La Trinità è Pagana :D

Facciamo il dispetto ai cristianelli :D

Uno scritto che dimostra che la Trinità che loro pensano sia "una nostra esclusiva su cui abbiamo il copyright" LOL



in realtà è UN CONCETTO CHE PIù PAGANO NON SI PUò :D

Info tratte da


Il 3, la Molteplicità; il Potere Creativo, la Crescita. Il movimento in avanti che supera la Dualità.
"Tre è il primo numero al quale è stata attribuita la parola Tutto". "La Triade è il numero dell'intero, in quanto contiene un inizio, un centro e una fine" (Aristotele)

Il potere del Tre è universale ed è la Natura tripartita del mondo in quanto Cielo, Terra, Acqua. è l'uomo in quanto corpo, anima e spirito; nascita, vita, morte; inizio, fase intermedia, fine. Passato, presente, futuro. Le tre fasi della Luna.

Tre introduce la Divinità che tutto ingloba: Padre, Madre, Figlio e che si riflette anche nella famiglia umana.

Innumerevoli sono le Trinità di Dei e poteri:







Le Divinità Lunari Trine e le Dee con Triplice Aspetto sono molto frequenti nelle religioni semitica, greca, celtica, teutonica; spesso sono aspetti o potenzialità diversi di una Divinità.
Il principale simbolo del 3 è il triangolo e tre cerchi o triangoli che si intersecano possono rappresentare l'unità indissolubile delle tre persone di una Trinità.



Nel contesto africano Ashanti, la Dea della Luna è costituita da tre persone: due nere e una bianca; nel contesto pre-islamico Manat era una Dea dal Triplice aspetto rappresentata da Al-Itab (Allat), Al-Uzza, AlManat, raffigurate da pietre, steli, colonne aniconiche, oppure da colonne sormontate da colombe.
Nella cultura greca Ecate è Triplice, come le Dee del destino: Moire, Erinni, Gorgoni.


Vi sono tre carità, grazie, sirene. Horae, Esperidi, Graie; Cerbero ha tre teste e Scilla una coda da cui sporgono tre teste; la Chimera ha un corpo trimembre: 3, 4 e la loro somma (7) sono sacri a Venere/Afrodite, in quanto regina dei Tre Mondi e dei quattro elementi.

Scilla e la Chimera

Nel simbolismo orfico troviamo la Triade di Essere, Vita, Intelligenza.
Nella mitologia teutonica la Luna è il Destino, e Holda, la Dea Lunare è Trina con le sue due figlie.
La Grande Dea, a Cartagine, è rappresentata da tre colonne aniconiche.




