Psello ed Eriugena

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Psello pubblicò due scritti dedicati alla discesa e all'ascesa rispetto a Dio da cui tutto proviene: "Dottrina varia" e "Soluzioni brevi di questioni fisiche". Psello parte da influssi neoplatonici, esattamente come altri pagani (Plotino, Porfirio, Giamblico, Proclo) e cristiani (Dionigi, Massimo). Secondo Psello, i due mondi estremi (quello divino, del Dio ineffabile, degli angeli e della razionalità delle menti umane, e il mondo naturale, considerato dall'ottica aristotelica e neoplatonica) si incontrano nell'essere umano, che funge da essere intermedio: è parte della materia (che lo induce al Male, cioè ad un allontanamento dal mondo divino) ma può anche percorrere la via del ritorno a Dio. Psello credeva anche alla fine del mondo, non eterno, ma che ebbe un inizio. Questa accentuazione della continuità tra pensiero classico pagano e cristianesimo sarà una costante anche di Giovanni Italo (1020-1085), che però sarà condannato per "insegnamento filopagano".

Infine, Gemisto Pletone, in pieno Rinascimento, tratterà sia Platone sia Aristotele, nei loro rispettivi meriti, alla luce della nuova cultura umanistica rinascimentale.

Eriugena aveva come riferimento la Bibbia oltre che i commenti di Agostino, Basilio di Cesarea, Gregorio di Nissa e Dionigi. Probabilmente la sua passione per Platone e Origene gli causò accuse di eresia. Ad ogni modo, a differenza di altri, Eriugena preferiva la ragione all'autorità, perché secondo lui la ragione era posseduta per natura, mentre l'autorità si presentava "nel tempo"; fu molto impegnato nel tentare di spiegare razionalmente i postulati del cristianesimo: dalla creazione agli angeli, dalla Trinità al peccato, dall'incarnazione di Cristo alla vita dopo la morte, dalla resurrezione finale dei corpi alla dannazione eterna. 

Il Dio ineffabile di Eriugena è il Dio neoplatonico e dionisiano (la "natura non creata che crea") ed è la Natura, dall'altra parte questa Natura è tutto quello che da questa "forma" discende, ovvero l'insieme delle Idee o prototipi, identificato con il Logos o Figlio da cui discende il Mondo naturale e materiale (la natura creata che non crea).

Questo movimento di discesa, di divisione della natura intesa come totalità del reale, Dio, Logos, Mondo, viene chiamato da Eriugena "divisione", ispirandosi alla tesi platonica delle due vie della dialettica: quella della divisione e quella dell'unificazione.

Alla divisione che ha portato all'emanazione" della realtà (angelica, celeste, terrestre) dalla sua forma divina originaria (quindi ineffabile e inconoscibile); a tutto questo corrisponde un processo inverso, il ritorno del molteplice nel divino; questa discesa dal divino e il ritorno ad esso sono temi tipici del platonismo e del neoplatonismo pagani e nelle loro varianti cristiane. Eriugena innesta idee bibliche cristianizzando il processo neoplatonico, e quindi l'essere umano originario è immateriale e asessuato, con il peccato diventò sessuato, suddiviso in due sessi, il passaggio dal mondo delle Idee a quello materiale è opera dello Spirito Santo e via dicendo. Curiosamente, Eriugena (influenzato da Origene) non credeva ad un inferno con pene eterne corporali, ma credeva che il supplizio fosse solo spirituale e consistesse nel desiderio (mai più soddisfatto) di piaceri terreni, impedendosi la contemplazione di Dio, che secondo Eriugena consisteva nel massimo della beatitudine. 

La "natura" era per Eriugena la totalità delle cose, sia di quelle che sono sia di quelle che non sono. Usò anche il termine "physis", introducendo "la divisione a coppie". La natura attraverso la differenza si divide nelle specie sopraindicate: natura increata (a sua volta divisa in due, che crea e che non crea) e natura creata (divisa in due: che crea e che non crea). Per evitare il pericolo di interpretazione panteista del suo pensiero, Eriugena fa ricorso alle due teologie di Dionigi l'Aeropagita: quella negativa e quella affermativa. Ciò che si afferma della natura come increata e che crea, cioè di Dio, non può in alcun modo definirne l'essenza. La teologia affermativa, quella che attribuisce qualità a Dio, deve lasciare il posto alla teologia negativa. Dio non è pensabile, definibile, esprimibile e nessuna delle dieci categorie aristoteliche può essergli assegnata (Nota di Lunaria: sì, come no. Talmente tanto non definibile e non esprimibile che gli hanno appioppato la virilità e lo hanno immaginato vero maschio carnale in terra e vero Dio Padre lassù nei Cieli...)

