La Sagra del Grano in Molise

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La Sagra del Grano (Jelsi, Campobasso, 26 luglio)

Le origini sono antichissime e si collegano alle tradizioni pagane di culto delle divinità della terra e del raccolto. Il miracolo che Sant'Anna fa il 26 luglio 1805, quando arresta le pietre che stanno cadendo sul paese, in seguito ad un terremoto (che devastò i paesi vicini) (per il culto del fuoco, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2024/11/il-culto-del-fuoco-in-sud-italia.html)

Dall'anno successivo alla santa viene dedicata la sfilata, detta "delle traglie"

Per allestire la sagra la gente di Jelsi si prepara fin dall'epoca della mietitura.

Ciascuno mette da parte le spighe più grosse e dorate, che saranno la materia prima per le sculture che sfileranno il 26 luglio, giorno di Sant'Anna. Tenute a bagno per un giorno, le spighe diventano duttili, poi vengono intrecciate tra loro; a questo lavoro collettivo partecipano anche i bambini.

I carri con queste creazioni fatte in frumento vengono fatti sfilare, insieme a ceste ricolme di grano, tra suoni di trombe e spari di mortaretti.


Nota di Lunaria: aggiungo anche un riferimento alle "ottobrate" romane, dove i giovani cantavano stornelli sotto le finestre delle donne, improvvisando serenate; le ottobrate, dette anche "vignate" avevano una remotissima origine: si riallacciavano alle feste dionisiache dell'Antica Roma.

Come romanzo, suggerisco di leggere https://intervistemetal.blogspot.com/2024/04/la-festa-del-raccolto-di-thomas-tryon.html

Le origini della "Maitunata" si perdono nell'antichità: probabilmente era un canto augurale rivolto alla natura per propiziarsi buoni raccolti.

Il nome "Maitunata" ha tre interpretazioni, tutte e tre legate al fare festa:

1) fare mattino

2) mai intonata

3) mi hai cantato

In origine, un banditore girava per il paese con il canto augurale che si concludeva con la richiesta di doni. In seguito, venne sostituito da quattro o cinque suonatori più il cantore.

Dopo gli anni '60, con il processo di industrializzazione, la Maitunata ha perso le sue caratteristiche di canto agricolo ed è diventata canto scherzoso, anche pesante, tanto che la persona presa di mira invece che offrire da bere se ne andava di malo modo.

Gli strumenti suonati erano la fisarmonica, i "martellucci" (tre martelli in legno) il "tricche e tracche", asta di legno a cui sono applicate delle lamine metalliche, agitate freneticamente, e il "bufù", in origine strumento magico usato per allontanare gli spiriti cattivi. 

Era un contenitore, in genere una botticella, a cui era stata asportata la parte superiore; veniva ricoperto con pelle di capra o pecora, con una canna inserita al centro della pelle; sfregando sulla canna, si produceva un suono cupo e ritmato.

Anche "la Pagliara Maje Maje" era un rito antichissimo, probabilmente di origine slava, che aveva una funzione di cerimonia rituale di inizio primavera.

Anche nei paesi slavi, per la festa di S. Giorgio si addobba un albero e contemporaneamente si ricopre di rami verdi un giovane che è la personificazione del Maggio.

Durante la Pagliara il simulacro arboreo (un uomo nascosto sotto un cono intessuto di canne stagionate, rivestito di rami, erbe, fiori, frutti) percorre le vie di Fossalto, accompagnato da un suonatore di zampogna e da ragazze vestite con costumi tradizionali che intonano in dialetto la venuta del Maggio e invocano piogge per la terra.

Al suo passaggio, la gente getta dell'acqua da secchi e offre denaro.

Una volta si raccoglievano varie qualità di legumi, che formavano la zuppa tradizionale.

Dopo la sfilata della Pagliara, in piazza si assaggiano primizie e vino.

è evidente l'origine pagana della festa, anche se con l'arrivo del cristianesimo, è stata cattolicizzata: alla sommità del cono della Pagliara c'è una croce intrecciata con fiori.



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