Andark (Symphonic Black Metal\Avantgarde)

Li cercavo da tanti anni, non avendoli mai dimenticati da quel fantastico primo singolo pubblicato su "Psychosonic!" 😍. E il destino ha voluto che potessi trovare per caso Emanuele, che suonava negli Andark. Ecco l'intervista! 😁

Gli Andark nel periodo di "Regnant Aura"

1) Ciao e benvenuto! Per me è un onore intervistarvi, visto che non vi ho mai dimenticato! Da quando Psycho! pubblicò, nel 2001, il vostro singolo "The Last Embrace", vi ho sempre avuto nella mia lista di ascolti di "Metal italiano", insieme a tante altre band di quel periodo che, come voi, vennero pubblicate sulle compilation di "Psycho!": Cassandra, Burial Place, (https://intervistemetal.blogspot.com/2017/06/burial-place-symphonic-black-metal.html) Evil Bards, Presences, Abgott, Ghoul, Melan Nephos Thanatou (https://intervistemetal.blogspot.com/2014/01/melan-nephos-thanatou-symphonic-black.html), Sacradis, White Lilith, Lifend, Elivar... e altre che pur non venendo pubblicate su Psycho!, passarono su altri giornali e compilation: Art Inferno (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/08/intervista-agli-art-inferno-un-sogno.html), Revenant, Interitus, Nefarium, Abhor, Morning Rise, Agarthi poi noti come Fiurach, Diableria, Svenia, Bloody Mary... Sono state, loro e tante altre di cui si è persa traccia, le mie prime band Metal, insieme a quelle straniere (molto più famose), in un'epoca dove "la cultura Metal te la facevi con i cd di Psycho! e leggendo le recensioni", perciò le ricordo sempre con affetto e nostalgia... Presentati ai nostri lettori!

Sono Emanuele “Dubhe”, il bassista degli Andark. Ti ringrazio per la calorosa accoglienza, e per avermi dato la possibilità di parlare ancora del progetto artistico che, in assoluto, mi ha dato più soddisfazione a livello personale.



Hai fatto bene a contestualizzare il periodo: stiamo parlando dei primissimi anni 2000, l'ultima fase “pre-social networks”. Lascio ai lettori le ovvie considerazioni sui cambiamenti avvenuti. Apprezzo molto le numerose citazioni di tanti gruppi che ammiro, e che meritano la massima considerazione. Ci ha accomunato l’appartenenza a stili musicali “di importazione”, e di nicchia. A titolo personale, sono convinto che le band italiane emergenti di quella specifica epoca avrebbero avuto riscontri ben maggiori, se solo fossero nate, e avessero operato, in altri contesti geografici più congeniali.


2) Andark: perché sceglieste questo monicker? Che significato ha, oltre a rimandare all'oscurità con quel "Dark"?

La pronuncia corretta sarebbe "Endark", che richiama il senso di "fine dell'oscurità"...andare oltre un confine. Siamo nati nella grande galassia del movimento Dark, ma avevamo chiaro fin da subito di volere andare oltre. Ciò si rispecchia anche nella scelta dei titoli dei nostri lavori successivi al nostro debut album (Evil.ution e Different)


3) Puoi riepilogare le vicende della tua band? "Regnant Aura" fu il vostro esordio (e da quel demo venne estratto "The Last Embrace" che venne pubblicato su "Psychosonic") e come vedi, a distanza di così tanti anni (2001-2024!) c'è ancora gente, come me, che se lo ricorda, non ha mai smesso di cercarvi anche online (ci speravo prima o poi di trovarvi per chiedervi l'intervista!) Puoi parlarci di tutto quanto ha a che vedere con questo cd?  Scelta dell'artwork, testi, tematiche… 


di base, si trattava di un Black Metal sinfonico e struggente, quella tipica teatralità barocca (che adoro) tipica del Symphonic Black Metal di quel periodo lì...

L’esordio è stato complesso, per la difficoltà di riuscire a raggiungere una formazione stabile; un problema che ci ha rallentato non poco, specialmente per l’organizzazione dei live. L’ossatura della band era però già definita, il che ci ha consentito di dare alla luce Regnant Aura, che rientra a pieno titolo nei canoni del black metal sinfonico. Esso contiene una intro strumentale, e due brani completi. La scelta di Psychosonic è ricaduta su “the Last Embrace” per questioni di mera durata, ma noi avremmo optato per “Astral Fire Glitters”, che rispecchiava meglio le nostre potenzialità (da grandissimo ammiratore degli Opeth, non mi faccio problemi se un brano dura più della media!). Siamo rimasti stupiti dall’apprezzamento della critica e degli ascoltatori, oltre ogni ragionevole aspettativa, con recensioni apparse anche su testate oltre oceano. Riascoltandolo dopo tanti anni, con più esperienza, riconosco che si tratti di un lavoro ancora un po’ immaturo e ancorato agli stilemi del periodo, specialmente dal punto di vista degli arrangiamenti. I testi, invece, si discostano già nettamente dai canoni del black metal. Fin da subito abbiamo privilegiato tematiche introspettive, riflessive, poetiche in senso lato (con tutto il rispetto per i veri poeti). L’artwork è una piccola chicca per chi conosce la nostra zona di origine: la copertina raffigura l’Orrido di Nesso, una bellezza naturalistica del Lario, una cascata a pochi chilometri da Como. Non sempre c'è bisogno di arrivare fino ai fiordi norvegesi per ammirare degli scorci incantevoli!


