Nota di Lunaria: non condivido con tutto quello che è stato scritto, ma lo condivido in ugual modo
Tutti gli Dei sono un unico Dio e tutte le Dee sono un'unica Dea e c'è un solo iniziatore.
In principio esistevano lo spazio e le tenebre e l'immobilità, ed erano più antichi del tempo e dimentichi degli Dei. Il movimento nacque nello spazio: quello fu il principio.
Questo mare di spazio infinito fu l'origine di ogni essere. In esso si generò la vita come un'onda di piena in un mare silenzioso e tutto in esso ritornerà quando scenderà la notte degli Dei.
Questo è il Grande Mare, Marah, l'Amaro, la Grande Madre.
A causa dell'inerzia dello spazio precedente il movimento avvenne come un'onda di piena che il Saggio chiama il Principio Passivo in Natura e ad essa si pensa come ad Acqua, o Spazio che fluisce. Ma nello spazio non c'è nulla che fluisca sino a quando la potenza non si agita, e questa potenza è il Principio Attivo della Creazione. Tutte le cose partecipano della natura del Principio Attivo e di quello Passivo e di esse si parla nel seguito.
Tre volte grande Ermete scolpito sulla Tavoletta Smeraldina "Come sopra, così sotto". Sulla Terra vediamo l'immagine riflessa del gioco dei princìpi celesti nelle azioni degli esseri umani. Nella sua passività la vergine era primordiale quanto lo spazio prima che scaturissero le maree.
Il maschio è il donatore di vita. L'una e l'altra recitano, nella costruzione della vita, la parte passiva e la parte attiva rispettivamente. (Nota di Lunaria: questo sessismo esoterico della femmina passiva però ha anche rotto all'alba del 2024, eh)
Da lui, essa è resa creativa e fertile, ma di lei è il bimbo e lui, benché sia il donatore della vita, transita a mani vuote; dona se stesso e nulla rimane che sia suo e si chiama solo compagno.
La vita sua è nelle mani di lei: la sua vita che fu, che è e che sarà. E conseguentemente dovrebbe adorare il Principio Passivo perché senza di lei non sarebbe. Poco sa del bisogno che ha di lei in tutte le vie della vita. Lei è la Grande Dea.
Tutti gli dei sono un unico dio e tutte le Dee un'unica Dea, e c'è un solo iniziatore.
Lei è chiamata con diversi nomi da uomini diversi, ma per tutti è la Grande Dea, spazio e terra e acqua.
Come spazio è chiamata Rea, madre degli Dei che hanno fatto gli Dei ed è la più antica del tempo; è la matrice della materia, la sostanza-radice di tutta l'esistenza, indifferenziata, pura.
La vita sua è nelle mani di lei: la sua vita che fu, che è e che sarà. E conseguentemente dovrebbe adorare il Principio Passivo perché senza di lei non sarebbe. Poco sa del bisogno che ha di lei in tutte le vie della vita. Lei è la Grande Dea.
Tutti gli dei sono un unico dio e tutte le Dee un'unica Dea e c'è un solo iniziatore.
Lei è chiamata con diversi nomi da uomini diversi, ma per tutti è la Grande Dea, spazio e terra e acqua. Come spazio è chiamata Rea, Madre degli Dei che hanno fatto gli Dei ed è più antica del tempo; è la matrice della materia, la sostanza-radice di tutta l'esistenza, indifferenziata, pura. è anche Binah, la Madre Superna, che riceve Chokmah, il Padre Superno.
è la donatrice della forma alla forza senza forma grazie alla quale può costruire ed è l'apportatrice della morte perché ciò che ha forma deve perire per consunzione per poter risorgere a vita più piena.
La vita sua è nelle mani di lei: la sua vita che fu, che è e che sarà. E conseguentemente dovrebbe adorare il Principio Passivo perché senza di lei non sarebbe.
Poco sa del bisogno che ha di lei in tutte le vie della vita. Lei è la Grande Dea.
