Alzati

Raccogli le tue forze

Un male non si genera

da un'onda

Come la violetta

timida e tenace

(...)

Fragile

quanto possa perdersi

per strada

una perla incastonata

Da sentire un sole freddo

quanto è caldo


Bellissima la vita

giorni inattesi conquistati

(...)


***

Al risveglio nubi di una sorte indefinita; all'erta se mai si adagiasse. Oggi i passeri concertano con l'anima mia in questa realtà convalescente, con dentro la luce di chi non mi ha fatto mai male. 

(...) Suona la campana e turbata è la strada sotto il cielo, e le rose ottobrine sul latte della casa.


***

E tornano lievi le mie note

così che in questa fine di settembre io mi ritrovo

col mio miracolo intorno

l'universo più caro

(...)

Perché il destino e il mistero del mio

miracolo

sono nella solitudine

e i suoi tramonti.


***

(...) Sorriso di gerani

Albe e tramonti

E pioggia e uragani e sole

 


da "Prima parte"

Ti chiamo al piano piano del sangue, al piano del

sonno, della sillabata parola dell'idiota,

al piano del frutto che beve il dolce

da molti soli e fra tutte le cose io ti chiamo

all'indietro nel capogiro di un passo qualunque

nell'estasi sua e nello stare placido come un

gradino nello sguardo del fuori e del là.

Piangimi, per il gravido di catene non fatte

a pezzi, piangimi per le rovine intorno,

piangimi per lo sciatto del cuore e per il ruvido

basso mentale, piangimi per l'acqua

che toglieva la sete e lavava e cresceva,

piangimi per il dormire sporcato

e per i sogni che non vengono più.


Lamento di re Anfortas

Io sento il piangere delle cose.

Sento il piangere delle tutte cose. Strazio

sento delle. Pianto sento delle. Io sento

delle. Io pianto pianto.

Delle cose. Piangono. Sì.

Fatica sento sì. Arrancatura. Sì.


E alberi stanchi. E fatica di alberi

scarichi. E le tutte cose sento nello

scontento, come sforzo di crescita

nelle gabbie umane, come slancio

nel soffoco, slancio sbattuto

giù dal peso desolato, e come fuga

troncato nello sbattere.


Scappiare via delle

che non succede, andare nelle lontananze

che non succede e crepatura del

muscolo che scalcia per sonda del

cielo, e sento lo scontento esserci

delle cose nel malato del mondo.

[...]

E pensiero che si sfrena nella luce, come di

comprensione delle tutte cose, comprensione delle,

che io sento nel piangere di

cose in sfinimento, in sfinitura, in consumato

senso, in bordature delle. Oh! delle! delle!

[...] E franano nel sangue tutte spaccate vite.

Io non voglio sapere questo lutto.

[...] Come mi indolora,

come mi indolora la desolata terra

nella spolpatura. Come mi indolora.



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