Le Donne in Politica nell'Antica Roma

Nota di Lunaria: onde evitare gli insulti dei vari idolatri di aristotele o catone, quelli del mantra "eh eh, le donne non hanno mai fatto niente per 2000 anni, solo il nostro divino aristotele ha fatto, eh eh!", pubblicherò le foto delle pagine sottolineate in rosso per dimostrare che io i libri li leggo. A me neanche piace la civiltà romana o greca, ma non è questo il punto, è il fatto che 'ste cose vengono usate per UMILIARE E SMINUIRE LE DONNE pertanto devo farmi lo sbattimento e andare a leggere pure cose che manco mi piacciono per dimostrare agli idolatri del "solo aristotele ha fatto e scritto, eh eh! e io sono maschio come lui, eh eh!", che le donne hanno sempre fatto la Storia, pure nei contesti più sessisti.

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Info tratte da

 

A Roma, la parte che occupa in politica la donna segue una curva parallela all'affermazione, all'onnipotenza di questa nuova forma di potere: il principato.

Sotto la Repubblica parecchie donne facevano della politica senza prendervi parte diretta: ne dà testimonianza una delle amanti di Cesare, Servilia, la madre di Bruto.

Alcune donne avevano partecipato alla congiura di Catilina.

Di Sempronia, una di esse, Sallustio ci ha lasciato un ritratto celebre e feroce: "Fra tutte le donne che facevano parte della congiura, citerò Sempronia, autrice di svariati misfatti perpetrati con un'audacia tutta virile. Nascita, bellezza, sposo, figli, la fortuna l'aveva in tutto favorita. Versata nelle lettere greche e latine, più abile nel canto e nella danza di quanto non occorresse ad una donna onesta, possedeva quel certo talento che occorre per essere voluttuose ed ebbe sempre a cuore tutt'altra cosa che onore e pudore [...] bruciava di così ardente passione che era lei a cercare gli uomini più che non gli uomini a cercare lei. [...] Non mancava di distinguersi per il grande ingegno: sapeva scrivere versi, [...] la sua conversazione era talvolta castigata, talvolta provocante e spudorata; in fondo era una donna estremamente spiritosa e graziosa."

Oltre a questa Sempronia, abbiamo già fatto la conoscenza di Fulvia, moglie d'Antonio, che arruolava truppe e dirigeva la guerra di Perugia.

PROVE:



ALTRO APPROFONDIMENTO tratto da vari libri che ho condensato, cioè:




Rispetto ad altre culture, la donna romana era più libera. Anche se i Romani ritenevano che il posto di una donna fosse la casa, alcune donne romane partecipavano alle attività sociali e culturali, in compagnia dei mariti o da sole. Le donne ricche non lavoravano, le donne degli altri ceti potevano dedicarsi al commercio e all'artigianato. Le schiave si occupavano delle case.

Il principale indumento femminile era la stola, che arrivava alle caviglie, veniva indossato sopra una camicia ed era legato in vita; 

Le donne nobili avevano anche un mantello, la palla, che copriva una sola spalla e poteva servire anche da cappuccio. I ricchi vestivano abiti di lino e seta, tutti gli altri portavano tuniche di lana.

I capelli venivano raccolti sulla testa; alcune acconciature richiedevano delle ore e si usavano capelli artificiali e strutture come pettini d'avorio.

I gioielli erano d'oro, di pietre preziose o di diamanti provenienti dall'India. Le donne non nobili usavano gioielli ottenuti dal vetro o pietre colorate.

I cosmetici erano ottenuti dalle piante o dagli animali; alcune volte erano velenosi, come una polvere di piombo miscelata ad olio che veniva usata per rendere candida la pelle.

Nella Roma arcaica le donne erano considerate proprietà dei padri e dei mariti, ma successivamente vennero riconosciuti diversi diritti alle donne ricche e nobili. Potevano amministrare il denaro, la proprietà.

Quando si diffusero le "religioni misteriche" basate su convegni segreti, i governanti non le approvarono (anche se era riconosciuta la libertà di culto); temevano che gli adepti potessero fomentare tumulti.

Tra le donne si diffuse il culto a Cibele, la Grande Madre. Anche il culto misterico di Iside era molto seguito a Roma. Dall'Iran giunse il culto a Mitra, che divenne molto popolare tra i soldati. Mitra era un dio del Sole dai tratti eroici e si pensava che la Creazione fosse stata originata dal sangue di un toro ucciso da Mitra; visto che il suo culto era interdetto alle femmine, le donne si avvicinarono di più al cristianesimo.

Dopo l'anno 313, con l'Editto di Milano, venne riconosciuta piena legittimità anche al cristianesimo.


GLI DEI DEI ROMANI

GIOVE: il dio supremo. Era il dio del giorno e della luce, del fulmine e del tuono. Aveva diversi attributi: Giove Pluvio mandava la pioggia, Giove Statore fermava i nemici, Giove Lucetius mandava la luce. Fu identificato con lo Zeus greco. Era parte di una triade con Marte e Quirino, successivamente sostituiti da Giunone e Minerva.

Giunone: era molto adorata a Lanuvio. Fu identificata con Era. Aveva diversi appellativi: Giunone Lucina presiedeva ai parti, Giunone Caprotina era la Dea della fecondità, Giunone Pronuba era la patrona delle nozze, Giunone Fluonia proteggeva il ciclo mestruale, Giunone Moneta (Colei che ammonisce), Giunone Martialis (Madre di Marte). Giunone era la Regina, la Salvatrice (Sospita). Ogni donna aveva la propria Iuno, una copia celeste e protettrice (l'uomo aveva il genius). Giunone rappresentava le virtù della matrona romana. Al suo culto attendeva la moglie del Flamine Diale, che diventava sacerdotessa col titolo di "Flaminica" 

Giano: una delle divinità più antiche, era il Deus deorum. Secondo i miti, sarebbe venuto dalla Tessaglia a Roma, dove portò la civiltà. Diede il suo nome a uno dei colli di Roma, il Gianicolo, mentre suo figlio Tiber diede il nome al Tevere.

Le porte del suo tempio erano aperte in tempo di guerra e chiuse in tempo di pace. In origine, era il dio di ogni cosa: del paesaggio, della soglia, della porta ("ianua"), perciò era raffigurato con due facce ("bifrons"). Era il dio degli inizi e gennaio porta il suo nome.

Marte: identificato con l'Ares dei Greci; era il dio del coraggio e della forza. Dai Romani, era considerato il capostipite. I suoi animali sacri erano la lupa e il picchio verde. Anticamente, era il dio della vegetazione e gli era consacrato Marzo.

Venere: identificata con l'Afrodite greca; Dea dei giardini, della bellezza, dell'amore. Madre di Enea, perciò progenitrice dei Romani.

Diana: identificata con Artemide. Dea vergine della caccia.

Mercurio: identificato con Ermes, protettore dei commercianti e viaggiatori.

Plutone: Dio del mondo sotterraneo, fratello di Giove, Poseidone, Giunone. Rapì Persefone per farne la sua sposa e regina degli inferi.

Minerva: presa dagli Etruschi, che la chiamavano Mnerva. Era la Dea della sapienza, ingegno e operosità.


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