Tutti gli Dei sono un unico Dio e tutte le Dee un'unica Dea, e c'è un solo iniziatore.
Lei è chiamata con diversi nomi da uomini diversi, ma per tutti è la Grande Dea, spazio e terra e acqua.
Come spazio è chiamata Rea, Madre degli Dei che hanno fatto gli Dei ed è più antica del tempo; è la matrice della materia, la sostanza-radice di tutta l'esistenza, indifferenziata, pura. è anche Binah, la Madre Superna, che riceve Chokmah, il Padre Superno.
è la donatrice della forma alla forza senza forma grazie alla quale può costruire ed è l'apportatrice della morte perché ciò che ha forma deve perire per consunzione per poter risorgere a vita più piena.
Tutto ciò che nasce deve morire, ma tutto ciò che muore deve rinascere. Ecco perché viene chiamata Marah, ossia amara. Nostra Signora del Dolore, perché è apportatrice di morte.
E similmente è chiamata Gea, perché essa è la terra più antica, la prima formata dall'informe.
Tutto ciò essa è, ed essi sono visti in lei, e quale che sia la loro natura, essi devono risponderne a lei, e lei ha dominio su di essa. Le sue stagioni sono le stagioni, le sue strade sono le strade e chi ne conosce una conosce le altre.
Qualunque cosa sorge dal nulla, è lei che la dona; qualunque cosa sprofonda nel nulla, è lei che la riceve. Essa è il Grande Mare dal quale scaturisce la vita, al quale tutto deve ritornare alla fine d'un evo.
In esso c'immergiamo nel sonno risprofondando nell'abisso primordiale, ritornando a cose dimenticate prima che il tempo fosse; e l'anima ne è rinnovata toccando la Grande Madre.
Chi non può ritornare al primordiale non ha radici nella vita, ma appassisce come l'erba.
Sono questi i morti viventi, coloro che sono orfani della Grande Madre.
Figlia della Grande Madre è Persefone, Regina dell'Ade, reggitrice dei regni del sonno e della morte. Sotto le spoglie della Regina delle Tenebre gli uomini adorano colei che è Una. Similmente, essa è Afrodite. E in ciò è racchiuso un grande mistero, perché è decretato che nessuno possa comprendere l'una se non comprende l'altra.
In morte, gli esseri umani vanno a lei attraversando il fiume delle ombre, e lei è colei che tiene le loro anime sino all'alba.
Ma c'è anche una morte nella vita, e similmente questa conduce alla rinascita. O uomini, perché temiamo la Regina delle Tenebre? Essa è la Rinnovatrice.
Dal sonno ci ridestiamo riposati, dalla morte ci leviamo risuscitati.
Dall'abbraccio di Persefone gli uomini risorgono possenti.
Perché c'è un punto di svolta dal quale l'anima umana ritorna a Persefone.
L'anima ricade nell'utero del tempo e gli esseri umani ridiventano come i non nati. Entrano nel regno sul quale Persefone domina da Regina e, fatti negativi, aspettano che giunga la vita.
E la Regina dell'Ade scende su di loro come una sposa ed essi sono resi fertili per la vita, e proseguono allietati dal tocco della Regina dei regni del sonno che li ha resi potenti.
E benché la Regina dell'Ade sia la figlia della Grande Madre, così dal Grande Mare sorge Afrodite dorata, la donatrice dell'amore. E anche Afrodite è Iside sotto spoglie diverse.
è colei che ridesta. Ciò che è latente essa richiama a potenza.
è l'attrazione dello spazio esterno, che rende il centro manifesto. Ciò che è il centro, l'onnipotente, attende e soffre incapace di traboccare e di fluire per manifestarsi sino a quando l'attrazione dello spazio esterno non lo attira a sé.
L'Equilibrio si fissa nell'inerzia sino a quando lo spazio esterno non lo sconvolge e il Dio onnipotente non lo riversa per soddisfare la sete di spazio.
