e d'acqua, e aveva anche vomitato sul pavimento bagnato. Ma questo non importava, ora. C'erano altre cose da ripulire, da sistemare prima.
Questa volta doveva far qualcosa, qualcosa di definitivo. Avrebbe messo la madre là dove sarebbe già dovuta essere. Doveva farlo.
Panico, paura, orrore, nausea e disgusto cedettero dinanzi a questa dominante certezza. Quello che era accaduto era tragico, spaventoso oltre ogni dire, ma non si sarebbe ripetuto. Gli sembrava di essere un uomo nuovo... se stesso.
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