ALTRI APPROFONDIMENTI: TRINITà FEMMINILE NEL CONTESTO SEMITA



La vastissima penisola, l'Arabia, molti secoli prima di maometto, aveva dato vita nelle sue regioni esteriori a floride civiltà (yemeniti, nabatei, palmireni) scomparse da molto tempo.
L'Arabia centrale poteva sembrare nel VII secolo una delle regioni più isolate e stagnanti del mondo, con le sue tribù beduine legate dalla natura dei luoghi ad un tipo di vita nomade e di organizzazione sociale immutabile, con le oasi rare: mercanti agricoli, centri carovanieri e sedi di santuari. Fra le città dell'Arabia emergeva in quell'epoca la Mecca, a un centinaio di km dalla costa orientale del Mar Rosso, in mezzo al deserto, entro una cerchia di monti aridi e neri. Possedeva un tempio, sorto non si sa quanti secoli prima accanto a una piccola sorgente, il pozzo di Zemzem; a quel tempo si recavano ogni anno in pellegrinaggio le tribù vicine, e una tribù già nomade, i Quraish, si era impadronita da qualche generazione della città, ne amministrava il santuario, vi aveva organizzato uno Stato primitivo, specie di repubblica mercantile, e ne aveva fatto un centro commerciale di qualche importanza. L'Arabia infatti, per la sua posizione rispetto all'Abissinia, all'India, alla costa mediterranea e al Golfo Persico, rappresentava malgrado gli ostacoli naturali opposti dal clima e dal deserto, una regione destinata al commercio di transito. I suoi deserti sono solcati dai wadi, depressioni lunghe centinaia di chilometri che pongono in comunicazione l'Arabia centrale con lo Yemen, il basso Eufrate, la costa siriana e la Palestina.
Attraverso l'Arabia passavano le merci più rare e preziose, capaci di coprire l'alto costo dei trasporti: incenso del Hadramùt, avorio di Abissinia, spezie, tessuti e gemme dall'India, e anche i prodotti locali della pastorizia. Li trasportavano carovane protette da armati contro le tribù beduine, che occorreva comprare o combattere per aprirsi un passaggio, reso già difficile dal terreno e dal clima. Dalla Mecca partivano ogni anno due carovane, per la Siria e per lo Yemen. I profitti erano enormi e la città, fra il commercio e il pellegrinaggio, era ricca. Alla ricchezza non corrispondeva una civiltà elevata o forme religiosi superiori. Del paganesimo arabo si sa poco, anche perché l'islam fece di tutto per cancellarne le tracce: già in decadenza all'apparire di maometto, quella religione comprendeva un insieme di divinità locali e tribali, rappresentate da pietre e rocce, un culto primitivo (sacrifici di animali, circum-ambulazione degli idoli), la credenza in una moltitudine di folletti e spiritelli (i famosi Ginn).
Alla Mecca il tempio conteneva una pietra nera, inserita nello spigolo esterno di un edificio cubico detto Ka'ba: era venerata dai pellegrini che compivano intorno ad essa giri rituali, la baciavano e si recavano poi nei luoghi sacri circostanti a celebrare antiche cerimonie: corse, lancio di sassi, sacrifici (Nota: curiosamente, una delle forme di magia pre-islamica, per nuocere, consisteva nel lanciare per aria un po' di terra, accompagnando il gesto con uno scongiuro. Lo sappiamo perché questo gesto viene eseguito anche da maometto, nella battaglia di Badr; il senso del gettare terra al vento, specie contro un nemico nella battaglia, era "Sia disperso l'avversario come si disperde questa polvere". Sappiamo che quasi sicuramente era un uso pagano successivamente vietato perché il gesto di maometto, nel testo coranico viene subito giustificato con un "non tu gettasti contro di loro la polvere, ma Dio la gettò": in tal modo, si giustifica maometto per aver compiuto una consuetudine pre-islamica, attribuendola al volere di Dio che "agisce" al posto degli effettivi protagonisti: "Non li avete uccisi voi a Badr, li uccise invece Dio")
Nel santuario erano conservati numerosi idoli e si veneravano, accanto alla divinità principale, rappresentata forse dalla pietra, tre Dee [Allat, Al Uzza, Manat] ritenute figlie di un Dio supremo, affini alle antiche divinità femminili semitiche, la Magna Mater (Dea della fecondità) e la Stella Venere

Nota: la Stella del Mattino era chiamata Al-Zuhara, probabilmente associata anche ad Al Uzza, come sorella.
Uno degli appellativi della Triade (ma secondo me ne avevano anche molti altri) era Gharaniq, le Gru\le Tre Nobili Gru (con riferimento a quelle della Numidia)
Si può parlare di un dio supremo? C'era forse in principio soltanto il dio particolare a ciascuna tribù (Nota: esattamente come per gli ebrei...) e superiore alle divinità locali.