Per Eriugena né noi né gli angeli possiamo comprendere la superessenza di Dio, che si manifesta nelle teofanie (apparizioni di Dio) ma che non permettono di coglierne l'essenza. Le teofanie avvengono tramite il Figli di Dio (cioè un maschio, appunto. Nota di Lunaria) o Mondo delle Idee (prototipi in greco, modelli delle cose che ancora non ci sono) che costituisce la natura creata che crea e si differenzia dal Dio sopraessenziale o ànarkos (senza principio). 

Nasce il problema sul rapporto Padre-Figlio (ma certo; tanto la Madre non è mai fregato a nessun cristiano di considerarla "nel mezzo della Trinità" Nota di Lunaria): se solo il Padre non ha principio, è increato, e il Figlio identificato con la Sapienza, è creato ("natura creata che crea") come si può dire che fra i due c'è co-eternità?

Eriugena tenta di salvare la priorità del Padre e la co-eternità con il Figlio e lo Spirito Santo incorrendo nel pericolo di panteismo e sostenendo la tesi tipica del cristianesimo orientale, delle tre sostanze in una sola essenza: l'Ingenerato (Padre), il Generato (Figlio) e il Procedente (Spirito Santo): tre sostanze che procedono simultaneamente dalla e nella stessa essenza, senza soluzione di continuità temporale (il tempo non c'è ancora) (manco la donna, se per questo. Nella sovrastruttura concettuale cristiana dei concetti usati per definire il loro Dio, la donna  come essenza\sostanza divina non compare manco di striscio. Nota di Lunaria)

Vediamo ora al concetto che ci interessa, a pagina 219:

Per Eriugena, nelle idee o prototipi immateriali c'è anche l'uomo, asessuato: non c'è ancora la divisione in sessi, impensabile per uno "spirito". (seeeh, vabbè. Nota di Lunaria). Per Eriugena l'uomo viene "creato due volte": la prima come essere spirituale, universale, asessuato, la seconda come essere corporeo, individuale, sessuato.

Questa caduta dell'uomo spirituale è all'origine del mondo: ha inizio così il mondo e con esso il tempo. L'umanità, con la caduta, si è differenziata nei due sessi, maschile e femminile, e che per questa sua centralità sarà destinataria dell'opera di "richiamo" effettuata da Dio tramite il Figlio che si incarna e assume un sesso, quello maschile, in questa incarnazione (Nota di Lunaria: E CERTO! Dei due sessi, "Dio doveva per forza essere solo maschio")

Eriugena riprende la tesi di Filone secondo cui l'intelletto è maschio e la sensazione femmina (Nota di Lunaria: i tizi antichi hanno proprio rotto con questa misoginia filosofica) Afferma che Cristo, dopo la resurrezione, non è più maschio perché non è più corpo umano come era stato prima di morire. "Non fu nel sesso corporeo ma semplicemente nella forma umana asessuata, spirituale che egli risuscitò da morto. In lui ora non c'è né maschio né femmina anche se fu nel sesso maschile che nacque da una Vergine e che soffrì e che apparve ai suoi discepoli dopo la sua resurrezione in modo che la loro fede nella resurrezione potesse essere confermata. Essi infatti non avevano pienamente ricevuto lo Spirito Santo che insegnasse loro tutte le cose."

Per Eriugena avverrà la deificazione (1) e il ritorno sarà compiuto: l'umanità e la natura intera perverranno al "piano superessenziale" e saranno trasformate nello stesso Dio e saranno in lui e con lui solo. La trascendenza assoluta di Dio a volte, per Eriugena, si trasforma in immanenza assoluta: tutto è in Dio, lui è in tutto, tutto procede da lui ma esiste in lui.

(1) Nota di Lunaria: Paolo spiega questo ai Romani quando dice: "Poiché voi non avete ricevuto lo spirito di servitù per ricader nella paura; ma avete ricevuto lo spirito d’adozione, per il quale gridiamo: Abba! Padre! Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio; e se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui, affinché siamo anche glorificati con lui" (Romani 8:15-17)

Altri versetti che si riferiscono ad una sorta di divinizzazione sono questi:  [In Paradiso] "vedremo Dio come Egli è" (1 Gv 3, 2) e lo "conosceremo come siamo conosciuti" (1 Cor 13, 12), Dio sarà "tutto in tutti" (1 Cor 15, 28). 

