La Luna descrive il ciclo della vita vegetale. Spunta come stelo sottile, fiorisce come coppa di rosa, si gonfia come pomo dorato, appassisce e muore come uva passa e lascia il suo seme sulla terra. Essa può essere paragonata al legno che cresce, marcisce, rigenera e fiorisce, di fronte al sole metallico immutevole.
La storia di ogni migrazione di uccelli, di tartarughe, di pesci, ha un percorso lunare. Essi hanno un luogo per vivere e crescere, e un luogo lontano per morire e rinascere. Anche l'acqua vive ciclicamente: quando viene l'inverno diviene corposa e bianca come la neve, in primavera si fa trasparente e il solleone estivo la rende vapore invisibile; in autunno è ancora acqua feconda di fiumi e di frutti. Condensazioni e rarefazioni saranno i termini con cui i filosofi della Jonia presocratica interpretarono tutte le trasformazioni dell'essere. (*)
Antichi minatori, nani e distorti, con rosse cuffie frigie, scesero nel grembo misterioso della terra, ad estrarre il metallo sidereo e oscuri alchimisti cercarono di convertirlo nell'oro luminoso, in armonia con i moti degli astri e con la purificazione delle anime.
Per ottenere l'oro gli alchimisti (a) dovevano trasformare il mercurio ordinario contaminato di zolfo fermentato (la vecchia Luna?), in mercurio filosofico (la Luna crescente?). Essi cercarono una sostanza divina, capace di purificare il mercurio; e la trovarono infine i Magi seguendo una stella. Questa sostanza era l'antimonio, e solo con essa era possibile trarre dal Sole quelle virtù (o "Seme Spirituale" come le descriveva Isaac Newton) che uniche potevano purificare il mercurio. Per questa operazione occorreva l'ausilio dell'Argento, cioè delle bianche colombe di Diana (b).
L'antimonio era rappresentato come un Leone Verde, come corpo immaturo.
Divorando il Sole, in una meravigliosa "congiunzione" chimica, il Leone Verde converte il mercurio ordinario in mercurio filosofico che cola dalle sue fauci come rosso sangue.
La fiabesca chiave della Luna emerge dal contatto col Sole macchiata di sangue o di oro.
Nota di Lunaria: Avevamo visto il Leone Alchemico qui:http://intervistemetal.blogspot.it/2018/04/alchimia-1-introduzione-ai-motivi.html
E chi è quella Dea associata alla chiave e al sangue mestruale, essendo legata alle fasi della vita di noi donne, fasi scandite, ogni mese dall'arrivo del sangue?
Ecate...
Dea di Sapienza... Diventa insieme a Diana la Dea Alchimista.
Inoltre si potrebbe aggiungere un'altra interpretazione: come il Tarocco della Torre, che è suscettibile di doppia interpretazione (a prima vista sembra che il fulmine, proveniente dall'esterno, colpisca la torre... e se invece il fulmine non fosse esterno, ma provenisse proprio dalla Torre, fuoriuscendo da essa? Sarebbe metafora del talento, del colpo di genio che non può essere represso...)
anche il Leone Alchemico ha una doppia interpretazione: divora il Sole o piuttosto non lo sta rigettando fuori, per farlo nascere? Le donne non "rigettano fuori" dall'Utero-Leone Verde sia il sangue che la nuova vita, il bambino, che qui sarebbe simboleggiato dal Sole? E sempre nei Tarocchi compare un altro Leone: e chi è che doma il leone, tenendolo per le fauci? Proprio una donna...
Come il Leone Verde estrae dal Sole lo Spirito Universale? Lo spinge fuori urtandolo o lo attrae da lontano?
Newton pensò dapprima, come Cartesio, che fosse l'etere a spingere i corpi, ma si convinse infine che era una misteriosa attrazione, operante a distanza. Dall'occulto magnete del Leone Verde nacque l'idea di attrazione universale che fece di Newton il primo degli scienziati moderni.
Con la sua teoria magica dei moti astrali Newton smontò i macchinari cartesiani e affidò i corpi celesti, prima la Luna, a un destino di attrazione e di fuga (forza centrifuga e centripeta)
Secondo la leggenda, Newton avrebbe intuito la gravitazione universale vedendo cadere una mela ai piedi di un albero. Da allora il mondo ci appare in eterno declino, in continua caduta, in contrapposizione alla spinta impressa all'inizio dal Signore.
La verde mela calante simbolizza, alle soglie dell'era moderna, l'adamico peccato di conoscenza. Da essa nasce la grande scienza moderna e la maledizione atomica.