TRIPLICE LUNA E TRINITà




Luna, che prende il suo nome latino dalla luce è l'Una, la sola nelle notti, eppure è la Multiforme fra gli astri. Nelle antiche mitologie, la Luna è generalmente una Triade Femminile.
Le tre Graie, dai bellissimi volti, vennero al mondo coi capelli bianchi. Si diceva che fossero vecchie fanciulle simili a cigni e che avessero un unico occhio e un unico dente in comune.
Ecate, la "Lontana", era anch'essa una raffigurazione della Luna, figlia unica (come Persefone) e insieme Trimorfa.
Di essa si raccontava che vagasse di notte con le anime dei morti e avesse la figura di cagna o di lupa.
Aveva un sandalo dorato ed un piede sporco di sterco di mulo (come le Empuse)

Le tre Moire (= tre parti) abitavano in una grotta da cui sgorgava acqua bianca; il loro numero corrispondeva alle tre parti della Luna. Orfeo canta le "Moire vestite di bianco". Esse erano le fatali filatrici del filo della vita, le Dee del Destino. Una si chiamava Cloto, la Filatrice, una Lachesi, la Distributrice, una Atropo, l'Inesorabile.
Un'altra triade di Dee Lunari sono le Erinni, dalla pelle nera, le vesti grigie, i capelli di serpenti.
Simili ad esse sono le alate Arpie, gli spiriti rapitori femminili, con l'aspetto di cagne.
(Nota di Lunaria: qui l'Autore riporta, come fonte, Kerenyi. Ammetto che non ho letto tutte le analisi mitologiche di questo Autore, comunque credo che sia più diffusa la rappresentazione delle Arpie con volto da donna e corpo da uccello, che, peraltro, ricordano l'antica Dea Lilith. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/lilith.html)

Anche le Gorgoni erano tre, ed una sola di esse, Medusa, era mortale. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/medusa.html
Esse avevano un bel volto, ma capelli di serpenti come le Erinni e pietrificavano chi le guardasse in viso. Perseo recise il collo della Medusa con una falce.

Questi demoni lunari erano insieme une e trine, rapitrici e rapite, assassine ed uccise, lupe e capretti, tenebre e latte. Medusa è il volto oscuro, mortale, della luna nuova che è decapitato da una falce, cioè dalla luna nascente.
Dal suo collo balza un cavallo alato, che è il destriero dell'eroe dalla spada d'oro, il salvatore della Luna.
La testa della Gorgone, sullo scudo di Atena, è coperta da una pelle di capra.
Volto lunare coperto dal manto scuro della Luna Nera.


Nota di Lunaria: in realtà alcuni autori ipotizzano che Medusa non sia altro che una Dea denigrata, in età patriarcale.
"Le Gorgoni vennero anche scolpite su alcuni templi, sulle facciate o vicino all'ingresso degli edifici, infatti si riteneva che potessero tenere lontano il malocchio. Anche il sangue che zampillò da Medusa da due vene aveva delle valenze positive e negative: il Dio Asclepio lo raccolse, per ridare la vita ai defunti, mentre il sangue raccolto dall'altra vena portava la morte. Una duplicità delle figure delle Gorgoni, oscillanti tra l'aspetto terribile e quello positivo e benefico, è evidente anche nel significato dei nomi, che corrispondono a certi termini greci: "Steno" si collega alla forza, "Euriale" richiama l'idea di un vasto mare; "Medusa" indica "la sovrana", e talora il nome viene usato per indicare "sovrano del mare" al maschile; "Gorgo" era attestato anche come nome di donna."
Medusa, quindi "La Sovrana" dal sangue che poteva guarire, come Angitia, tutto lascia pensare che Medusa, più che mostro mitologico, fosse in realtà un'antica Dea poi "mostrizzata" - del resto sappiamo bene che il cristianesimo, islam e l'ebraismo hanno fatto la stessa cosa con gli Dei degli altri popoli! -

Riporto ora un'analisi tratta da Luna Rossa

La Dea Atena, che era la Dea Vergine della Saggezza e dell'Intelligenza, portava anch'essa i simboli del suo aspetto oscuro. La testa di Gorgone era sempre associata a Lei e disegnata sul suo scudo e sull'aegis.
La leggenda narra che Gorgone era Medusa, una donna con serpenti nei capelli e il cui sguardo mortale tramutava gli uomini in pietra. Per il fatto che il suo volto era circondato da serpenti, richiamando l'immagine della vulva, diventò simbolo di sessualità, rigenerazione, creazione, rinnovamento, morte.
Atena era anche rappresentata da una civetta essendo questa associata alla morte e al potere di rigenerazione.
Quindi sia Ecate che Atena possono essere viste come immagini che contengono anche gli altri aspetti delle fasi lunari.  