Ma, come si vede, tutto il pensiero paolino, già partendo dal linguaggio, è androcentrico: zero inclusione del femminile in Dio, zero riferimenti a donne divinizzate (figlioli, eredi, coeredi tutti maschi glorificati nel maschio Cristo...)

Va già meglio, nella "mitigazione" di questo androcentrismo cristiano divino esasperante, con un paio di mistiche delle quali aggiungo degli stralci che ho trovato qui:


tanto per dare un'idea del pensiero della mistica Marie de Sainte-Therèse (1623-1677) in riferimento all'unione mistica dell'anima con Dio e con Maria.

"Gustando Dio gusto anche Maria, come se ella fosse un'unica cosa con Dio, da lui indistinta, Dio e Maria sembrano per l'anima un unico oggetto (...) Mi può sembrare di abbracciare Maria in una fusione del mio essere con Lei, e insieme, con Dio"

Ovviamente anche Marie de Sainte-Therèse parte dal presupposto che Maria è una creatura ma perfettamente unita a Dio per generazione del Figlio nella propria carne.

Pensiero analogo è quello di Maria Maddalena de' Pazzi: 

"In Maria è tutto Dio, perché essendo in Lei un persona della Santissima Trinità di conseguenza vi sono anche le altre, perché Dio è tre quanto a persone, uno nell'essenza. (...) In Maria è chiuso Dio stesso"

Questo è il massimo dell'inclusione del Femminile in Dio che troverete nel pensiero cristiano, peraltro solo cattolico (col cavolo che nella teologia cristiana non cattolica ci trovate il Femminile, manco le briciole di femminilità includono nei loro predicozzi e sermoni protestanti, calvinisti, evangelici...).


Nota di Lunaria: adesso mettiamo la prova (pagina che fotografai nel 2014) prima che qualcuno dica che me lo sono inventata io che per il cristiano Eriugena Cristo non era più maschio: 



APPROFONDIMENTO: PANTEISMO E PANENTEISMO

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La massima aspirazione dell'uomo è quella di diventare Dio (Nota di Lunaria: già, e infatti Dio ha sempre forma maschile, ovviamente). Con questo termine si intende un ente supremo in cui sono realizzati i massimi valori: unum, verum, bonum, pulcrum.

Queste proprietà furono scoperte dagli Scolastici medievali e applicate a tutti gli enti in modi diversi. 

Nel concetto di Dio, sono le proprietà dello stesso, così perfetto che non si può concepirne uno superiore.

Il "bonum est quod omnia appetunt", un realtà di tale natura che soddisfa pienamente la volontà di ogni essere ragionevole senza implicarne il possesso. Si tratta della caratteristica fondamentale della divinità. L'altro attributo è il bello che è caratteristico di tutta la mistica greco-ortodossa, denominata filocalia: "Pulchrum dicitur id cuius ipsa apprehensio placet" (San Tommaso d'Aquino), il bello è lo splendore del bene che soddisfa ogni aspirazione di ogni essere pensante, nel suo aspetto cognitivo-estetico.

Due sono state le tendenze dell'umanità nei confronti di Dio: il panteismo e il panenteismo. Il panteismo è la dottrina per la quale Dio coincide con tutto quanto esiste: nulla esiste né può esistere al di fuori dell'Assoluto. Il panenteismo significa che tutto è in Dio e nulla esiste al di fuori di lui. Il termine è ambivalente perché può essere interpretato panteisticamente (gli effetti si distinguono dalla Causa prima, ma ne derivano necessariamente) ma può anche intendere una dottrina creazionistica per cui tutto deriva da Dio (ex nihilo sui et ex nihilo obiecti) ma non può essere conservato nell'esistenza senza il continuo intervento di Dio.

Dio esiste sempre "psicologicamente" anche se non esistesse: un esempio è quello di Feuerbach: è l'uomo che crea Dio, perché l'uomo è infinito nel desiderare, ma finito nel realizzare perciò mediante pensieri e sogni attua le sue aspirazioni immaginando che Dio esista; la divinità è la realizzazione compiuta di tutti i desideri umani.

La Tanatologia ha il preciso scopo di conciliare l'uomo con il suo evento ineluttabile della morte: Renan ha scritto "Vorrei essere sicuro che esista un inferno perché preferisco l'ipotesi dell'inferno a quella del nulla". Per Marcuse, se la vita si avvicinasse alla soddisfazione tanto più l'istinto di morte diminuirebbe fino a cessare.

La tentazione di Adamo è quella di mangiare il frutto proibito perché lo renderà simile a Dio: Adamo crede al serpente e viene punito.

