Riflessioni Esistenziali di Manuel Garcìa Morente

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Il luogo dove si mostra evidente l'equivalenza tra destino e il piano di Dio è l'esperienza vitale, purché l'intelligenza arrivi senza passioni né sofismi o pregiudizi all'analisi profonda della più intima radice degli avvenimenti. Si veda questa testimonianza di Manuel Garcìa Morente (1), sulle circostanze che stavano pesando sulla sua vita agli inizi della guerra spagnola del 1936:

"Da quando era incominciata la guerra io non ero intervenuto né poco né molto nella mia vita, nel tessuto reale dei fatti della mia esistenza. La mia vita, i fatti della mia vita, si erano realizzati senza di me, senza il mio intervento.  

In un certo senso era lecito dire che io li avevo presenziati, ma in nessun modo che li avevo causati. Chi, dunque, o che cosa era la causa di questa vita che, essendo mia, non era mia? Perché il fatto curioso e strano è che tutti quegli avvenimenti facevano parte della mia vita, erano cioè miei; ma, d'altra parte, non erano stati causati, né provocati e neppure sospettati da me; insomma non erano miei. C'era una contraddizione evidente. Da un lato la mia vita mi appartiene, dal momento che costituisce il contenuto reale storico del mio essere nel tempo. Da un altro lato, invece, questa vita non mi appartiene, non è, a rigor di termini, mia, giacché il suo contenuto è in ogni caso prodotto e causato da qualcosa di estraneo alla mia volontà. Una sola soluzione potevo trovare a questa antinomia: qualcosa o qualcuno diverso da me fa la mia vita e me la "dona", me l'attribuisce, la ascrive al mio essere individuale. Il fatto che qualcosa o qualcuno diverso da me faccia la mia vita, spiega sufficientemente perché la mia vita, in un certo senso, non sia mia. Però il fatto che questa vita, fatta da un altro, mi sia come regalata o attribuita, spiega in un certo senso perché io la consideri come mia. Solo così si poteva eliminare la contraddizione o opposizione fra questa vita non mia, perché un altro la fa, e tuttavia mia, perché soltanto io la vivo. Questa mia vita, che io non faccio, ma che ricevo, è fatta di avvenimenti pieni di significato"


(1) Filosofo che si convertì verso la fine della sua vita e si fece sacerdote.


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