Ewald von Kleist e Georg Büchner


 

Ewald von Kleist (1715-1759) "La Primavera" (Der Frühling, 1749)

Sopra rosata nube, di gigli incoronata

cadde la Primavera. Dal suo petto versossi

un torrente di latte. Giù dalle rupi rapida

scese la neve a fiotti; ed i fiumi invernali,

dove i ghiacci con alto urtavansi fragor,

gonfiandosi l'accolser con impaziente speme:

argini e dighe rupper, divoraron le rive;

e bosco e prato e campo furono tutt'un mar!

Bevve i flutti la terra. Da trascorrenti nubi

svolaron ombre giovani; del ciel la cerchia azzurra

squarciò folgore d'or! L'aria più dolce fecesi;

ed un tappeto ricco ora i campi coprì;

germogliaron le fronde, destossi un mite suono

a volitar nel bosco dalla luce verdognola;

s'inargentarono i vivi, gli odori fiottarono

mentre che Eco udiva lo zufol del pastor.

(...)

Fra le innocenti cure i lieti giorni

Melide trascorrea, né d'esser sola

s'er avveduta ancor. Ma giunta appena

al sedicesimo anno, il cuore  a dirle

cominciò, ch'era sola. All'ombra assisa

delle fronzute volte, che intrecciate

avea già di sua man, mesta, pensosa,

fra sé stessa dicea: qual fine ascoso

spronato ha i Numi a imprigionarci in questo

ermo loco deserto? a che finora

vivuto abbiamo, noi che di quanto ha vita

siam più infelici? a che tuttor viviamo?

Ah! lo sento, lo sento alla tristezza

che mi divora: di  quest'esser mio

qualch'altra esiste indivisibil parte,

ch'io non conosco, e che mi manca. Al certo

nato io non son per questo orror solingo,

dove mi trovo: un qualche strano evento

accaduto esser dee, che a me nascoso

la madre ha ognor.

(...)


"Morte di Danton" di Georg Büchner (1813-1837)

"Nel Nulla. Sprofondati in qualcosa di più tranquillo del Nulla, e se la massima pace è Dio, non è il Nulla Dio? Ma io sono un ateo. Maledetto l'assioma che dice: "Nessuna cosa può trasformarsi in Nulla" ed io sono un qualche cosa, questa è la disgrazia! La creazione ha occupato tanto posto, non c'è nulla di vuoto, dappertutto è un brulicare. Il Nulla si è ucciso, la creazione è la sua ferita, noi siamo le gocce del suo sangue, il mondo è la tomba dove esso marcisce."


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