Intervista a Sinoath\Malauriu

1) Sinoath: avete esordito con il demo "Forged in Blood" (1991) e il full lenght "Research" (nel 1995) è curioso anche il vostro logo e il vostro monicker… 

Prima di focalizzarci sullo split con Malauriu, volete ripercorrere, con dettagli e aneddoti, quello che è stato il vostro percorso musicale dal 1991 ad oggi? Tra l'altro di voi ho conservato la recensione che apparve su "Hammer of Damnation" nel 1993 dove il recensore vi definiva "one of the good italian bands I've heard"!

Penso siate stati tra le prime band italiane estreme a "circolare" su quel genere di fanzine!

Francesco: Ciao, Luna. Per correttezza bisogna segnalare, prima del full del 1995, il secondo demo "Still In The Grey Dying" del 1993 (che fu successivamente ristampato in cd nel 1995). Considera poi che ogni lavoro dei Sinoath è stato realizzato sempre dopo un cambio di line-up (una costante che continua ancora oggi). Il mio primo ingresso in line up avvenne dopo la realizzazione del primo demo e prima che venisse realizzato il secondo, in un momento in cui sostituì l'allora uscente Fabio Lipera al basso e mentre la band intensificava la sua attività live. La mia permanenza durò circa un anno. Prima della reunion del 2014 i Sinoath realizzarono altri lavori (vedi il full "Under The Ashes"del 2007). Dal 1991 ad oggi, in termini prettamente musicali, i Sinoath, nati prevalentemente come death/black/doom metal band, hanno abbracciato nel tempo sonorità gothic doom/dark wave (come nel caso di "Research"), e in tempi più recenti hanno strizzato l'occhio alla NWOBHM di prima maniera, al prog rock anni '70 e in generale a sonorità più sperimentali. Il filo conduttore, a prescindere dai vari stili attraversati, resta sempre comunque invariato. Che sia metal o altro, il "mood" di base è sempre quello di produrre musica oscura e dai tratti esistenzialisti. Ultimamente abbiamo sentito l'esigenza di tornare a suoni più sporchi, veloci e grezzi (vedi il brano presente nello split con i Malauriu). Il logo della band fu realizzato da Rob Messina, che oltre ad essere chitarrista e co-fondatore storico dei Sinoath, è sempre stato un eccellente disegnatore e pittore. Per quanto riguarda il nome invece, fu una intuizione del batterista Salvatore Fichera, che insieme a Rob Cannavò della Nosferatu Rec., lo individuarono, a livello puramente fonetico, nella voce rovesciata che apre l'album "Hell Awaits" degli Slayer. Una fantasia dunque, che adattata all'inglese dava i termini "Sin" e "Oath".

Mi ricordo della zine Hammer of Damnation. Penso che l'esser definiti in quel modo sia senza dubbio merito del demo "Forged in Blood", che incontrò il favore di molti recensori e che ancora oggi, dopo tanti anni, viene ancora definito uno dei migliori demo tapes prodotti in Italia nell'area del metal estremo. Si, i Sinoath del primo periodo erano spesso presenti in molte fanzines. Ognuno di noi (e mi riferisco a quando ero presente io) aveva la sua bella e fitta corrispondenza con bands e zines. Erano anni di grande fermento in questo senso, e di realtà italiane interessanti ce ne stavano parecchie.  


2) Per curiosità: come mai avete dedicato un album ai misteri orfici con "Orphic Rites", il vostro album più recente (2023)?

Francesco: In verità "Orphic Rites" è una raccolta di brani che i Sinoath avevano nel cassetto. Delle rehearsal tapes registrate live in sala che, per un motivo o per un'altro, non hanno mai trovato collocazione negli ultimi albums ufficiali (come ad esempio "Anamnesis" del 2018). Ci piaceva l'idea di mettere insieme questo materiale registrato in maniera grezza. Un po' come si faceva nei primi anni 90.

Per quanto riguarda il titolo, diciamo che è un omaggio al nostro essere Mediterraneo. Amiamo la mitologia Greca. Anche la copertina è parecchio indicativa. Ad ogni modo non credo possa essere definito un album nel senso più comune del termine. Diciamo più una raccolta di inediti "unrealeased". L'ultimo album vero e proprio è "Ballads for the Will 'O The Wisp" del 2023, lavoro che continua la fase prog/sperimentale iniziata con "Portraits of Personal Darkness" nel 2020.  

 

3) Malauriu è un termine preso dal dialetto siculo che dovrebbe significare "cattivo presagio, malaugurio". Avete esordito nel 2014 con "Presagi di Morte" e con il full lenght "Semper ad Mortem Cogitantes" nel 2017. Mi piace molto questa scelta del latino… il latino rimanda sempre alla morte, al sacro, al liturgico, al vetusto… il Black Metal, poi, ha conferito al latino un'aura tenebrosa, blasfema e sacrilega.   Dando uno sguardo alle copertine e ai titoli sembra che siano in particolar modo le ossa ad ispirarvi… qui dove sto io (non proprio nella mia città, ma in quelle circostanti) è rimasto qualche piccolo ossario.

