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L'Alfa e l'Omega sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco e precedono e chiudono tutte le altre lettere; sono il simbolo della totalità e quindi, per i cristiani, di Cristo.
"Io sono il primo e l'ultimo; fuori di me non vi sono Dei" (Isaia 44,6)
"Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!" (Apocalisse 1,8)
Cristo, per i cristiani, è il principio e la fine di ogni cosa. (1)
Nel Medioevo l'Alfa e l'Omega erano poste attorno al capo del Cristo in qualità di "Giudice".
Le lettere appaiono anche sulle tombe cristiane per indicare che la persona ha ravvisato in Dio il suo principio e il suo fine ultimo.
(1) Nota di Lunaria: che Cristo, maschio, sia il principio e la fine (e il fine) di ogni cosa è problematico dal punto di vista femminile, come faceva notare Mary Daly:
"Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni. Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")
"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."
"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."
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