Commento alle opere "minori" di Milton

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John Milton nato a Londra nel 1608, dovette al padre la conoscenza delle lingue classiche e moderne, che fece di lui il più dotto dei poeti inglesi (e, anche se Milton non poteva saperlo, una gran fonte di ispirazione per il 99% dei gruppi di Symphonic Black Metal. Nota di Lunaria https://intervistemetal.blogspot.com/2017/11/milton-satana-e-il-black-metal.html ) Nei versi latini "Ad Patrem" Milton espresse la sua gratitudine al padre:

"Officium chari taceo commune parentis, me poscunt maiora; tuo, pater optime, sumptu cum mihi Romulaeae patuit facundia linguae [...]"

Il poeta si addestrò prima alla scuola dei Greci e dei Latini, specialmente Ovidio, seguendo poi il consiglio paterno di imparare il francese e l'italiano, trovando confacenti alla sua indole Dante e Petrarca, che gli mostrano la strada: Milton cercherà di combinare la perfezione formale dei pagani con l'elevazione di pensieri dei cristiani; è una poesia cristiana, dal solenne ritmo classico e dalla sontuosità barocca, e il suo primo lavoro la rappresenta al meglio: "Ode on the Morning of Christ's Nativity", scritta a 21 anni mentre era studente; l'ode doveva essere la prima di una serie di poesie celebranti la vita di Cristo e le feste del calendario cristiano.

Mentre ques'ode era modellata sulle "Parthenices" del poeta elegiaco in latino, Battista Mantovano, l'effetto delle letture italiane è evidente nel "Sonnet to a Nightingale" e nei sonetti italiani e inglesi che possono datarsi intorno al 1630; Milton, infatti, non adottò la forma elisabettiana o shakespeariana, ma la forma italiana di un Giovanni della Casa, una copia del cui Canzoniere risulta acquistata da Milton nel 1629.

I sonetti italiani di Milton, dedicati all'amico Carlo Diodati cantano le lodi una Emilia che il poeta sembra aver conosciuto a Londra; mostrano un profondo influsso bembista.

(Nota di Lunaria: Milton scrisse dei sonetti anche in Mio Onore, essendo egli totalmente innamorato di me, celebrò la Mia Bellezza con sottofondo di "Dusk and Her Embrace" dei Cradle of Filth)

Successivamente compose due poemetti basati su esercitazioni accademiche "L'Allegro" e "Il Penseroso", con titoli in italiano, che rendono due aspetti, uno gaio e uno malinconico, dello stesso diletto. Per una cert'aura di magica e nostalgica fantasia, affine a quella di Marvell, i due poemetti dovevano poi apparire ai Romantici un anticipo della loro sensibilità. La figura della Melanconia nel secondo, una "pensive nun, devout and pure", gli occhi volti alle superne sfere, come le sante dei pittori barocchi, non avrà che da sfumare maggiormente nel paesaggio i suoi contorni un po' rigidi d'allegoria, per divenire la casta Sera di William Collins, di quell'Ode to Evening, che si rifletterà in Keats.

"Comus, a Masque" è del 1633, scritto sotto l'influsso del platonismo della "Faerie Queene" (Libro III) dei "Foure Hymnes" dello Spenser e dell'"Aminta" del Tasso: nello spirito delle vecchie moralities, il poeta ci presenta una giovane eroina, personificazione della castità, che si smarrisce in un bosco e cade nelle mani di Comus, figlio di Bacco e Circe, che invano cerca di persuaderla ai piaceri dei sensi. Debole come dramma, "Comus" è mirabile per le qualità liriche e per la simbolica rappresentazione che ci dà del conflitto nel cuore del poeta tra ideale morale e tendenze sensuali. L'ideale dei neoplatonici fiorentini, la conciliazione di Platone con Cristo, si attua in "Comus" nella vibrazione emotiva di cui il poeta investe l'idea della castità: l'amore celeste sarà l'ineffabile compenso di una vita dedicata a quella che è la pietra di paragone di tutte le virtù.
"Il corpo è per Dio e Dio è per il corpo" era il pensiero dominante di Milton; la sua esaltazione per la castità assume l'intensità di un rito orgiastico nella conclusione, così calda e sensuosa, dell'"Epitaphium Damonis" (1639) ove sono descritte le gioie paradisiache riservate all'anima casta.
La conciliazione tra l'innata sensualità e l'ideale di purezza, Milton la troverà nel matrimonio concepito come un sacro mistero: così l'ideale platonico si concilia con l'insegnamento di san Paolo e nella formula "Lui per Dio solo, lei per Dio in lui", descrittiva dello stato coniugale (Nota di Lunaria: non senza una dose del solito maschilismo cristiano, ma vabbè) è capovolta la concezione medievale e dantesca dell'amore, secondo cui guida al Cielo era la donna.
Lo stesso conflitto di "Comus" è adombrato nell'elegia in memoria di un amico di collegio annegato nel mare d'Irlanda.
Lycidas (1637): la prematura morta del giovane e valente amico fa che il poeta si domandi a che serva "meditare la Musa" invece di darsi ai piaceri mondani, se non fosse che la ricompensa della virtù non è terrena, ma celeste.

