Molte cose fanno paura a Joakim: la macchia marrone lungo le scale, una vicina che crede sia una strega, l'assassino in cantina, le gigantesche orecchie che certo lo controllano dietro le porte, i racconti spaventosi di Sara, le compagne maligne, i compagni più forti, la fragilità di carattere del proprio padre.
Ma c'è qualcosa che racchiude tutte le sue paure: gli uccelli notturni che "vede" uscire dall'armadio della sua stanza, più scuri della notte, con occhi di fuoco.
Un libro poetico e malinconico sulla liberazione dalla paura: il difficile ma infine vittorioso cammino che ogni natura sensibile deve percorrere.
"Gli uccelli notturni. Ricordava quando erano arrivati la prima volta. Ma, in un certo senso, c'erano sempre stati. Una notte si era svegliato all'improvviso. Qualcosa lo aveva svegliato. Buio nella stanza. Buio nel corridoio. Brutta faccenda. La sera prima la porta era rimasta socchiusa in modo che filtrasse un po' di luce nella sua stanza. Poi li sentì. Fruscii nell'aria. Dappertutto. Li vide anche: ombre nere. Ancora più nere della notte. Erano sbucati fuori dall'oscurità e adesso erano lì, davanti a lui. Frullio di grandi ali dalle piume arruffate. Occhi rossi che lo fissavano. Come di fuoco. E poi i becchi... grandi, spalancati, minacciosi. Cercavano di colpirlo. Sempre più vicini, a migliaia. La notte era piena di uccelli. L'oscurità non era che uccelli. La sua stanza traboccava di uccelli. Volevano prenderlo. Urlò e si rannicchiò sotto il piumino. I primi uccelli colpirono il letto con gli artigli cercando di strappare le coperte. Udì gli uccelli gridare. Grida forti e roche, più forti delle sue."
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