Tuttavia l'aspirazione dell'uomo a diventare Dio viene espressa anche positivamente nel Vangelo e in Sant'Agostino: "Rispose loro Gesù: Non è forse scritto nella vostra legge: Io ho detto: Voi siete Dei? Ora se essa ha chiamato Dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata) a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: tu bestemmi perché ho detto sono Figlio di Dio?" 



La misoginia di Filone

No, non ho ancora finito di trascrivere la misoginia dei pensatori del giudaismo\rabbini... ci sono ancora un paio di cose che devo trascrivere... i commenti di certi rabbini del medioevo che parlavano della donna "creata dallo sterco"... e metterò anche le foto delle pagine... 

Qualcuno dirà che "ma Lunaria, ma sono nomi di rabbini che nessuno, a parte te, conosce! Nessuno nel 2021 conosce questa roba!!!"

Vero. Infatti è tutta roba misconosciuta che conoscono in 4 gatti. Ma io andrò avanti in ugual modo a fare post su argomenti di nicchia per quattro gatti. (tipo questo: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/01/salgado-acao-integralista-brasileira-e.html)

Lascio che siano "le social influencer che contano" a trattare sciocchezze ininfluenti come i manifesti pubblicitari spiritosi con le cameriere sexy (consenzienti e pagate per la loro immagine a scopo pubblicitario), chiedendo a viva voce di censurarli, portando acqua al mulino del puritanesimo\monoteismo

(e non rendendosene neanche conto che quelli che vogliono le femmine struccate, pelose e coperte sono proprio i monoteisti in questione, quindi l'essenza stessa del patriarcato)

Per cui andrò avanti a sviscerare la misoginia dei rabbini del medioevo, tizio caio e sempronio, e non frega proprio niente se sarò l'unica, in tutta Italia, a conoscerli giacché "ma Lunaria, ma i commenti esegetici dei rabbini del medioevo solo tu li leggi!".

Iniziamo da Filone, una mia vecchia conoscenza, ormai dal 2012, ma che non avevo mai trascritto. 

Ben più importanti di lui, nel senso "più conosciuti e più citati", ci sono aristotele-tommaso d'aquino-agostino; filone pur essendo stato un misogino famoso nella sua epoca storica, non ha goduto del "culto della personalità" una volta che è schiattato, culto di idolatria che invece hanno avuto e hanno ancora gli altri tre misogini (serviti, riveriti e considerati divini dai loro numerosissimi idolatri, anche nel 2021) Perciò, prima mi sono concentrata su quelli più influenti, lasciando "i filone" per ultimi...

Qui trovate i suoi commenti alla genesi: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/01/mondo-delle-idee-logos-e-creazione-nel.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2021/01/gli-aiutanti-di-dio-nella-creazione.html

Avrei potuto trascrivere anche un secondo commento a Filone, ma ho lasciato perdere... magari lo riprenderò tra qualche mese. 

Per il momento, la sintesi della sua misoginia la trovate in questo scritto che solo io "mi sono fatta lo sbattimento di trascrivere". Le altre chiocciano inviperite se tizia si veste\viene pagata per vestirsi da cameriera sexy 

(ignorando che ci sono dozzine di maschi con la passione del Femdom e del travestimento da sissy che si travestono da cameriere sexy... 

così come ci sono dozzine di maschi che posano come modelli e sex symbol 


pure in versione "non borghese" per attizzare le "alternative"


senza che nessuno parli di "sfruttamento" dato che il sex appeal e la voglia di piacere a tizio o a tizia non è "sfruttamento": trattasi di normalissima pulsione umana a piacere anche per piacersi e viceversa, meccanismi psico-fisici messi in atto da Madre Natura per invogliare al sesso e quindi alla riproduzione della specie umana... e, ancora una volta, sono le religioni patriarcali tipo cristianesimo e buddismo a disprezzare la libido e l'eros, essendo ideologie totalmente ascetiche e che inneggiano alla rinuncia dei piaceri materiali!!!)

Ah già, ma la gloria e il successo va a tutte le altre, quelle che si indignano per le cameriere sexy, chiedendo censure per immagini innocue e portando acqua al mulino dell'ideologia patriarcale monoteista... eh, la gloria e il successo non va di certo a quella morigerata fissista matusalemma anacronistica Lunaria che ammuffisce sui libri... non è trendy, non è social, non è hashtaggata, non crea le mode, non viene citata, quotata, considerata dalle altre, come certe reginette incontrastate dall'attivismo social, eh?!

Sì, sì, indignatevi pure per la cameriera sexy. E continuate pure ad ignorare e a non citare LE VERE RADICI DELLA MISOGINIA, OVVEROSSIA ARISTOTELE, IL MONOTEISMO TUTTO E I VARI FILONE CHE COSTELLANO LA STORIA DELL'UMANITà DA MILLENNI.