4) Poi avete rilasciato altri due album "Evil.ution" e "Different", che hanno rappresentato l'approdo verso altre sonorità, distanti da "Regnant Aura", più sperimentali, delle volte "electro-friendly" e moderne: il Symphonic Black del vostro esordio riemerge ancora, così come certe sonorità Gothic decadenti e atmosferiche, ma tutto suona molto più ibridato a forme destrutturate ed avantgarde; tra l'altro la voce femminile "recitativa" l'avete usata principalmente per "Regnant Aura".  Come mai questa evoluzione? Come venne accolta?

"Evil.ution" ha rappresentato, a mio parere, il meglio della nostra capacità compositiva. A differenza del lavoro precedente, non cambierei una virgola di ciò che abbiamo inciso. Sono passati 21 anni dalla sua gestazione, eppure lo considero un prodotto che potrebbe essere tranquillamente pubblicabile e vendibile come se fosse stato registrato la settimana scorsa. Il perché di questa evil.uzione era scritto nel nostro DNA. Eravamo istintivamente portati alla sperimentazione e alla commistione di generi. I pareri di critica e pubblico erano trasversalmente discordanti (dunque, abbiamo raggiunto il nostro intento: disorientare). I puristi, scettici… gli innovatori, entusiasti. Abbiamo estremizzato questo percorso con il successivo (e ultimo lavoro) "Different", che però non abbiamo avuto il tempo di produrre in modo adeguato per la diffusione al pubblico. Lo abbiamo registrato "in casa". Non posso pertanto rispondere alla domanda sul giudizio della critica (lo rendo disponibile per chi fosse interessato). In sintesi, abbiamo definitivamente abbandonato le sonorità black, entrando a tutti gli effetti nel mondo del metal “industrial”.


5) Ricordo la vostra intervista su Grind Zone 2 (2003), con in copertina i Darkthrone! Cito dall'intervista in questione:  "Band da tenere d'occhio quella degli Andark, sestetto comasco che si è presentato a Grind Zone con un mini autoprodotto il cui buon valore musicale è rafforzato da una veste grafica professionale". 

gli Andark, nella foto pubblicata su Grind Zone

In effetti, in quella intervista, era stato da voi dichiarato che "non ci poniamo mai barriere mentali e non siamo chiusi verso alcun genere... né al Metal né a nient'altro. Forse per capire tutto questo basta la definizione che noi diamo della nostra musica: Avantgarde Extreme Music". 

Mi ricollego alla domanda/risposta precedente: cinque elementi, cinque punti di vista completamente diversi; il che spiega perché ogni singolo brano richiedeva molto tempo per essere portato a termine, e spiega anche perché non è stato più possibile etichettarci in un genere ben definito dopo il debut album, se non accatastando sfilze di aggettivi uno dopo l’altro. Si è creata una alchimia particolare che non poteva essere riprodotta in alcun modo, se non con noi cinque. Quando si sono manifestate delle divergenze interne, purtroppo non sanabili, la conseguenza logica è stata quella di interrompere l’esperienza della band. Non potevano esistere gli Andark con dei nuovi innesti, se non cambiando il nome, eventualmente. Mi manca molto quel periodo; provo una grande nostalgia, e sono orgoglioso di avere collaborato a questo progetto. Ti confesso che non ho mai accettato lo scioglimento, di cui sono stato spettatore, e che mi fa ancora soffrire tanto.


6) Riusciste ad esibirvi live, all'epoca?

Abbiamo avuto la fortuna di fare tanti concerti, e di collaborare per serate live con gruppi di spessore. Cito solo l'ultima nostra esibizione, che è stata a Bologna, in un festival con headliner i Clan of Xymox, e con DJ set di Jussi dei 69Eyes. Anche nei live, ci facevamo “riconoscere”. Il nostro outfit era completamente bianco, volutamente opposto al classico nero. Delle proiezioni, sincronizzate ai brani, facevano da contorno. Mi permetto una piccola divagazione: ci hanno recensito anche sulla rivista “Tutto”, che nulla aveva a che fare con il metal! Una vittoria per tutti noi metallari!


7) Bene, concludi a tuo piacimento e grazie per avermi concesso questa incredibile opportunità: intervistarvi! Sono sicura che tra i miei lettori c'è chi non vi ha mai dimenticato e chi, magari all'epoca ancora bambino, verrà ad ascoltarvi e a conoscervi adesso!

L'incredibile opportunità è quella che offri tu ai tuoi fortunati lettori. C’è un universo fatto di tante band che vale la pena di (ri)ascoltare. Non essendoci più un canale ufficiale degli Andark, gradirei che chiunque potesse mettersi in contatto direttamente con me, per ricevere del materiale gratuitamente, o per una semplice chiacchierata tra vecchi e nuovi amici. (mailander81@gmail.com)


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