Popcorn: recensione


Trama: Bruce Delamitri è un regista. I suoi film sono violenti e sanguinari, ma anche ironici e trasgressivi, popolati da killer disinvolti e spietati, scanditi da dialoghi al fulmicotone e da un montaggio aggressivo. Sono "icone culturali, pulp noir postmoderni", dicono i critici, e il pubblico va in visibilio, li ama, li idolatra ma soprattutto idolatra lui, il regista. Wayne e Scout sono due killer. Killer veri, i Bonnie and Clyde degli anni '90. Grezzi, sballati, selvaggi, uccidono così, senza movente, senza logica, senza passione, a parte quella che li lega. Tutta l'America ne parla, tutte le polizie li cercano, tutti possono trovarsi sulla loro strada. Questa è la notte degli Oscar. Bruce, incoronato re di Hollywood, riceve gli omaggi dell'intero mondo del cinema. è sulla vetta. Ma questa è anche la notte in cui Wayne e Scout decidono di mettere Bruce di fronte alle sue responsabilità. E lo fanno entrando in casa sua, prendendo in ostaggio lui, la modella con cui si era appartato per una notte di sesso, e chiunque altro, per caso o per necessità, capiti da quelle parti.

Commento di Lunaria: libro che lessi nel 1997 o 1998, quando ancora si potevano comprare i libri dai cataloghi di corrispondenza… Già mi piacque all'epoca e rileggendolo ora, mi è piaciuto ancora di più, considerato che resta sempre valido: un romanzo-parodia e una satira al vetriolo delle vaccate di questa società di normaloidi borghesoidi benpensanti, sempre pronti a dare la colpa "a qualcun altro" (film, videogame, rock satanicoH, come lo chiamano loro...) quando uno dei loro figli normaloidi, nato e cresciuto in famiglie normaloidi tradizionaloidi, nelle belle villette da veraH famigliaH TradizionaleH, fa qualche strage, ecco che la colpa non è mai "del normaloide", no, si fa da scaricabarile su capri espiatori vari e assortiti… tanto il popolo grullo, se affermi che "c'è dietro la pista satanicaHHHH!" ci crede a priori senza farsi due-domandine-due.

"Popcorn" è un romanzo che coniuga lo splatter (modesto), il sesso (rigorosamente con la donna-oggettificata e bella-statuina, come vuole questa società dell'apparenza e del consumismo, pronta a spolpare qualsiasi femmina under 20 e a scaricarla non appena ha superato quella soglia e la cellulite fa capolino...) alla comicità e all'ironia (il romanzo si conclude con una frase che è una perfetta pietra tombale al senso di tutta la vicenda: "Fino ad oggi, nessuno ha riconosciuto la propria responsabilità"). 

Insomma, una satira a tinte thriller della società dei normaloidi perfettoidi, quelli che fanno ingozzare i figli di zoloft e li fanno girare con le armi in mano ma, mi raccomando, la colpa è del ciddì di rock satanicoH (Columbine docet), quelli che vedono "diavoli e satanassi ovunque, responsabili di qualsiasi misfatto", anche se la strage è stata fatta dalla signorina o dal padre di famigliaH ben vestiti e amati da tutto il paesello, che ogni domenica mattina andavano a messa. 

Meno male che non faccio parte della società dei normalodi omologati, se non il minimo burocratico (e già asfissiante) che sono obbligata ad accettare...


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