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LA DONNA E (è) IL MALE

Filone fu una delle figure più importanti del I secolo. Fu molto influente nella comunità ebraica di Alessandria.

Come si manifesta il Male negli esseri umani? 

Filone usa il racconto della genesi della creazione della donna (formata da una costola di Adamo). 

Per Filone le storie della genesi non sono miti, ma modi per rendere visibili i prototipi, concetti, idee, che si richiamano all'interpretazione allegorica. In tale contesto, il giardino dell'Eden sarebbe la parte razionale dell'anima; l'Albero della Vita rimanda alla pietà verso Dio, l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male simboleggia la prudenza con la quale si valutano gli opposti, il serpente rimanda al piacere, la donna-Eva, per Filone, sarebbe la sensazione lusingata dal piacere mentre l'uomo-Adamo è l'intelletto che viene sottomesso dalle sensazioni voluttuose, scegliendo il Male.

Quindi Filone ripropone lo stesso schema sessista e gerarchico che eleva il maschio e infanga la donna: "Ora, le sue imposture e i suoi inganni il piacere [cioè il serpente tentatore] non osa infliggerli all'uomo, ma li infligge alla donna e attraverso lei all'uomo, secondo un criterio ben preciso e aderente alla natura

In effetti, dentro di noi l'intelletto svolge il ruolo di uomo, la sensazione il ruolo della donna.  Il piacere incontra prima la sensazione e con esse entra in contatto, ed è per il loro tramite che trae in inganno l'intelletto sovrano".

Insomma, per Filone l'uomo rappresenta l'intelletto sovrano, la donna rappresenta le lusinghe dei sensi, istigate dal piacere sessuale (che è rappresentato dal serpente) e quando l'uomo-intelletto sovrano "cede" alle lusinghe-femmine commette il male...

Anche commentando la vicenda dei Nephilim (i giganti, nati dall'unione fra gli angeli, i figli di Dio, come vengono chiamati, e le donne, le "figlie degli uomini"...) Filone si dimostra misogino: infatti riprende la tesi dei maschi buoni e delle femmine cattive... i maschi buoni ingravidano le donne facendo nascere i maschi giusti; i maschi ingiusti, cioè quelli non virili ma femminei, danno origine alle femmine.

Il primato dell'anima sul corpo, quindi del maschio sulla femmina, ricorre in tutte le interpretazioni di Filone. In "Le allegorie delle leggi", Filone commenta ed interpreta tutti gli episodi biblici: per esempio, quando Adamo ed Eva, subito dopo aver commesso il peccato, si nascondono, Dio chiama Adamo chiedendogli "Dove sei?". Filone commenta che "Dio non chiama la donna. Come mai? Perché, essendo priva di ragione, non può prendere coscienza di sé". Solo Adamo sarebbe l'intelletto, quindi Dio può porre domande solo a lui.  Eva è la sensazione, e alla sensazione non si fanno domande.

METTIAMO LE PROVE, PRIMA CHE QUALCHE FEMMINISTUCOLA DA SOCIAL NETWORK, COSì TRENDY, COSì INSTAGRAMMATA, COSì TIKTOKKATA, COSì TWITTATA, COSì RICONDIVISA E COSì LIKEATA DA MIGLIAIA DI FOLLOWERS, SI METTA A CINGUETTARE CHE "W FILONE, IL PRIMO FEMMINISTA DELLA STORIA! è STATO FILONE A CONCEDERE TUTTI I DIRITTI ALLE DONNE, Sì, Sì, Sì! è STATO IL MONOTEISMO, è STATO IL CRISTIANESIMO, è STATA LA BIBBIA A PORTARE TUTTI I DIRITTI PER NOI DONNE!" CON LEGIONI DI FOLLOWERS CHE BATTONO LE MANINE E METTONO LIKE... 

METTIAMO LE PROVE, PRIMA CHE QUALCHE CRISTIANUCOLO SBOTTI DICENDO CHE "NON è VERO NIENTE, TE LO SEI INVENTATA TU! NON HAI MAI LETTO I LIBRI! SONO TUTTE CALUNNIE CHE TI STAI INVENTANDO CONTRO IL CRISTIANESIMO!"

METTIAMO LE PROVE, PER DIMOSTRARE A QUESTI PERSONAGGI CHE IO, I LIBRI, LI LEGGO, E SO CITARE CON PRECISIONE TUTTO QUANTO APPRENDO:







Il Corsaro Nero!