Strane, profonde sono queste verità; e veramente esse sono le chiavi delle vite degli uomini e delle donne, ignote a cloro che non adorano le Grandi Dee.
Afrodite Dorata non ci appare come la vergine, la vittima, ma come Colei che Ridesta, la Desiderosa. Essa chiama come spazio esteriore e l'Unico Dio inizia i corteggiamenti. Essa ridesta in lui il desiderio e i mondi sono creati. Ecco, essa è Colei che Ridesta.
Ciò che è potente nell'esteriore è latente nell'interiore e attende Colei che Ridesta incapace di traboccare sino a quando non riceve quel tocco; e pena e travaglia sino a quando la Grande Dea non muta il latente in potente.
Quant'è potente l'Aurea Afrodite ridestatrice della virili!
Nostra Signora è pure la Luna, che alcuni chiamano Selene, mentre i saggi la chiamano Levanah, perché in questo è contenuto il numero dei suoi nomi. Essa è la dominatrice delle onde di flusso e di riflusso e le acque del Grande Mare obbediscono a lei, e altrettanto fanno le acque di tutti i mari della terra, e essa domina sulla natura delle donne.
E similmente c'è nelle anime degli umani un flusso e un riflusso delle maree della vita che nessuno, tranne il saggio, conosce.
E sopra questi flussi e riflussi la Grande Dea presiede nel suo aspetto di Luna.
E mentre passa dal sorgere al tramontare, così risponde a quelle maree che avvengono sotto di lei.
Sorge dal mare come stella della sera e le acque della terra si alzano nel flusso; sprofonda come Luna nell'oceano occidentale e le acque rifluiscono indietro nel grembo della terra e restano immobili in quel gran lago di tenebre nel quale si specchiano e la luna e le stelle. Chiunque giace immobile come il nero lago sotterraneo di Persefone vedrà le maree del Nonvisto muoversi laggiù e saprà tutte le cose, perciò la Luna è detta anche donatrice delle visioni.
Ma tutte queste cose sono una cosa. Tutte queste Dee sono una Dea e noi la chiamiamo Iside, la Tutta-Donna nella cui natura si trovano tutte le cose: Vergine e anche desiderosa; donatrice di vita e apportatrice di morte. Essa è causa della creazione perché ridesta il desiderio del Padre di tutti e per amor suo egli crea. E perciò il saggio chiama Iside tutte le donne.
è lei che come il Grande Mare gli comanda di ritornare sotto di sé, di sprofondare nei suoi abissi, di consumare se stesso e dormire nel più totale degli oblii.
è Lei che come Iside lo ridesta coi suoi baci nelle tenebre e lui esce nel giorno, onnipotente come Osiride.
è Lei che sorge dal mare simile a una stella e lo chiama perché esca; e lui le risponde, e la terra verdeggia di grano. Tutte queste cose essa è e molte altre ancora, e muta passando dall'una all'altra come le maree lunari, e i bisogni dell'anima degli uomini rispondono ai suoi comandi.
Esteriormente esso è maschio, il signore, il donatore della vita. Interiormente, egli prenda la vita dalle sue mani quando lei si china su di lui che s'inginocchia.
Perciò egli dovrebbe venerarla, la Gran Dea, perché senza di lei non ci sarebbe vita per lui, e ogni donna è la sua sacerdotessa. Nella faccia d'ogni donna ricerchi egli i tratti della Dea, ne osservi le fasi attraverso il flusso e riflusso delle maree alle quali l'anima sua risponde; attenda la sua chiamata come deve, soffrendo nella sterilità.
Ogni donna è Sacerdotessa della Dea.
Essa è potente regina dell'oltretomba i cui baci magnetizzano e danno vita. Interiormente essa è onnipotente, è la fertilizzatrice e fa sì che il maschio crei, perché senza desiderio la vita non si tramanda.
