L'inquietante festa della "Segavecchia"

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Forlimpopoli (Forlì) La Segavecchia

è la festa più antica che si celebra in Romagna; le sue origini si perdono nella leggenda, e l'origine sembra essere la Toscana. Michelangelo Buonarroti racconta di una donna che era incinta durante la Quaresima. Alla donna venne una gran voglia di mangiare un salsicciotto bolognese; lo trangugiò crudo e intero. Fu però scoperta dalla Mozzalingua, una fata, che la condannò ad essere segata viva, "lei e la creatura che aveva in grembo", condanna che venne eseguita in un giorno di mezza quaresima.

La tradizione di "Segar la vecchia" si estese anche in Romagna e altre parti d'Italia, ma oggi è celebrata solo a Forlimpopoli e a Cotignola.

L'origine della leggenda così come si è tramandata è il 1547 e lo sappiamo da alcuni documenti conservati nella biblioteca di Forlì, ma le origini sono probabilmente medievali; all'idea di feroce castigo si sono sovrapposti miti e riti solari della Terra Madre. 

La festa oggigiorno viene festeggiata con un pupazzo alto fino a 5 metri che percorre le vie del paese, a bordo di un carro; è una vecchia e tra le mani ha un roccolo per filare.

è accompagnata al patibolo da un corteo di carri allegorici e di maschere che lanciano alla folla coriandoli e confetti; infatti nonostante il macabro rito, la Segavecchia è una festa gioiosa, con persone vestite con abiti sgargianti. 

Prima che i boia la uccidano, una voce fuoricampo legge in prosa aulica e goliardica i capi di accusa che hanno portato alla condanna della Vecchia, ovvero una rassegna di vari scandali, dei quali si fa carico la vecchia, come un capro espiatorio. La vecchia viene segata dai boia, anche se in realtà il manichino è già suddiviso in due parti, tramite cerniera, che viene semplicemente aperta, mentre si mima l'atto di segare.

Dal ventre della vecchia, fuoriescono regali (castagne, nocciole, fichi secchi, giocattoli) che vengono distribuiti ai partecipanti. Alla sera, il simulacro della vecchia viene bruciato in piazza.

 

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