L'Homo Selvadego


Info tratte da



"Lo Yeti della Valtellina": ha corpo peloso, barba molto lunga, una clava. Ammonisce il viandante: "E sonto un homo selvadego per natura: chi me ofende ghe fo pagura".
Anche la Valtellina è ricca di leggende che riguardano gli "Uomini delle montagne", simili agli yeti nepalesi e tibetani [e mongoli, come l'Alma].

In molte valli appare il "Gigiat", altra creatura dei monti.
Questo "Uomo Selvatico" viene chiamato con molti nomi: "il Selvadego" è chiamato "Sarvàn" nel Cuneese, "Urcat" nelle Prealpi canavesane, "Fanès" oppure "Om Pelos" tra i Ladini delle Dolomiti, "Omeon del Bosk" a Bormio. Si tratterebbe di una leggenda di origine celtica, presente nelle nostre Alpi.
L'affresco che lo ritrae è una delle opere più singolari della Lombardia:



dipinto nel 1464 fa parte di un ciclo di affreschi che ornano un palazzetto di Sacco.

Nota di Lunaria: aggiungo qualche altra informazione.
Secondo certe leggende l'Uomo Selvatico - che viene descritto sia nell'"Orlando Innamorato" sia nel "Morgante" - avrebbe vissuto per un periodo tra gli uomini, ma poi li avrebbe abbandonati preferendo tornare alla Natura; è un maestro dell'arte casearia ed è stato lui ad insegnare agli uomini come fare il formaggio, il burro, i canti e i proverbi; vive in grotte o baite abbandonate. Malgrado il suo aspetto, non è malvagio, e anzi, sono stati proprio gli uomini a maltrattarlo o ad ucciderlo. 

Nota di Lunaria: possiedo un audio, che parla dell'Homo Selvadego. Purtroppo non so come condividerlo sul blog, altrimenti lo avrei caricato... So che è possibile caricare file audio perché mi è capitato di vedere altri blog che avevano caricato gli mp3. Datemi un po' di tempo per chiedere in giro come si può fare, così aggiornerò il post mettendo anche il link per il download... Vabbè, ad avere tempo potrei persino trascrivervela perchè era interessante... ma mi ci vorrà parecchio... farei prima a condividere la registrazione





Recensione a ''L'invasata''




 "L'invasata" di Dan Britt [pseudonimo di Renato Carocci]


Trama:  Babe, una bella giovane, ha tutto ciò che vuole dalla vita fuorché un uomo, Karl. Ma mentre pensa di poterlo ottenere, qualcosa di strano le accade. Una sensazione di disgusto alla bocca, poi... Il suo corpo è diventato preda di qualcosa di diverso, ma lei non lo sa. Ottiene l'uomo del quale si era incapricciata, ma è solo il principio di una storia di sangue... Babe inizia ad uccidere. Ma chi e perché le spinge la mano? Chi o cosa si è insediata dentro di lei?

Le pagine più belle: 4-5-7

"Passandosi un ombretto argentato sulle palpebre, la ragazza ebbe l'impressione che la vista le si offuscasse, come presa da un lieve giramento di testa. Chiuse gli occhi e li riaprì subito, fissando la propria immagine nello specchio. Un urlo le uscì dalla bocca, dalla gola, rimbombando nella stanza, percuotendole i timpani. La faccia che lo specchio rifletteva non era il suo volto bellissimo, ma quello grinzoso e maligno di una vecchia! (...) Dovette attendere qualche minuto, sempre con il cuore in gola per la paura di vedere riapparire quel volto di vecchia al posto del suo, prima di poter usare normalmente la mano destra. Si stava passando il rossetto sulle labbra quando ancora una volta provò quella specie di senso di vertigine e la sua immagine scomparve dallo specchio per lasciare il posto all'altra, ghignante, orribile!"
"Non c'era nessuno, eppure qualcuno era entrato nella sala da bagno e le si stava avvicinando... La ragazza fece due passi indietro e si trovò con la schiena contro la parete, fra la vasca e il lavandino. Non poteva più arretrare e si rese conto che stava lentamente scivolando a terra, con le gambe che le si aprivano, i talloni che non riuscivano a mantenersi uniti e accostati alla parete fredda. Qualcosa cercava di penetrarle in bocca. Qualcosa di invisibile ma di disgustoso! (...) Babe improvvisamente morse, con tutta la sua forza, e sentì quel qualcosa in bocca, sputandolo subito via. Udì una specie di gemito, poi improvvisamente, la "cosa" diresse altrove il suo attacco (...) Le sue gambe vennero allargate. La ragazza ora sapeva che la "cosa" la stava possedendo, era come partorire alla rovescia perché "la cosa" che penetrava in lei era enorme! Urlando di dolore e per il terrore che ormai regnava nel suo spirito, nella sua mente, vide che il ventre le si gonfiava, gonfiava... Diventava qualcosa di enorme, molto più che se fosse stata incinta di nove mesi! Poi, di colpo, con un sibilo, la "cosa" si sgonfiò, sparendo in tutto il corpo, diluendosi nelle vene, nelle arterie, in ogni cellula del suo essere... Babe svenne."