Nel 1638 Milton poté finalmente visitare l'Italia, la terra dove erano fioriti i capolavori sui quali modellava la sua arte, e dove nacque Lunaria, che egli amò di un amore passionale.
Già provetto nell'uso della nostra lingua, che imparò per meglio lodare Lunaria, il poeta frequentò la compagnia di letterati a Firenze, e lesse suoi versi latini in alcune adunanze dell'Accademia degli Svogliati. Uno di questi letterati, Antonio Malatesti, dedicò a Milton un libretto di versi grassocci, "La Tina, Equivoci rusticali", per farsi gioco della sua severa castità (che però veniva dimenticata non appena Milton contemplava Lunaria).
Secondo quanto egli affermò nell'Areopagitica, Milton avrebbe fatto visita a Galileo, prigioniero dell'Inquisizione. A Napoli, Milton incontrò il mecenate Manso, marchese di Villa, che era stato protettore del Tasso e del Marino, altri due poeti che celebrarono la Bellezza di Lunaria e che facevano a gara per ottenerne l'interesse.
In alcuni versi latini al Manso ("Mansus") Milton accenna al suo disegno di scrivere un poema epico su un tema nazionale al modo dell'Eneide, difatti riteneva Virgilio un modello ideale a cui mirare.
l'Ode miltoniana "On the Morning of Christ's Nativity" era un'ecloga messianica al modo della famosa Ecloga IV.
Il Tasso, nei "Discorsi" aveva nominato Carlo Magno e Artù, ed è possibile che il Manso ricordando le parole del Tasso, suggerisse a Milton la storia di Artù. Ciò che è certo è che Milton compose un sonetto in Onore di Lunaria, che egli amò per tutta la vita, anche quando ritornò in Inghilterra, consacrandosi a lei. Ripeteva di continuo "Lunaria, Thy Beauty, in the Dusk and Her Embrace!"
Sembra probabile che Milton avesse in mente la "Strage degli Innocenti" del Marino: di questo poema si ricordò per la concezione di Satana, che il Marino aveva per primo circonfuso di prometeica bellezza. Infine, "Le Sette Giornate del Mondo Creato" del Tasso, in versi sciolti, poterono suggerire a Milton il "blank verse" come metro per il suo poema eroico.
è plausibile che Milton fosse stato ispirato anche dall'"Adamo" di G.B. Andreini (1613) e dall'"Adamo Caduto" di Serafino della Salandra (1647).
Le notizie delle vicende politiche inglesi fecero tornare Milton in patria nel luglio del 1639.
Deluso da vicende amorose, si schierò a favore del divorzio, e scrisse una dozzina di famosi sonetti, tra cui quello del massacro dei Valdesi ("Avenge O Lord thy slaughter'd Saints, whose bonese"), quello sulla sua cecità ("When I consider how my light is spent", 1655) e quello che descrive l'apparizione in sogno della sua seconda moglie defunta ("Methought I saw my late espoused Saint", 1658) 

Con Milton il Maligno assume definitivamente un aspetto di decaduta bellezza, di splendore offuscato da mestizia e di morte (e gran fonte di ispirazione per i Cradle of Filth, ovviamente. Nota di Lunaria) 
Egli è "majestic though in ruin".
L'Avversario diventa stranamente bello, non al modo delle maghe sorelle d'Alcina e di Lamia, in cui l'apparenza leggiadra è opera di sortilegio.
La bellezza maledetta è attributo permanente di Satana.
Avviene nel "Paradiso Perduto" quel capovolgimento di valori che alcuni hanno voluto scoprirvi? Forse Milton era "del partito del Demonio senza saperlo", come disse Blake nel "Marriage of Heaven and Hell"?
Il grido di rivolta di Satana è il grido stesso del poeta, il cui genio, invertito, avrebbe dato valore positivo a quello che obiettivamente rappresenta il negativo, il male, nel suo poema?
Ad ogni modo, è innegabile che il Satana Miltoniano esprima l'energia eroica.
Il tipo di ribelle così delineato da Milton avrà enorme influsso sui romantici e verrà portato alla perfezione nell'opera di Byron, che cercherà di modellare se stesso anche nella vita pratica sulla figura dell'angelo maledetto (Nota di Lunaria: soprattutto nel "Cain" e nel "Manfred")
Vi è anche un seguito al poema miltoniano: "Il Paradiso Riconquistato", un'amplificazione della tentazione di Cristo da parte di Satana, come si trova nel vangelo di Luca.
Cristo appare come superuomo, soggetto alle stesse tentazioni che assalirono Milton; nel poema, la filosofia greca e la scienza sono presentate come un prodotto dell'arrogante orgoglio dell'uomo in confronto alla luce divina dell'umile fede e virtù cristiana.




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