Avevo già recensito "La Regina dei Caraibi"

https://intervistemetal.blogspot.com/2020/10/emilio-salgari.html 

"La Rosa del Dong Giang" https://intervistemetal.blogspot.com/2022/04/salgari-la-rosa-del-dong-giang.html "Le Tigri di Mompracem" https://intervistemetal.blogspot.com/2022/07/le-tigri-di-mompracem-di-salgari.html

e trattato un po' il romanzo d'avventura https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/conrad-hodgson-il-romanzo-rosa.html

Una storia della Pirateria: https://intervistemetal.blogspot.com/2022/09/storia-della-pirateria.html

e le leggende a tinte horror: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/05/le-navi-fantasma.html

Mi è dispiaciuto molto leggere di quanto Salgari sia stato sfortunato nella vita... ha avuto solo sfortune e dispiaceri... ;(

Mi è capitato più volte di vedere bellissime edizioni (per bambini e non solo) dei romanzi più famosi di Salgari, e certe illustrazioni sono una gioia per gli occhi. (https://intervistemetal.blogspot.com/2022/05/salgari-le-splendide-copertine.html)

Finito "Il Corsaro Nero", mi piacerebbe leggere i capolavori legati al ciclo dei Pirati della Malesia... https://intervistemetal.blogspot.com/2024/03/salgari-i-pirati-della-malesia.html Qui trovate "I Misteri della Jungla Nera" https://intervistemetal.blogspot.com/2021/09/i-misteri-della-jungla-nera-di-salgari.html e "Jolanda, la Figlia del Corsaro Nero" https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/jolanda-la-figlia-del-corsaro-nero-di.html

Ecco qui gli stralci più belli tratti da "Il Corsaro Nero":

Nota bene: Nel "Corsaro Nero", in certi stralci, ci sono persino delle descrizioni quasi gotiche e spettrali... peccato che Salgari non abbia mai scritto un romanzo horror! Se quando "inseriva atmosfere terrifiche solo di striscio" era così avvincente, chissà che capolavoro del Terrore avrebbe sfornato, se si fosse dedicato anche a questo genere!


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"Un uomo era sceso allora dal ponte di comando e si dirigeva verso di loro, con una mano appoggiata al calcio d'una pistola che gli pendeva dalla cintola. Era vestito completamente di nero e con una eleganza che non era abituale fra i filibustieri del grande golfo del Messico, uomini che si accontentavano di un paio di calzoni e d'una camicia, e che curavano più le loro armi che gli indumenti. Portava una ricca casacca di seta nera, adorna di pizzi d'egual colore, con i risvolti di pelle egualmente nera; calzoni pure di seta nera, stretti da una larga fascia frangiata; alti stivali alla scudiera e sul capo un gran cappello di feltro adorno di una lunga piuma nera che gli scendeva fino alle spalle. Anche l'aspetto di quell'uomo aveva, come il vestito, qualche cosa di funebre, con quel volto pallido, quasi marmoreo, che spiccava stranamente fra le nere trine del colletto e le larghe tese del cappello, adorno d'una barba corta, nera, tagliata alla nazzarena ed un po' arricciata. Aveva però i lineamenti bellissimi: un naso regolare, due labbra piccole e rosse come il corallo, una fronte ampia solcata da una leggera ruga che dava a quel volto un non so che di malinconico, due occhi poi neri come carboni, d'un taglio perfetto, dalle ciglia lunghe, vividi e animati da un lampo tale che in certi momenti doveva sgomentare anche i più intrepidi filibustieri di tutto il golfo. La sua statura alta, slanciata, il suo portamento elegante, le sue mani aristocratiche, lo facevano conoscere, anche a prima vista, per un uomo d'alta condizione sociale e soprattutto per un uomo abituato al comando."


"Il Corsaro rimase in quella posa per alcuni minuti, durante i quali il marinaio del canotto lo udì singhiozzare, poi balzò in piedi come se si fosse vergognato di quell'atto di debolezza. La tremenda emozione che lo aveva preso, era completamente scomparsa; il viso era tranquillo, la fronte serena, il colorito non più marmoreo di prima, ma lo sguardo era animato da un lampo così tetro che metteva paura. "


"La foresta si rizzava dinanzi a loro, tenebrosa come un'immensa caverna. Tronchi d'ogni forma e dimensione, si slanciavano in alto, sostenenti foglie smisurate, le quali impedivano assolutamente di scorgere la volta stellata. Festoni di liane cadevano dappertutto, intrecciandosi in mille guisa, salendo e scendendo dai tronchi delle palme e correndo da destra a sinistra, mentre al suolo strisciavano, attortigliate le une alle altre, radici smisurate, le quali ostacolavano non poco la marcia dei tre filibustieri (...) dei vaghi bagliori, come di grossi punti luminosi, che proiettavano ad intervalli dei veri sprazzi di luce, correvano in mezzo a quelle migliaia e migliaia di tronchi, danzando ora a livello del suolo ed ora in mezzo al fogliame. Si spegnevano bruscamente, poi si riaccendevano e formavano delle vere onde luminose d'una incomparabile bellezza, che avevano qualche cosa di fantastico. Erano le grosse lucciole dell'America meridionale (...)"