 

Recensione a "Nere ali di morte"






 "Nere ali di morte" di  Irving Mathias [pseudonimo di Stanis Mulas]


Trama:  Diventati proprietà dello stato rumeno, i possedimenti di Bonui Cluy, nei Carpazi, si rivelano infruttuosi. Il ministro dell'agricoltura dispone allora che una commissione di tecnici vada sul posto e gli faccia una relazione. Ma l'insieme dei "compagni professori" è male assortito. Maniu è un ladro, Pilcher un infingardo che aspira al posto di Maniu e la "compagna commissaria" è troppo bella e ardente per non provocare guai. Come se non bastasse, la spedizione si trova a combattere contro la paura dei contadini e la reale pericolosità di una strana specie di pipistrelli giganti...

Le pagine più belle: 58-60

"La compagna commissario, con la torcia accesa davanti a sé, mise piede nella grande sala di pietra appena in tempo perché la luce della sua lampada illuminasse il portone che andava richiudendosi. Non vide traccia di Kelleanu e di Tirus e si lanciò verso il portone, l'aperse e uscì nella notte. (...) Taliana lo seguì, col fiato corto. A qualche centinaio di metri da loro, più a valle, si levò il debole nitrito di un cavallo che subito si spense. (...) Per un attimo, li avvolse il buio della notte. Poi si udì ancora un debole nitrito, un rumore come di batter d'ali e, improvvisamente, contro la luna si stagliò la sagoma di un pipistrello enorme che si avventava contro di loro."

"Si inoltrarono nella foresta mentre Kelleanu modulava un fischio, ripetutamente. Quasi subito, a poca distanza da loro, rispose un debole nitrito. (...) "Povero animale, il pipistrello lo ha attaccato e lui non ha potuto difendersi, impastoiato com'era. Guarda, è ferito sul collo..."

 

Nostalgia: Slayer e Cradle of Filth nel 2001

Visto che il 2018 fa schifo, e visto che una persona mi ha regalato questi tesori, condivido qui i fotogrammi più belli, perché si stava decisamente meglio quando questi giornali uscivano...

Sì, preparate i fazzoletti, qui i lacrimoni scendono a manetta.

p.s l'intervista agli Slayer e ai COF l'ho messa per integrale. Provate a scaricare direttamente la foto e dovrebbe aprirsi in formato extralarge sul vostro pc (di modo che potete leggerla). Io difatti l'ho salvata in formato XL, anche se sul blog me la impagina in formato medio



Gli Evergrey passarono anche su Psychosonic!, ma sono sempre stati poco citati... a me non dispiacevano


ARTICOLO CHE POSTO PER DIMOSTRARE CHE IN ITALIA è SEMPRE ESISTITA L'INQUISIZIONE CRISTIANA CHE BOICOTTA E FA PROIBIRE I CONCERTI METAL!!!! Vedi anche quanto successo con gli Impaled Nazarene e Marilyn Manson






















Idem parlando dei Godgory... un gruppo che non ha mai fatto il "grande salto" ma che ricordo recensiti anche su Grind Zone (e con belle copertine)

Vedi anche https://intervistemetal.blogspot.com/2021/12/i-cradle-of-filth-del-periodo-damnation.html


Esoterismo (20) La Soluzione e il Liquido nel Processo Alchemico


L'alchimista George Ripley fornisce nel suo "Compendio d'Alchimia", scritto nel 1470, un elenco di processi alchemici: Calcinazione, Soluzione, Separazione, Congiunzione, Putrefazione, Coagulazione, Cibazione, Sublimazione, Fermentazione, Esaltazione, Moltiplicazione e Proiezione.
Vediamo la Soluzione.