Nota di Lunaria: Anche la lingua di Kali simboleggia la vagina e soprattutto la clitoride. Il fatto che in certi templi induisti si intinga la lingua di Kali in una mistura di cuccuma rossa simboleggia il ciclo mestruale: propriamente Kali è anche simbolo del ciclo mestruale.

Ma c'è di più: la testa di Medusa viene coperta con una pelle di capra. Ora, la capra, era un animale associato alle Dee, specialmente semite, come Astarte che compare attorniata da caprette saltellanti ma anche Giunone (che indossava una pelle di capro e le corna dell'animale a mo' di elmo oltre ad essere accompagnata dal serpente, spesso accucciato ai suoi piedi)
In una preghiera alla Dea Luna così le si rivolge l'orante: "O te notturna dalle tre teste... Vergine con lo sguardo da Gorgone"
E ancora: "Accostati a me, Divina Signora, Selene dai Tre Volti... Regina che porti la luce a noi mortali, tu che chiami dalla notte, faccia-di-toro, amante della solitudine... Dea dei crocicchi... sii pietosa con me che t'invoco, ascolta gentile le mie preghiere, tu  che regni di notte sovra il mondo intero..."

Dante così descrive con parole soavi la Trinità Lunare:

Quale ne' plenilunii sereni
Trivia ride tra le ninfe etterne
che dipingon lo ciel per tutti i seni…


APPROFONDIMENTO: TRIPLICITA' E DUALISMO NELLE DEE

Nota di Lunaria: ai dati riportati dall'Autrice, soprattutto sulle Dee Europee, io aggiungerò anche i collegamenti con le Dee del pantheon indù oltre a citare delle Dee meno famose, ma davvero interessanti. 

Ecate e Atena

L'immagine preistorica della sorgente della vita era quella di una Dea vista come un simbolico utero cangiante dal potere generativo che creò l'universo e la vita. Era vista come la forza invisibile dell'universo e il creato era il suo corpo manifesto. L'espressione di questa intuizione fu osservata nel ciclo della Luna e delle sue fasi.

Nota di Lunaria: per l'Astrologia Vedica, le fasi lunari sono 16 (15 visibili ad occhio nudo e una invisibile) e sono presiedute da 16 Dee.

La Dea era vista manifestarsi nelle tre fasi visibili della Luna come una trinità di crescita, realizzazione e decadimento, e rifletteva il ciclo transitorio delle stagioni della vita: la Dea immanifesta era invece la fase scura della Luna, l'utero, l'invisibile, sorgente continua di vita.

Nota di Lunaria: nell'Induismo si vede ancora meglio: Lalita, la Dea Vergine, la giovane fanciulla, con la Luna Crescente, è "Colei che Gioca" mentre crea l'universo. Si tenga presente che esiste anche una Dea Bambina, Balambika.
Dopo Lalita, c'è Jivanitka, Una Dea Madre, e Dhumavati, la Dea Vedova, l'Anziana, Colei che si nasconde, con la Luna Calante. Le versioni più antiche di Dhumavati la raffiguravano completamente nera, come a rappresentare "la fase oscura della Luna".


