Uno stralcio tratto da "Sulla Strada" di Kerouac


 "(...) prontissimo a fare centinaia di chilometri nella notte, e com'ero felice! E il nuovo camionista era un tipo fantastico come l'altro e urlava altrettanto, e io dovevo solo stare appoggiato allo schienale e lasciarmi trasportare. Ora potevo scorgere Denver scintillare di fronte a me come la Terra Promessa, laggiù, lontano sotto le stelle, attraverso la prateria dello Iowa e le pianure del Nebraska, e più oltre riuscivo a vedere la più imponente vista di San Francisco, come gioielli nella notte. (...) Dormii anch'io, e poi feci una passeggiatina lungo i solitari muri di mattoni illuminati da un'unica lampadina, con la prateria che si affacciava alla fine di ogni stradina e l'odore del granoturco come rugiada nella notte. (...) Mi trovavo lontano da casa, ossessionato e stanco del viaggio, in una misera camera d'albergo che non avevo mai vista, a sentire i sibili di vapore là fuori, e lo scricchiolare di vecchio legno della locanda, e dei passi al piano di sopra, e tutti quei suoni tristi; e guardavo l'alto soffitto pieno di crepe (...) Non avevo paura; ero solo qualcun altro, un estraneo, e tutta la mia vita era una vita stregata, la vita di un fantasma. Mi trovavo a metà strada attraverso l'America, alla linea divisoria fra l'Est della mia giovinezza e l'Ovest del mio futuro, ed è forse per questo che ciò accadde proprio lì e in quel momento, in quello strano pomeriggio rosso. (...) Gli zoccoli del pony risuonavano forte sulla terra indurita. Faceva caldo, e io avevo sete. Adesso il sentiero correva sotto una serie di rocce, alte solo un sessanta centimetri, e ai suoi piedi un intrico di biancospini gettava una macchia d'ombra attraverso il sentiero. Chissà dove, vicino, al di sopra di me, sentivo lo sgocciolio dell'acqua."



Nessun commento:

Posta un commento