La Soluzione consisteva nel dissolvere la polvere calcinata in "un'acqua minerale che non bagna le mani". Quest'acqua minerale è il mercurio, e molti alchimisti aggiungevano effettivamente del mercurio ordinario. Ma più spesso, i vapori liberati durante la Calcinazione (cioè il riscaldamento in presenza di aria del metallo vile o del metallo grezzo sino a ridurlo in polvere finissima) che erano considerati il mercurio filosofale, venivano condensati nel "liquido mercuriale" in cui la polvere era dissolta. Molti alchimisti si lamentavano per la difficoltà di questo processo.

Ridurre il materiale grezzo in stato liquido era in genere considerato eccezionale fra i primi passi del lavoro. "Non fare alcuna operazione finché tutto non è acqua". Era opinione diffusa che ogni cosa in origine derivasse dall'acqua e vi era anche l'autorità di Platone e Aristotele a sostenere che i metalli si erano formati per congelamento dell'acqua nella terra.
Nel "Timeo" Platone classifica come acqua tutto ciò che può essere ridotto allo stato di liquido che fluisce, inclusi i metalli, che possono essere liquefatti col calore. L'oro è acqua "di un genere che fonde" e il rame "è una specie di acqua brillante e solida".
Aristotele afferma che vi sono due tipi di "esalazioni" o "respiri" che salgono dalla terra quando è riscaldata dal Sole. Uno è più vaporoso ed umido, l'altro più fumoso e secco. Quando queste esalazioni sono chiuse nelle terra, si trasformano in metalli e minerali.
I primi sono "tutti prodotti dall'inclusione dell'esalazione umida, particolarmente nelle pietre, che seccandosi la comprimono e solidificano".
I metalli dunque in un certo senso sono acque, e in un altro non lo sono: "era possibile un tempo per la loro materia il trasformarsi in acqua, ma ora non può più farlo."
Ogni metallo è "il risultato del solidificarsi dell'esalazione, prima che si trasformasse in acqua."
Per la teoria alchemica, quindi, i metalli sono "acqua coagulata"; ridurli nuovamente in acqua significa ritornare alla loro Materia Prima e purificarli liberandoli da tutti i difetti derivanti dalla loro "crescita" nella terra. Possiamo trovare un'analogia pensando ai tentativi degli psicoanalisti di riportare il loro paziente indietro sino alla prima infanzia e in certi casi anche in epoca prenatale mentre era nel grembo materno.
La Soluzione, che corrisponde alla Luna dei Tarocchi, è il processo della profonda auto-analisi e del profondo disgusto di sé. La polvera calcinata, che rappresenta le caratteristiche più solide e durevoli nascoste sotto la superficie dell'uomo, viene dissolta nell'acqua mercuriale. Le predisposizoni nascoste dell'alchimista, i suoi pregiudizi, gusti, schemi e gli automatismi profondamente radicati di azione e reazione, sono dissolti grazie all'opera del "mercurio" cioè della visione intelligente della propria essenza interiore. La difficoltà del processo sta nel trovare il vero mercurio filosofico, la vera visione interiore, che reca con sé il pericolo di collassi mentali, terrore, disperazione, illusioni, auto-inganni.
L'acqua di soluzione , dicono gli alchimisti, è amara e Jung, tracciando un parallelo tra Alchimia e psicoanalisi, afferma: "è amaro in verità scoprire dietro i propri nobili ideali delle convinzioni ristrette e fanatiche, e per questo ancora più care, e dietro le proprie pretese eroiche null'altro che rozzo egoismo, bramosia e compiacimento. Tuttavia, questo doloroso correttivo è una misura inevitabile in ogni processo terapeutico."