Ma la leggenda è tendenziosa. L'intuizione di Newton non era nata da una mela caduta nel fango, ma da un alchemico Leone Verde capace di estrarre a distanza dal Sole "Il Seme Spirituale". Newton, sostiene Keynes, "non fu il primo dell'età della ragione. Egli fu l'ultimo dei maghi, l'ultimo dei Babilonesi e dei Sumeri, l'ultima grande mente che guardò nel mondo visibile e intellettuale con gli stessi occhi di coloro che cominciarono a costruire la nostra eredità intellettuale poco meno di diecimila anni fa"
Nota di Lunaria: Newton non fu l'unico, comunque. Ci sono state donne scienziate. Le ricordo qui:
(a) Simbolo centrale della Coniunctio alchemica è l'unione tra Artifex (Sole) e la Soror Mystica (Luna)
(b) La colomba è sempre stata associata alle Dee e alle Sacerdotesse. Venere, Kupaba, la Dea di Creta, Sophia, il santuario di Dodona...
Ovviamente i cristiani la mascolizzano per lo "spirito santo"
"La quercia di Dodona era consacrata a Zeus, ma accanto a essa c'erano le colombe sacre, simboli della grande Madre tellurica, e questo indica un'antica ierogamia del Dio celeste della tempesta con la Grande Dea della fecondità, fenomeno che ritroveremo su larga scala. (Mircea Eliade) "
"A Dodona esisteva una quercia consacrata a Zeus, e in quella quercia c'era un oracolo le cui Profetesse erano donne. Quelli che venivano a consultare l'oracolo si avvicinavano alla quercia e l'albero si agitava un po'; poi le donne prendevano la parola e dicevano "Zeus annuncia la tal cosa". Queste Sacerdotesse si chiamavano Peleiadi o Peristere, cioè "le colombe".
Senza contare che anche oggigiorno l'Induismo associa l'uccello bianco - e il serpente - alle Dee:
(*) Approfondimento tratto da Storia delle Religioni, volume II di Nicola Turchi
Al pari di tutte le filosofie iniziali, anche la speculazione greca delle origini è strettamente legata con la religione, giacché come questa include il tentativo di spiegare l'origine e la finalità dell'universo, con la filosofia ai suoi inizi non sa sciogliersi dalla speculazione teologica e concepisce le sue teoriche in funzione dell'elemento divino. Pertanto, anche nei più antichi pensatori della Grecia, che sono i filosofi della Ionia, si trovano gli accenni di una preoccupazione religiosa, sia che svolgono elementi preesistenti, sia che vi si oppongano in nome di un pensiero più evoluto, che cerca di spiegare più razionalmente le vecchie teogonie cristallizzate o criticare i vetusti culti popolari così pregni dell'animismo primitivo.
Talete, il primo di questi pensatori, pone come principio di tutte le cose l'Acqua, a somiglianza dell'Okeanos omerico, ma mentre questo è un'ipostasi, l'acqua di Talete è un elemento.
Anassimandro e Anassimene pongono come principio rispettivamente l'Infinito inteso come una materia primordiale caotica, e l'Aria invisibile e amorfa, intesa come principio di vita (respiro) negli esseri viventi: concetti che richiamano il Vuoto delle antiche teogonie, ma che qui sono elementi e non Dei generatori.
Pitagora concepisce la divinità come Numero e raccoglie nel suo sistema elementi orfici, elementi animistici come la metempsicosi e interdizioni rituali come il mangiare fave e l'uccidere il gallo. Gli Eleati si fissano nella meditazione dell'Essere e, tra essi, Senofane fa una critica del politeismo del suo tempo. Eraclito si pone nella posizione contraria e nega l'Essere in nome del Divenire; e pur mostrando rispetto all'oracolo e al santuario di Efeso, dove depone il manoscritto della sua opera, critica Omero, che vorrebbe cacciare a colpi di frusta dalle assemblee e pone al di sopra di tutte le cose un Logos, una mente che tutto governa.
I nuovi Ionici riprendono l'idea eleatica dell'Essere ma ne ammettono il movimento per conciliare i due punti di vista; e a questo movimento danno come principio una causa motrice che Anassagora chiama la Mente; solo questa Mente per lui è divina in quanto regola in maniera stabile i fenomeni della Natura che vengono così sottratti ai capricci degli Dei; non già il Sole si chiami pure Elio o Apollo, concetto empio per gli Ateniesi, antropomorfisti convinti. I Sofisti, nello scetticismo universale, affermano con Protagora che l'uomo è la misura di tutte le cose e mettono in dubbio l'esistenza degli Dei, provocando processi di empietà, di cui Socrate fu vittima.