"Cominciava ad albeggiare. Le tenebre fuggivano rapidamente, cacciate dalla rosea luce che invadeva il cielo, e che si distendeva anche sotto gli alberi giganti della foresta."


"Da quindici forche, innalzate in semicerchio dinanzi ad un palazzo sul quale ondeggiava la bandiera spagnola, pendevano quindici cadaveri umani. Erano tutti scalzi, con le vesti a brandelli, eccettuato uno che indossava un costume color del fuoco e che calzava alti stivali da mare. Sopra quelle quindici forche, numerosi gruppi di zopilotes e di urubu, piccoli avvoltoi dalle penne tutte nere, incaricati della pulizia delle città dell'America centrale, pareva che non attendessero che la putrefazione di quei disgraziati per gettarsi su quelle povere carni."


"Perdonate, signora", disse [il Corsaro Nero] guardando la giovane fiamminga. "Perdonate se io mi sono mostrato molto preoccupato durante il pasto e v'abbia fatto pessima compagnia, ma quando cala la notte, una cupa tristezza piomba sovente sulla mia anima ed il mio pensiero scende nei baratri del Gran Golfo e vola nei nebbiosi paesi che si bagnano nel mare del Nord. Che cosa volete? Vi sono tanti tetri ricordi che tormentano il mio cuore ed il mio cervello! (...) Guardate l'abito che indosso e pensate al nome che io porto. Tutto ciò non ha qualche cosa di funebre, signora?"


"Ebbene, perché v'interrompete?", chiese egli.

"Non oso", rispose ella, esitando.

"Forse che io vi faccio paura, signora?"

"No, ma..."

Poi alzandosi gli chiese bruscamente: "è vero che voi evocate i morti?"

(...) Il Corsaro Nero, immobile innanzi alla finestra, con le braccia incrociate come era sua abitudine, continuava a guardare il mare senza far un moto e senza pronunciare una parola. (...) "Mi chiedevo", rispose con voce lugubre,  "se è possibile che i morti, sepolti in fondo al mare, possano abbandonare i profondi baratri dove riposano e salire alla superficie." 


"Mentre le onde si formavano rapidamente, assumendo un aspetto pauroso. Pareva che il fondo del mare ribollisse, poiché si vedevano formarsi alla superficie come dei gorghi spumeggianti, mentre sprazzi d'acqua si alzavano impetuosamente a forma di colonne liquide, le quali poi ricadevano con grande fracasso. La nuvola nera intanto saliva rapida, invadendo il cielo, intercettando completamente la luce crepuscolare, e le tenebre piombavano sul mare tempestoso, tingendo i flutti d'un colore quasi nero, come se a quelle acque si fossero mescolati torrenti di bitume. (...) Il mare era diventato orrendo. Le onde, alte come montagne, correvano da levante a ponente, rovesciandosi le une addosso alle altre con cupi muggiti e con scrosci formidabili, schizzando in alo cortine di spuma fosforescente."


"Orribili scene si presentavano ad ogni passo, dinanzi ai loro occhi. Vi erano mucchi di morti dovunque, orribilmente deformati da colpi di sciabola e di spada, o con le braccia tronche o con i petti squarciati o con il cranio spaccato, orrende ferite dalle quali sfuggivano ancora getti di sangue che correvano giù per gli spalti o per le gradinate delle casematte, formando delle pozze esalanti acri odori. (...)  Di quando in quando, in mezzo a quei cadaveri, s'alzava un gemito e qualche ferito, rimuovendo a grande stento i vicini, mostrava il suo volto pallido, o lordo di sangue, chiedendo con voce fioca un sorso d'acqua."