Per approfondimenti, vedi:

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/alchimia-1-introduzione-ai-motivi.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/alchimia-2-la-luna-in-alchimia-e-gli.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/alchimia-3-alchimia-e-scienze-occulte.html


Esoterismo (19) La Teoria dei Quattro Elementi e la Pietra Filosofale



L'Alchimia si basa sul concetto che l'Universo è un'unità. L'Alchimista trova il principio dell'unità e dell'ordine in una sostanza chiamata "Materia Prima" che resta immutata attraverso tutte le diversità. La Materia Prima è la "possibilità di una materia". Può essere descritta solo in termini contradditori: non possiede qualità o proprietà ma nello stesso tempo possiede tutte le qualità e le proprietà in quanto racchiude, latente in sé, la possibilità di tutte le cose. La Materia Prima è ciò che resta quando si strappano via tutte le caratteristiche particolari ad una determinata sostanza.
Gli Alchimisti erano condotti a questa credenza perché credevano alla "Teoria dei Quattro Elementi", sviluppata da Empedocle, Platone e Aristotele. Secondo tale teoria, l'Universo venne edificato da un Dio o Demiurgo che creò la Materia Prima, o la trovò già in esistenza, la modellò e le diede vita. I Quattro Elementi - Fuoco, Aria, Acqua, Terra -  furono le modificazioni iniziali della Materia Prima. Ciascuno di questi Elementi combina due delle quattro qualità primarie che esistono in tutte le cose (caldo, freddo, umido, secco). Il Fuoco è caldo e secco, l'Aria calda e umida, l'Acqua fredda e umida, la Terra fredda e secca. Ogni cosa è formata da Quattro Elementi, e le differenze tra gli oggetti derivano dalle diverse proporzioni in cui si combinano gli elementi costitutivi.
Se si alterano le qualità di un Elemento, questo si trasforma in un altro: per esempio, il Fuoco perde il suo calore diventando freddo e secco, e si trasforma in Terra (la cenere); quando l'Acqua viene riscaldata si trasforma in Aria.
Questa teoria è essenziale all'Alchimia perché ammette la possibilità delle trasmutazioni. L'oro è una mescolanza dei Quattro Elementi in una certa proporzione. Anche gli altri metalli sono mescolanze degli stessi elementi. Cambiando le proporzioni dell'amalgama - riscaldando e raffreddando, disseccando e liquefacendo - i metalli vili possono essere trasformati in oro.
Gli occultisti moderni credono ancora alla Teoria dei Quattro Elementi: "l'Universo venne creato da Quattro Elementi: Fuoco, Aria, Acqua, Terra, nell'ordine dato, ciascuno derivante dal suo predecessore e tutti animati a turno dalla Parola alitata su di essi al momento della Creazione" (Pavitt)

Nota di Lunaria: anche per l'islam allah ha creato gli jinn ed Iblis partendo dal fuoco. Vedi il mio approfondimento; https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/magia-nera-iblis-e-black-metalla-scena.html
e per ebrei e cristiani "lo spirito di dio [lo spirito è analogo all'aria] aleggiava sulle acque".

Tuttavia nell'occultismo moderno i Quattro Elementi sono i quattro stati in cui può esistere l'energia. Il Fuoco rappresenta l'Elettricità, l'Aria lo stato gassoso, l'Acqua lo stato liquido, la Terra lo stato solido. Tutte le cose esistono nell'una o nell'altra di queste condizioni, o in un insieme di esse, ed è possibile passare da una condizione all'altra.
 
Sembra che l'Alchimia ebbe come "precedenti" le leghe di rame e di argento che venivano create in Egitto dagli artigiani, e che avevano la parvenza di oro. La convinzione che la Natura potesse essere imitata divenne una delle teorie fondamentali dell'Alchimia riassunta nella massima: "L'Opera più naturale e perfetta sta nel creare ciò che è simile a se medesimo"
L'oro era considerato perfetto perché rispetto ad altri metalli erano meno attaccato dall'invecchiamento e dalla corrosione. Quando un Alchimista cercava di mutare un metallo in oro era convinto di liberarlo dalle sue impurità e di portarlo ad uno stato più alto.
Per gli Alchimisti, i metalli erano "vivi": crescevano nel grembo della terra come un bambino che cresce nel grembo della madre. In un manuale tedesco sui metalli, stampato nel 1505, si legge: "Nell'unione del mercurio e dello zolfo nel minerale, lo zolfo si comporta come il seme maschile ed il mercurio come quello femminile nel concepimento e nella nascita di un bambino."