In descrizioni più recenti la Dea della Luna si mostrava come Trinità senza il quarto aspetto, non perché l'aspetto oscuro fosse sconosciuto, ma perchè era nascosto all'occhio umano come la faccia nascosta della Luna. Lei era l'oscurità dell'invisibile, l'immanifesto, la fonte della vita, il potenziale, ed era la pura consapevolezza che sta dietro alla Trinità di Luce. La sua oscurità era l'essenza dell'intero ciclo, infatti le fasi di luce non potevano essere percepite se non in relazione all'oscurità. Il concetto della Dea della Vita e della Morte, di oscurità e luce come parti di un unico ciclo, venne diviso; da una parte si aveva l'immagine della Dea Oscura delle energie distruttive e della morte, dall'altra l'aspetto delle energie generative della vita. L'immagine femminile della morte e della distruzione non era più seguita e compensata dall'immagine del ritorno al grembo universale necessario per rinascere quindi il ciclo lunare di vita, morte e rinascita fu spezzato. L'immagine del Divino Femminile venne polarizzata nella luminosa Dea della Vita contrapposta alla terrificante Dea del Mondo Sotterraneo, della morte. (Nota di Lunaria: Fra gli Incas del Messico, Coatlicue rappresentava invece la minaccia distruttiva della terra e delle forze ctonie: il suo tempio era chiamato "La Casa di Oscurità", ed era decorato da statue a forma di serpente;
Tra l'altro, esistono numerosi collegamenti tra Kali e Coatlicue.
Tlazolteol era invece la Dea dell'impurità: rappresentava l'istinto della sessualità al di là delle regole, e si celebrava con danze falliche.
L'Inferno era raffigurato come una sorte di distesa polare, gelo e freddo perenne; era governato dal Re dei Morti Miclantecuhtli e dalla Regina Mictecacuatl, anche lei molto simile a Kali...).


La forte sensualità e le energie distruttive sperimentate dalle donne durante il ciclo mestruale vennero associate all'immagine della sanguinaria Dea della Guerra. (Nota di Lunaria: in molte culture, la Dea della sessualità era anche la Dea della Guerra: Ishtar, per esempio
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ishtar.html). Gli aspetti positivi di queste energie vennero ignorati e l'immagine della furia sanguinaria e sessuale fu incarnata da Dee come Ishtar, Sekhmet e Morrigan.

La "Madre della Morte" venne percepita come cattiva, portatrice di morti gratuite e senza senso. L'idea originale del legame tra sessualità creativa e morte fu orribilmente distorto. La Distruttrice portatrice di cambiamento fa paura se vista da una prospettiva lineare, ma se vita e morte sono viste come un ciclo continuo, la Distruttrice diventa la via per una nuova esistenza e una nuova crescita (Nota di Lunaria: Kali per esempio, è Madre della Distruzione. Distrugge per poter permettere la RiCreazione).

La mitologia ha spesso relegato le Dee nei due concetti fondamentali di buona "madre della vita" o di spaventosa "Dea della Morte"; spesso però queste immagini contengono ancora le reminiscenze del ciclo intero. Ecate, la Dea Greca della Luna Nera era la Regina delle streghe e la Dea della Morte. Come rappresentante della Luna Calante e di quella Nera, era la Dea della Divinazione, dei sogni e della magia ed era la forza che deriva dall'oscurità interiore che può portare visioni, stimoli, ispirazioni estatiche o follia distruttiva (nota di Lunaria: Ecate è associata anche al Tarocco della Luna
Come Regina dei Morti, Ecate teneva in mano la torcia della rigenerazione e della rinascita.
In altre storie, era descritta come una Dea dal cuore tenero: fu Lei ad avere compassione della triste Demetra dopo il rapimento di sua figlia Persefone (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/demetra-e-persefone.html). Era adorata come immagine triplice presso i crocevia poichè i quattro sentieri ricordavano le quattro fasi della Luna.


Nota di Lunaria: esiste una Dea induista associata ai cani: Hadkai, il cui nome è simile a quello di Hecate

La Dea Atena, https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/atena.html che era la Dea Vergine della Saggezza e dell'Intelligenza, portava anch'essa i simboli del suo aspetto oscuro. La testa di Gorgone era sempre associata a Lei e disegnata sul suo scudo e sull'aegis. La leggenda narra che Gorgone era Medusa, una donna con serpenti nei capelli e il cui sguardo mortale tramutava gli uomini in pietra. Per il fatto che il suo volto era circondato da serpenti, richiamando l'immagine della vulva, diventò simbolo di sessualità, rigenerazione, creazione, rinnovamento, morte.
Atena era anche rappresentata da una civetta essendo questa associata alla morte e al potere di rigenerazione. Quindi sia Ecate che Atena possono essere viste come immagini che contengono anche gli altri aspetti delle fasi lunari.   