"In quell'istante un lampo abbagliante ruppe la profonda oscurità che regnava sul mare, seguito da un lontano rullio.  A quell'improvvisa luce, che aveva mostrate le adorabili sembianze della giovane fiamminga, un grido era sfuggito dalle labbra del catalano. "Lei!... La figlia di Wan Guld qui!... Gran Dio!..." Il Corsaro, che stava per precipitarsi incontro alla duchessa, si era arrestato, poi volgendosi impetuosamente verso il catalano che guardava la giovane con due occhi smarriti, gli chiese con un tono di voce che pareva più nulla avesse di umano: "Hai detto?... Parla... o t'uccido!..." (...) Per alcuni istanti un profondo silenzio regnò sul ponte della nave, rotto solo dai cupi muggiti delle onde. (...) Tutti presentavano una tremenda tragedia. (...) "Ho giurato, la notte che io solcavo queste acque, portando con me il cadavere del Corsaro Rosso.  Sia maledetta quella notte fatale che mi uccide la donna che amavo!..." (...) Un brivido di superstizioso terrore aveva fatto vibrare le membra dell'equipaggio. Tutti gli occhi si erano volti verso il mare, che scintillava come la notte in cui il Corsaro aveva pronunciato il terribile giuramento, credendo di veder sorgere tra i flutti tempestosi i cadaveri dei due Corsari che erano colà stati sepolti negli abissi."


"Ma non sapete, voi dunque, che io ho giurato di sterminare tutti coloro che avrebbero avuto la sfortuna di appartenere alla famiglia del mio mortale nemico? Io l'ho giurato la notte in cui abbandonavo fra le onde il cadavere del mio terzo fratello spento da vostro padre, e Dio, il mare, i miei uomini sono stati testimoni di quel fatale giuramento, che ora costerà la vita alla sola fanciulla che io abbia amata, perché voi... signora... morrete!"


"Il mare scintillava allora come se getti di bronzo fuso o di zolfo liquido scorressero sotto le onde, mentre sul fosco orizzonte gravido di nubi balenava di tratto in tratto qualche lampo. "Guardate", disse il Corsaro con maggior esaltazione.  "Il mare scintilla, come la notte che ho lasciato cadere nel seno di questi flutti i cadaveri dei miei fratelli, le vittime di vostro padre. Essi sono là, mi spiano, guardano la mia nave... vedo i loro occhi fissi su di me... chiedono vendetta... vedo i loro cadaveri oscillare fra le onde, perché sono tornati a galla e vogliono che io adempia al mio giuramento... Fratelli! Sì... sarete vendicati... ma io ho amata questa donna... vegliate su di lei... io l'ho amata!... Io l'ho amata!" Uno scoppio di pianto aveva spenta la sua voce, che in quel momento pareva quella d'un pazzo o d'un delirante. Si era curvato sulla finestra e guardava le onde che s'accavallavano, muggendo sordamente. Forse nella sua disperazione gli sembrava veder emergere i corpi scheletriti del Corsaro Rosso e del Corsaro Verde. (...) Quell'equipaggio, formato di uomini fieri quanto il loro capo, che avevano combattuto cento battaglie con un coraggio disperato, in quel supremo momento si sentivano come inchiodati sulle tavole del vascello, da un terrore invincibile. (...) Avevano appena terminato, quando si vide uscire dal quadro la giovane fiamminga. Era ancora vestita di bianco ed aveva i biondi capelli sciolti sulle spalle. All'equipaggio parve un fantasma.

La giovane (...) si volse verso poppa guardando il Corsaro, la cui nera figura spiccava sinistramente sul fondo del cielo illuminato da vividi lampi. (...) Soffiava forte il vento allora e nella profondità del cielo guizzavano vividi lampi, mentre allo scrosciare delle onde si univa il rombo dei tuoni."

(...) Intanto la scialuppa [con a bordo Honorata, la donna amata dal Corsaro Nero] s'allontanava sempre. La si vedeva spiccare come un grosso punto nero sulle onde che la fosforescenza ed i lampi rendevano scintillanti. Ora si alzava sulle creste, ora spariva negli abissi, poi ritornava a mostrarsi come se un essere misterioso la proteggesse. Per alcuni minuti ancora la si poté scorgere, poi scomparve sul tenebroso orizzonte, che dense nubi, nere come se fossero sature d'inchiostro, avvolgevano."

Ed ecco le illustrazioni più belle:



























































P.s Non così diffuso rispetto ad altri personaggi maschili più sfruttati nella Narrativa Rosa, comunque sì, nel genere Historical Romance c'è anche un mini-sottogenere che propone il pirata come "sex symbol". 

Ne ho visti un paio, corredati da copertine che avrebbero fatto applaudire Salgari, anche se non sono stata lì a comprarli, avendo già una tonnellata di altri romanzi Rosa da finire :P

Devo dire però che l'ambientazione sexy-marinara su velieri, al chiaro di luna e col mare in tempesta, non mi dispiace...