Il Mar Morto

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Il paesaggio del Medio Oriente è tale da avvalorare la credenza nell'ira di Dio e ispirare agli uomini il senso della loro piccolezza e il pentimento dei loro peccati.

Questo paesaggio, come lo definiva l'orientalista Jakob Fallmerayer, "con il suo senso di abbandono e con la lunga serie delle sue alte e tristi pareti di calcare, con i suoi morti ghiaioni e con gli scoscesi precipizi, riempie l'animo del viaggiatore straniero della più tetra malinconia. Figuratevi il muggire d'una furiosa mareggiata repentinamente ammutolito nella sua ira e il fluttuante labirinto delle onde, con le loro creste e le loro cavità, con le loro distese e le loro volute, pietrificato d'un tratto in pieno slancio come per incanto, e avrete forse il meglio riuscito schizzo dal vero del collinoso paesaggio della Giudea."

Se aggiungiamo che gli uccelli evitano il Mar Morto a causa dei vapori venefici che si elevano dalle fenditure della montagna, che esso è troppo salato per avere un patrimonio ittico e che per gran parte dell'anno un sole spietato riarde le steppe abbaglianti lungo le rive, possiamo comprendere che in questo paesaggio la credenza in poteri sovrumani deve radicarsi nel segreto più profondo dei cuori.


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