Nota: La civetta è associata anche a Lilith e a Lakshmi
Persefone e Demetra
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/uccelli-ditalia-e-il-simbolismo-antico.html
La discesa di una Dea nel mondo dei morti per portare nel mondo nuova vita e conoscenza è un tema ricorrente nella mitologia e riflette il ciclo delle stagioni, della Luna e delle donne. Nella leggenda greca, Persefone, la figlia di Demetra, fu rapita e portata negli Inferi.
Demetra, per il dolore, ritirò i poteri della fertilità e della crescita dal mondo finché sua figlia venne ritrovata. Persefone, però, poteva tornare per sempre nel mondo solo se non avesse portato con sé nulla dagli inferi; ma lei mangiò qualche seme di melograno, un atto che la costrinse a ritornare negli inferi una volta all'anno.
Persefone, o Kore, era la Vergine della pianta del granoturco, cioè il seme, mentre Demetra era la pianta stessa.

Nota: Anche i mesoamericani avevano "Dee delle spighe verdi e in crescita": Xilonen, per esempio. Dee legate al grano, al mais o al riso (o alle radici commestibili) sono presenti in tutte le cultura, da quella africana a quella asiatica.
La storia fa eco al principio unitario del ciclo lunare dove la prole e la madre sono fatti della stessa sostanza. (NOTA BENE: questo concetto "della stessa sostanza" è stato scippato dai cristiani, in rapporto però al loro dio padre con il figlio cristo!)
Il raccolto de granoturco, e quindi la sua morte, non uccideva il principio che lo faceva crescere ma era necessario perché potesse tornare alla vita. Persefone, come il seme di granoturco, rimaneva nel Mondo Sotterraneo fino alla sua rinascita in primavera, e per quella parte dell'anno era la Regina dei morti. (Nota di Lunaria: Mircea Eliade in "Trattato di storia delle religioni" dedica un intero capitolo al simbolismo dei semi, dei morti e della rinascita)
La discesa di Persefone può anche essere vista come simbolo del ciclo femminile, come anche del ciclo vitale. Una volta al mese le donne si ritirano nella fase calante del loro ciclo mensile per rimanere nell'oscurità della fase mestruale. Persefone, come Eva, coglie il frutto rosso, simbolo delle mestruazioni, si lega al ciclo delle energie del rinnovamento discendendo nel Mondo Sotterraneo (Nota di Lunaria: anche la Dea Ishtar è scesa nel mondo sotterraneo, e ad ogni porta oltrepassata, si privava di un indumento). Sopra di lei, nel mondo, le energie della fertilità vengono ritirate, durante l'inverno, da Demetra, riflettendo così la sintonia tra il ciclo femminile e quello della terra. Durante le mestruazioni la donna ritira le sue energie dal mondo esterno focalizzando la sua attenzione all'interno di sé per comprendersi e crescere e quindi portare la sua conoscenza nella vita di tutti i giorni. Sia Persefone che la donna mestruata sono in uno stato "invernale" e le energie fertili sono ritirate. La prima discesa nel buio è necessaria alla Vergine per crescere e passare allo stato di Madre. Le successive discese, ogni mese, la rendono in grado di accedere ancora alla parte più giovane di se stessa così da cominciare di nuovo il ciclo vitale. La discesa di ogni mese con Persefone è simile alla discesa nel Mondo Sotterraneo del subconscio e avvicina la donna alla sorgente di tutta la vita e della coscienza per dare senso all'esistenza.

Nota: gli Slavi avevano due Dee legate ai cambi di stagione: la primaverile (e legata alla vita) Vesna e l'invernale (crudele e legata alla morte) Morana; in realtà, erano la stessa Dea con due volti diversi, l'Unione degli Opposti, la Coincidentia Oppositorum.
Le stesse Dee induiste sono Coincidentia Oppositorum tra il Bello e l'Orribile, la Vita e la Morte...
è sempre la stessa manifestazione della stessa Dea, la Shakti... sotto aspetti e volti diversi…