è il suo richiamo nelle tenebre che ridesta: perché dentro di sé il maschio è inerte. Egli non sorge dalla propria vita, ma per desiderio di lei. Sino a quando la mano di lei non lo tocca, egli è come un morto nel regno delle ombre, è la morte che vive.
O figlie di Iside, adorate la Dea e in nome suo fate la chiamata che ridesta e gioisce. Così siate benedette dalla Dea e godete la pienezza della vita.
Il saggio antico vede tutte le cose create come l'ornamento luminoso del Creatore e nelle vie della Natura scopre le vie del Signore, e adora Dio reso manifesto nella Natura dicendo: "Nella natura è Dio reso manifesto, perciò la Natura sia in me quale manifestazione di Dio."
Iside è tutte le donne e tutte le donne sono Iside.
Osiride è tutti gli uomini e tutti i maschi sono Osiride.
Iside è tutto ciò che è negativo, ricettivo e latente. Osiride è tutto ciò che è dinamico e potente.
Ciò che è latente esteriormente è latente interiormente. Perciò Iside è sia Persefone che Afrodite e Osiride, il donatore della vita, è similmente il Signore del regno della morte.
Questa è la legge delle polarità alternative, e il saggio la conosce.
L'uomo non dovrebbe essere sempre potente, ma dovrebbe rimanere latente nelle braccia di Persefone, arrendendosi. Poi colei che era negra e fredda come l'immenso spazio prima della parola Creatrice è eletta regina dell'altro mondo, coronata dalla resa di lui e suoi baci diventano potenti sulle sue labbra. Destato da quei baci egli si leva ed è onnipotente, e il desiderio che è in lui richiama a sé Afrodite. Ma senza il bacio di Persefone dormirebbe in Ade in eterno.
è lei che è Sacerdotessa di Iside regna sulle sottili, intime passioni del cuore degli uomini come Levanah, la Luna. E Persefone lo attira giù nel regno delle tenebre perché possa diventare negativo, ricettivo; come Afrodite lo ridesta alla luce e alla vita.
Risponde con le sue mutevoli fasi alle necessità della sua vita segreta e lui, colmato di essa, è reso glorioso nella sua forza. E lei che così chiama, che così ridesta e così risponde è colma della pienezza della vita ed è la beneamata della Dea.
APPROFONDIMENTO: IL CULTO DELLE TRE MATRES
Info tratte da
Nelle tre Gallie, in Spagna, Britannia e in Germania (zona del Reno) sono state trovate molte dediche a divinità femminili, invocate con una pluralità di nomi: Matres, Matrae, Matronae, Iunones o Matronae Iunones. Giunone era molto importante nel culto romano ma secondo alcuni sarebbe solo "l'interpretatio romana" di divinità italiche già presenti nell'Italia (al Nord) prima della conquista romana. L'identificazione tra Matronae e Iunones può farci domandare quale sia stato il nesso che ha permesso di accostare al nome delle Matronae quello di Iuno\Giunone. Iuno era il corrispettivo femminile di "Genius", il numen tutelare che presiedeva alla vita dei singoli individui: ci si appellava ad una Iuno individuale per chiedere aiuto e protezione. Tibullo menziona il rapporto della donna con la sua "Iuno" e altre citazioni le troviamo in Seneca e Plinio. In un'iscrizione dedicata a "Iunoni Pagi Fortunensis", troviamo Iuno invocata come protettrice di un villaggio. C'è da far notare che "Matres-Matronae" è il plurale di "Mater" e "Matrona", quindi queste Dee erano invocate come pluralità; per lo stesso motivo troviamo "Iunones" al plurale, ricalcato su "Matres". Quando venivano rappresentate in bassorilievi, le Matres erano una triade di donne, con cesti di fiori e frutti o una cornucopia. In Italia vennero trovati solo quattro bassorilievi, di cui uno (a Morozzo, in Piemonte) molto simile alle raffigurazioni delle zone transalpine.
GALLERIA DI IMMAGINI (DEE DI DIVERSE CULTURE A CONFRONTO)
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