Il supremo obiettivo dell'Alchimista era la fabbricazione della Pietra Filosofale, che si pensava avesse il potere di trasformare ogni cosa in oro. J.B. van Helmont, chimico del diciassettesimo secolo e inventore del termine gas, descrisse la Pietra nel suo libro "De Vita Eterna": "Io ho veduto e maneggiato più di una volta la Pietra dei Filosofi. In colore era simile a polvere di zafferano, ma pesante e lucente, come minutissimi frammenti di vetro. In un'occasione me ne venne data la quarta parte di un grano, vale a dire un seicentesimo di oncia (circa 0,05 grammi) [...] avendo fatta fondere questa in un forte fuoco, trovai otto once meno undici grani dell'oro più fino."
Helvetius, un'autorità in medicina ma scettico sull'Alchimia, nel 1666 venne visitato da uno straniero che gli mostrò tre piccoli frammenti della Pietra "ciascuno della grandezza di una nocciola, trasparenti, di un colore zolfo pallido". Helvetius incapsulò un frammento di Pietra in cera e la riscaldò in un crogiuolo con mezza oncia di piombo. Dubitava che sarebbe accaduto qualcosa, ma in meno di un quarto d'ora tutto il piombo si trasformò in oro.

Gli Alchimisti sono più misteriosi ed ermetici parlando di Pietra; secondo quanto dicono, la Pietra è qualcosa che esiste dovunque in Natura ma è considerata senza valore. è composta di sostanza animale, vegetale e minerale; ha un corpo, ha un'anima e uno spirito; cresce dalla carne e dal sangue; è fatta di fuoco e acqua. è una pietra, ma non è una pietra, sconosciuta eppure nota a tutti, disprezzata eppure incredibilmente preziosa, proveniente da Dio ma non proveniente da Dio. Le istruzioni per fabbricarla sono nascoste dietro codici simbolici di diverso tipo, come questa: "Da un uomo e una donna forma un circolo, poi un quadrato, poi un triangolo, e finalmente un cerchio. Otterrai così la Pietra Filosofale"

Gli Alchimisti avvolgevano i loro procedimenti in veli di mistero che spesso confondevano altri alchimisti perché tali procedimenti erano mistici oltre che chimici. L'Alchimia è spesso considerata un preludio, piuttosto insulso, della chimica, ma questo è solo il lato meno interessante. La Pietra non si limitava a trasformare i metalli vili in oro. Rappresentava anche la trasformazione dell'uomo da uno stato di impurità terrestre ad uno stato celeste di perfezione. Alcuni Alchimisti disprezzavano chi cercava la Pietra solo per brama di ricchezze. Tuttavia molti di coloro che si affaticavano tra forni e alambicchi credevano che la Pietra potesse essere fabbricata solo da chi avesse raggiunto una comprensione profonda dei più riposti segreti dell'Universo, che non potevano essere trasmessi con un linguaggio comune; era possibile comunicarli solo con simbolismi e allegorie.

Nota di Lunaria: aggiungo qui un approfondimento sull'Alchimia nel Cinquecento e sulla Pietra Filosofale  https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/alchimia-magia-e-astrologia-nel.html
e nel contesto indù



LA PIETRA FILOSOFALE E L'ALBERO COSMICO NELLA MITOLOGIA INDUISTA

Nota di Lunaria: il merito per questo scritto va a un ragazzo di Gujarat che mi ha tradotto questa immagine 




con la traduzione dei singoli nomi, sono riuscita a risalire ai significati mitologici e simbolici ^-^

Ed è stato davvero provvidenziale, perché così ho potuto scoprire collegamenti interessantissimi soprattutto sull'Albero e sulla Pietra

Ecco qui le spiegazioni :)


Gayatri è la forma femminile di Gaayatra, un termine che significa "inno o canzone" in sanscrito.


 È la consorte di Brahma. Lui la sposò quando la sua prima consorte, Saraswati,


era in ritardo per il yajna (sacrificio rituale del fuoco). Gayatri è la personificazione del Gayatri mantra, la Madre di tutti i Veda.

Unisce tutti gli attributi di Brahman, tra cui passato, presente e futuro e i tre regni dell'esistenza. I cinque visi di Gayatri rappresentano la terra, l'acqua, l'aria, il fuoco e il cielo.