Con Socrate la filosofia si fa uomo, perché egli restaura sulle basi della coscienza la filosofia antica, visto che lo studio del mondo esterno aveva condotto a tanta intemperanza di pensiero e di vita. A lui è cara soprattutto la sentenza scritta nel santuario dell'oracolo che lo aveva proclamato il più sapiente degli uomini perché il peccato è ignoranza e chi ben sa non pecca. Tuttavia questo rinnovamento delle basi della filosofia non intaccò nel suo spirito la pietà e la religione degli Dei; sentiva vivamente l'azione della provvidenza nel mondo e riteneva di aver avuto dall'alto una missione da compiere in mezzo ai suoi concittadini traviati dalla sofistica. Uno spirito particolare lo dirigeva nella via da battere; e questo spirito non deve intendersi soltanto come la voce della coscienza (perché il Demone di Socrate parla solo in alcune circostanze) e nemmeno come un genius (perché Platone e Senofonte parlano di una voce, di un divinum quoddam, come si esprime Cicerone in proposito) ma come un avvertimento interiore concepito secondo le idee correnti al suo tempo intorno alla divinazione, alle quali Socrate presta ferma fede. Ugualmente ferma era la sua fede attorno all'immortalità dell'anima, di cui ci è prova gloriosa la morte, narrata nel "Fedone".
Platone sviluppa il pensiero di Socrate e concentra nelle Idee o Forme ogni realtà. Critica le concezioni antropomorfiche care alla mitologia e i poeti che le hanno cantate, compreso Omero; ammette che la provvidenza divina governi il mondo, crede all'anima del mondo e agli astri, agli spiriti che popolano l'aria. è persuaso dell'esistenza dell'anima dopo la morte e parlando di essa si serve di idee e concetti attinti agli Orfici attraverso Pitagora. Mostra di aver fiducia nella mantica e vuole che l'oracolo di Delfi sia nella sua Repubblica, la guida delle deliberazioni.
L'idea del Bene - che egli pone come sintesi del mondo intelligibile, come causa prima della bellezza dell'universo e come norma suprema della vita morale la quale in fondo dipende dall'opinione che si ha della divinità, si identifica con quella di Dio. Questo è dimostrato dallo svolgimento ulteriore del pensiero platonico che nel mondo delle Idee vede gli archetipi fissi nella mente di Dio, contemplando i quali egli crea l'universo, conciliando così religione e filosofia.
Aristotele dà della divinità un concetto scientifico ponendola come causa prima e motrice, principio della natura e della scienza. Praticamente egli vuole conservata la religione tradizionale con i suoi miti, i suoi templi, le cerimonie e nella "Politica" descrive come deve essere organizzato il culto nelle città.
Epicuro ammette gli Dei, che si possono conoscere alla stessa maniera degli oggetti materiali. Essi sono immortali, beati, ma non si incaricano del governo del mondo perché questo nuocerebbe alla loro beatitudine. Deve essere loro prestato un tributo di pietà a motivo appunto della loro perfezione.
Gli Stoici ammettono la divinità ma la fanno immanente nella materia, giacché ritengono che l'universo risulti da quattro elementi, due attivi (Fuoco e Aria) due passivi (Terra e Acqua), tra i quali il Fuoco funge, alla maniera di Eraclito, da mente ordinatrice. Credono alla Provvidenza e alle sue manifestazioni divinatorie, basandosi sulla teleologia dell'universo, ma ritengono che questo sia regolato da una legge immutabile che chiamano Necessità.
Bene! Anche per stasera è tutto! Domani vedremo l'ultimo approfondimento :D
E intanto... altra track alchemica, anche se solo nel titolo,
e più in argomento con quanto dicevamo sulla Luna:
Infine, pur non essendo "alchimistico" perché più incentrato su un artigiano, e non alchimista, che realizza...bhè, lo vedrete alla fine,
cito anche questo video dei primi Nightwish, "The Carpenter"
...curiosamente è anche l'unica canzone che apprezzo di questa band. Tutto il resto della loro musica la giudico da discreta ad imbarazzante. Ma questa canzone è l'unica che mi piace davvero... tutto sommato anche il video è abbastanza particolare, con quel personaggio che ricorda un po' un Leonardo da Vinci mezzo alchimista... e c'è comunque il forno.
Penso anche sia l'unico pezzo dei Nightwish decisamente lento, rispetto ai loro standard abituali (e post "The Carpenter") ...
Pe approfondimenti, vedi anche:
http://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/alchimia-magia-e-astrologia-nel.html