Trama: Ned, un pubblicitario di New York, si è sottratto alla massacrante futilità della corsa al successo rifugiandosi in un paesino del New England. A contatto con la gente del luogo, in un'atmosfera un po' ottocentesca, legata alla terra, Ned scopre valori antichi e superstizioni. Ad un tratto, tutto cambia. Intorno a lui si fa un silenzio opaco. Crede di vedere un fantasma... poi trova uno scheletro nel cavo di un albero. Dissotterra una bara piena di granoturco... si trova di fronte un uomo con la lingua mozzata e la bocca cucita. E tutto il paese si rifiuta di dargli spiegazioni. Questo, più di ogni altra cosa, fa scattare in lui l'angoscia, e il bisogno ossessivo di sapere. E durante la notte del Raccolto in Casa, Ned sconterà la pena di chi ha voluto vedere troppo.
Commento di Lunaria: Lessi "La Festa del Raccolto" nel 2007, fortunatamente dopo averlo trovato al mercatino dei libri dell'usato. Ero curiosa di leggerlo perché venne recensito su Horror Mania come "cult book" ("Ipnotico, soporoso, esempio perfetto di quel filone letterario che è il gotico rurale americano", era definito, "un gotico rustico") e l'ho riletto in questi mesi, perché già allora avevo conservato un piacevole ricordo di questo romanzo dell'orrore atipico. Difatti, il celebre "I figli del grano" di King (https://intervistemetal.blogspot.com/2023/11/i-figli-del-grano-stralci-piu-belli.html) e il suo "Culto di adorazione verso Colui-che-cammina dietro-i-filari" è stato proprio ispirato da questo "La Festa del Raccolto" e dal suo "Il Signore delle Messi e la Vergine del Granoturco" (anche se l'orrore sanguinolento arriva solo all'ultimo capitolo, ed è scritto fitto fitto per 462 pagine; per tutto il resto del libro, il terrore è solo suggerito, impalpabile, sospeso, tra veri e propri indizi di antichi omicidi e il dubbio che forse si tratta solo della paranoia di Ned...) Chi ha letto Mircea Eliade riconoscerà subito l'origine della ispirazione di "La Festa del Raccolto": i Misteri Eleusini, la Dea Terra, Madre Terribile e Terrifica, i sacrifici di sangue...
"Mentre con un calcio facevo rotolare il ramo nel fossato, vi fu una nuova saetta, una potente scarica elettrica azzurra che colorò il cielo di un pallido verde. Poi, a un tratto, più in alto rispetto a me, sulla sommità dell'argine, materializzandosi fuori delle tenebre, apparve quello che, pensai immediatamente, doveva essere il fantasma di Soakes's Lonesome. Spettrale, irreale, la figura era di un colore grigio-cenere, le sue bianche vesti sbattevano nel vento come sudari; uno spettro uscito dalla tomba. (...) Voltò verso di me le sembianze più tremende che abbia mai veduto. Un volto spaventoso, la cui pelle era bianca come le vesti, eccettuate le scure orbite e la bocca rossa e ghignante."
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