La Brahmastra, l'arma del Dio Brahma è considerata l'arma letale per eccellenza; non può essere fermata da nessun'altra arma. Si può ottenerla solo meditando su Brahma, e per evocarla è necessaria una formula magica. è la spada dell'ordine e della giustizia. 
La potenza della Brahmastra è così devastante da provocare gravi danni pure all’ambiente circostante, portando alla morte e alla sterilizzazione ogni forma di vita, che staziona nei pressi della zona colpita. Questa particolarità dell’arma ha suscitato l’interesse dei complottisti squilibrati, secondo cui essa sarebbe in realtà una bomba nucleare, adoperata dagli antichi indiani.


Vedi anche qui: http://enumaelish60.blogspot.it/2014/12/brahmastra.html

La Pietra Filosofale nell'induismo è chiamata Cintamani o Paras/Parasmani. è legata soprattutto a Vishnu e Ganesha.

Jnaneshwar (1275-1296) scrisse un commentario alla Pietra Paras, dicendo che trasformava i metalli in oro.
In Europa la Pietra Filosofale era una sostanza alchemica leggendaria, creduta capace di trasformare i metalli in oro; poteva far ringiovanire e rendere immortali.
 

Kamadhenu è la Dea Mucca nell'Induismo. La Madre di tutte le mucche. è la Dea dell'abbondanza.
 

Ne avevo parlato qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/norvegia-2-la-mitologia-norrena-in.html

Condivide il simbolismo di Mucca Primordiale sia con Hathor che con la norrena Auðhumla (detta anche Auðumla o Auðhumbla): nella mitologia norrena, è la grande mucca che nutrì il gigante primordiale Ymir. Auðhumla nacque, come Ymir, dalla brina di Ginnungagap, brina che si sciolse per l'incontro tra le correnti gelide di Niflheimr e quelle calde di Múspellsheimr. Dalle sue mammelle scorrevano quattro fiumi di latte.

Per sfamarsi, Auðhumla cominciò a leccare degli scogli gelati, che sapevano di sale. Nel primo giorno in cui li leccò da questi scogli emersero i capelli d'un uomo, nel secondo giorno la testa, e nel terzo tutta una persona. Questi, la prima creatura in forma umana, fu Búri, che generò Borr; Borr si unì quindi alla gigantessa Bestla, da cui nacquero i primi Dèi: Odino, Víli e Vé.
 

L'Amrit è il nettare dell'immortalità (simile all'ambrosia greca)

L'idea di calice sacro, di "graal" - difatti - non è neanche un'idea cristiana; ancora una volta, gli induisti hanno il calice Kalasha, che è un simbolo di buona fortuna e di buon auspicio, di fertilità e prosperità



difatti, nell'iconografia indù, è attributo delle Dee; peraltro, ricorda molto la cornucopia, già attributo delle Dee pagane come Rosmerta o della Fortuna.

L'Albero Kalp (Kalpavriksha o Kalpataru) è l'Albero Divino dei desideri e della vita, nella mitologia indù.
 

L'Albero si originò, insieme alla Mucca Kamadhenu, mentre l'Oceano di Latte ribolliva. Il Dio Indra portò questo albero in paradiso. 
L'Albero è protetto da due creature (Kinnara e Kinnari), da Apsara (donne danzanti simili a ninfe) e da altre divinità.

Si pensa che abbia radici fatte di oro, argento, lapislazzuli, corallo, perle e che produca frutti simili a diamanti. La Dea Parvati lo usò per procurare gioia e benessere alla figlia Aranyani, che divenne Vana Devi, la protettrice delle foreste.
In India, diverse specie di alberi dai grossi tronchi come il Ficus benghalensis,
il Cocos nucifera o la Madhuca longifolia vengono indicati come "albero Kalpavriksha".

A Mangaliyawas, in Rajasthan, ci sono due alberi ancora adorati, che vengono considerati Maschio e Femmina.

Il Kalpavriksha veniva abbellito con gioielli appesi ai rami.
Anche nel Buddhismo il Kalpavriksha era venerato. Ci sono alcuni dipinti che lo rappresentavano accanto a una donna, che teneva una coppa in mano; probabilmente si credeva a una divinità protettrice dell'albero.

C'è un'immagine che raffigura Shiva e Parvati accanto all'albero Kalpavriksha: Parvati è inginocchiata, con le mani in alto, in segno di adorazione a Shiva, mentre un getto d'acqua esce dal Kalpavriksha per benedirla.

