"La donna semi-umana" di Funke

Nota di Lunaria: Leggendo questo libro, dal titolo volutamente provocatorio,

scritto da un antropologo che per tutto il libro demolisce i pregiudizi misogini e androcentrici che colpivano le donne, alle pagine 64 e 65 ho trovato alcuni nomi di "scienziati" che a fine '800 discettavano sui cervelli femminili.

La cosa divertente è che, tronfi com'erano nel sentirsi superiori alle donne, sono stati dimenticati dalla Storia, e se non fosse per me, che sono andata a riesumarli, nessuno si ricorderebbe più di loro.  😂

Comunque, l'unico motivo per cui "riesumo dall'oblio" tale "Max Funke" è motivato solo dal fatto che voglio arginare la tendenza moderna del "revisionismo storico" e per dimostrare che la misoginia è stata viva e vegeta per secoli: da aristotele a max funke, tutti accomunati dall'odio verso le donne. 

***

"Al di fuori dell'ambiente scientifico non ho mai incontrato nessuno (e pochi nell'ambiente stesso!) che non fosse convinto del minor volume del cervello femminile rispetto a quello maschile, e quindi della minore intelligenza della donna. 

Non insisterò sull'assurdo spettacolo presentato dagli scienziati del XIX secolo, i quali permettono ai pregiudizi di cui sono imbevuti di interferire nelle speculazioni scientifiche. Come scrive Havelock Ellis: "La storia delle varie opinioni sulla differenza esistente fra il cervello dell'uomo e quello della donna è una pagina penosa negli annali scientifici, piena di pregiudizi, errori, facilonerie e di affrettate generalizzazioni. (...)"  Nel complesso, dobbiamo riconoscere che gli uomini di cultura non hanno fatto molti passi avanti, almeno a giudicare dal noto scrittore tedesco Max Funke (...) Nel suo volume "Sono umane le donne?"

("Sind Weiber Menschen? Mulieres homines non sunt", 1911) Max Funke afferma che la donna, a causa del suo cervello piccolo, deve essere considerata un essere a metà strada fra l'uomo e la scimmia, e di conseguenza catalogata come "semi-umana" 


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