L'idea di Albero Cosmico è stato presente in quasi tutte le mitologie, dagli Inuit agli Africani, ed è stata, ovviamente, scopiazzata anche nel cattolicesimo, con le varie "madonne" che appaiono sugli alberi o sui roseti. 



sono tutti scopiazzamenti del culto pagano degli alberi... come sa chiunque abbia letto Mircea Eliade o altri libri sul paganesimo...



Esoterismo (18) Abracadabra e i Quadrati Magici


Alcune parole e nomi magici si contraggono o dilatano. L'esempio più noto è "Abracadabra", parola che viene scritta a mo' di triangolo.
Questa parola è così famosa da essere nota a tutti come la più celebre formula magica.
La più antica menzione risale a Quinto Sereno Sammonico, medico dell'imperatore Severo. Fu autore di un poema, molto noto nel Medioevo, nel quale afferma che l'Abracadabra è un'ottima cura per la febbre terzana.
Deve essere scritto su un pezzo di carta, da appendere al collo del paziente per nove giorni, al termine dei quali va gettato, volgendo le spalle, in un fiume che scorra verso Oriente. Il modo più comune di scrivere la parola è:



Quando è appesa al collo del paziente, la febbre scomparirà esattamente come la parola. Se questo incantesimo dovesse fallire, Sereno raccomanda grasso di leone o corallo giallo e smeraldi legati alle pelle di un gatto e portati intorno al collo. Questi rimedi sembrano essere connessi col Sole, infatti il leone e il gallo sono entrambi solari. La connessione deriva dal fatto che il Sole fornisce calore alla Terra e il calore è la caratteristica principale della febbre.

Eliphas Levi parla del "Triangolo magico dei Teosofi pagani". Le sue 11 lettere combinano l'1, cioè l'iniziato, con "tutte le cose".
La prima A è l'Uno, Dio.
AB mostra la fecondazione del Due da parte dell'Uno, dalla quale nascono tutte le cose.
La R "geroglificamente rappresenta l'effusione che nasce dall'unione dei due principi"; secondo il sistema di Levi, la R corrisponde alla Luna dei Tarocchi. Le gocce di sangue che cadono dalla luna sono "l'effusione" che segue la penetrazione del vergine Due (ovviamente questo è un punto di vista androcentrico. Nota di Lunaria)



L'origine dell'Abracadabra è ignoto e i tentativi fatti per tradurlo non sono soddisfacenti. Potrebbe essere connesso con un incantesimo ebraico per guarire le febbri, che dice:

Ab Abr Abra Abrak Abraka
Abrakal Abrakala Abrakal
Abraka Abrak Abra Abr Ab
e il popolo si appellò a Mosè, e Mosè
fece orazione al Signore e il fuoco rientrò sotto terra
Possa dal cielo scendere guarigione per ogni genere
di febbre e calore che consuma per N., figlio di N.
Amen Amen Amen
Selah Selah Selah

Anche questo incantesimo doveva essere legato al collo del paziente.

Un altro incantesimo ebraico riguardante una parola che si contrae, talvolta usato contro le malattie degli occhi è Shabriri Briri Riri Ri. Shabriri è un demone, l'incantesimo ne fa diminuire l'azione malefica cancellandone gradualmente il nome.

In altri casi il mago può far dilatare la parola, per ottenere l'effetto di un potere in costante aumento. Ad esempio, ton rammaton grammaton ragrammaton Tetragrammaton.
Secondo la "Chiave di Salomone" il mago nel corso dei rituali deve indossare una corona di carta bianca su cui è scritto Agla Aglai Aglata Aglatai.
 
Parole o frasi palindrome, cioè che lette nei due sensi hanno lo stesso significato, sono importantissime in magia. Un palindromo è dotato di forza inconsueta perché rimane più decisamente "se stesso" delle parole ordinarie, che perdono senso se lette al contrario.

Ad esempio:



se scrivete questo su un foglietto di pergamena, ponendolo poi sul sommo della testa, gli spiriti vi riveleranno segretamente la verità su ogni cosa passata, presente, futura. Il quadrato resta lo stesso, sia che lo si legga da destra o da sinistra, dal basso o dall'alto, ed è questo che gli conferisce potere magico. L'esempio è preso da "La Magia Sacra di Abramelin il Mago", libro che influenzò Crowley. Il manoscritto è in francese, venne composto nel 18° secolo ma è datato 1458 e pretende di essere una traduzione di un originale ebraico. Il nucleo della dottrina di Abramelin sta nella nozione che l'universo è popolato da angeli o demoni. Tutti i fenomeni del mondo sono causati da demoni, che agiscono sotto le direttive degli angeli. La Natura dell'uomo è a metà strada tra l'angelica e la demoniaca e ciascuno di noi è sotto la sorveglianza di un angelo custode e di un diavolo. L'autore del testo afferma che gli iniziati alla "Magia di Luce" possono dirigere e comandare i demoni. Questo si può ottenere mediante forza di volontà, purezza, ascetismo, nonché con l'uso di parole disposte in quadrati magici scritte su una pergamena. Con questi quadrati il mago può acquisire ogni conoscenza o sapienza, l'amore di chi desidera e tutti i tesori nascosti, o rendersi invisibili, volare cambiando forma, far comparire spiriti, creare uno zombie riportando in vita un cadavere, curare malattie, cambiare aspetto fisico, causare odio e guerre.

I Quadrati di Abramelin sono limitati a causa della circostanza che in ogni lingua esistono pochi vocabili che possiedono i requisiti per andarli a comporre. Le parole dei Quadrati rappresentano in via generale l'effetto che dovrà essere prodotto e si tratta semplicemente di definizioni ebraiche o di diversi sinonimi, dei risultati cui il quadrato si applica.
Alcuni dei Quadrati però non rispettano la regola di potersi leggere in tutti i sensi.

Quadrato che serve per volare nell'aria in forma di corvo:




"Rolor" può derivare dall'ebraico "rol", muoversi in fretta.

Quadrato per conquistare l'amore di una fanciulla promessa in sposa ad un altro:



 Ma il più famoso dei Quadrati Magici è questo:



Venne trovato sui frammenti di stucco provenienti dal muro di un'antica villa romana. Lo si rinvenne anche inciso su antichi boccali e bibbie del periodo carolingio; si pensava che servisse anche a scoprire le streghe o che servisse a proteggere il latte dalla stregoneria o preservasse dalle coliche, contro le pestilenze o dal malocchio. Come il nome AGLA, la formula SATOR si riteneva avesse il potere di spegnere un incendio se incisa sul legno e gettata tra le fiamme.
Un manoscritto affermava che mediante questo Quadrato si poteva ottenere tutto ciò che si volesse: "Scrivi queste parole su pergamena col sangue di un piccione e stringile nella mano sinistra e chiedi ciò che vuoi, e lo avrai. Fiat."

Sono stati fatti tentativi per tradurre il Quadrato; una versione dice: "Arepo, il seminatore (Sator), trattiene (Tenet) le ruote (Rotas) del suo lavoro (Opera)"; un'altra versione lo interpreta come "Il Creatore Sator, muovendosi lentamente (Arepo), serba (Tenet) la sua Creazione (Opera) come vortici (Rotas)". Forse si tratta di un incantesimo cristiano formato da un anagramma delle parole Pater Noster più le lettere A e O, Alpha e Omega, tutto ripetuto due volte.

I Quadrati Magici composti da numeri hanno avuto un ruolo meno rilevante di quelli formati con le lettere. I Cabalisti credono che ogni pianeta ha il suo Quadrato Magico, che può essere usato per attirare i suoi influssi.

Ecco i due Quadrati di Saturno e Giove:





Ciascun numero deve apparire una sola volta. Addizionando sia le righe che le colonne e le diagonali si deve ottenere lo stesso totale. Il Quadrato di Saturno è il più antico Quadrato Magico riconosciuto. Il Quadrato del Sole comprende i numeri da 1 a 36 (sei serie di 6 cifre) e se si sommano tutti i numeri che lo compongono si ottiene 666. Da ciò deriva che la "Bestia" dell'Apocalisse è un aspetto del Sole o della forza vitale. è un impulso selvaggio, che spinge tutte le creature a procreare, sopravvivere, dominare il proprio ambiente.

Nota di Lunaria: vedi anche questo approfondimento sulla magia islamica, il Sihr https://intervistemetal.blogspot.com/2017/07/magia-nera-iblis-e-black-metalla-scena.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/marocco-litolatria-gioielli-magici-mano.html