Leggevo proprio in questi giorni un libro dedicato all'arte macabra degli ossari e mi ha colpito la riflessione sulle ossa: le ossa ci disturbano meno del cadavere in avanzato stato di putrefazione, ma a differenza dei cadaveri, le ossa sono tutte uguali, asettiche, "anonime e senza espressione\l'ossario non ha spazio per l'individualità", per citare il libro...

Schizoid: Negli anni abbiamo sperimentato diverse transizioni linguistiche: dal dialetto siciliano all’italiano, dal latino all’inglese. Nelle ultime release ha prevalso l’inglese, ma sto lavorando a un nuovo EP in dialetto siculo, a distanza di dieci anni dall’ultimo. Per il nostro prossimo lavoro, Scuru, ho scelto il dialetto per il titolo, affascinato dal suo suono evocativo, e ho affidato l'outro a un passo recitato in modo magistrale da Sinistro (Miseria / Skeletal Gore), anche questo in dialetto.

L'uso del latino, tuttavia, rimane una componente importante della nostra musica. Colgo inoltre l’occasione per rendere omaggio a Mario "The Black" Di Donato, recentemente scomparso, un pioniere italiano che ha ispirato molte band, tra cui noi, con il suo utilizzo innovativo del latino. La scelta della lingua, per noi, è strettamente legata al sound del momento e all'atmosfera che vogliamo trasmettere.

La morte è una presenza costante nella nostra esistenza, soprattutto nel sud Italia, dove è rappresentata in modo potente e spesso macabro: dai Cristi martoriati alle processioni funebri, fino ai cimiteri monumentali e alle cripte. Le ossa, in particolare, sono diventate una mia ossessione durante i “necro tour” che ho intrapreso in Italia e all'estero. La visita a cripte e ossari, dove le ossa sono trasformate in composizioni artistiche straordinarie, ha lasciato un'impronta profonda sulla mia visione artistica. Luoghi come la cripta dei Cappuccini a Roma o l’ossario di Sedlec vicino a Praga sono un connubio unico di arte e morte. Queste esperienze non solo hanno ispirato testi e riff, ma hanno anche dato vita a un side project che ho chiamato Ossario.

Francesco: Da che ho memoria ho sempre avuto un debole per l'arte cimiteriale, e naturalmente gli ossari non sono da meno. Ne apprezzo sia l'aspetto esistenzialista che quello prettamente artistico in termini di realizzazione. In più hanno anche la funzione di ricordarmi che sono di passaggio e automaticamente mi porta ad apprezzare la vita e a viverla nella sua pienezza. A sorvolare sulle cose inutili e a concentrarmi invece su quelle concrete. Interessante la citazione che fai, e trovo che abbia il suo giusto senso. Questo, alla fine, ci riporta ancora una volta tutti sullo stesso piano di temporalità. Con tutte le nostre fragilità e i nostri limiti. In contrapposizione a questa visione prettamente Occidentale, sono anche uno che crede nel "dopo". In quanto Siciliano, e per tradizione cresciuto con l'idea del ricordo dei defunti, con i suoi riti e le sue credenze, l'aver coltivato negli anni anche il mio lato orientale, convivo con questo contrasto interiore di una fine, che per quanto l'idea sia atavicamente spaventosa, del tutto fine non è. Sono intuitivamente attratto dall'idea di un cammino dell'anima verso altre dimensioni. Queste mio modo di vedere le cose non può che riflettersi anche nelle mie scelte artistiche. Il Black metal, come il doom o il dark ambient, che ritengo tra i sottogeneri del metal intimamente più catartici, ben sanno interpretare, a mio parere, questo tipo di sensazioni. 


4) E ora veniamo allo split Sinoath\Malauriu! Come è nata l'idea di questo sodalizio? Che significato ha "la doppia immagine di copertina" dello split album? Nella "versione Malauriu" vediamo "una grotta di Lourdes", mentre nella "versione Sinoath", avete scelto "Whetting the Scythe" di Käthe Kollwitz (pittrice e scultrice che non conoscevo) dove vediamo questo personaggio (contadino?) dall'espressione inquietante... Cosa vi ha spinto a scegliere quest'opera? Tra l'altro vi ringrazio perché è stato proprio per merito della vostra copertina che sono andata a cercare notizie su questa pittrice a me sconosciuta... 


Musicalmente, ho apprezzato quei dettagli (vocals sussurrate e riverberate in "Scuru", e l'intermezzo pianistico di "Chanson Sicilienne" di Frontini in "Symphony of the Scythe" che si alternano alla classica struttura Black Metal, con una cadenza quasi Doom) che hanno caratterizzato i due pezzi proposti. Tra l'altro e lo dico da grande fan degli Abysmal Grief!, si sente eccome la presenza di Regen Graves che avete ospitato come "special guest"! Lo split è dedicato alla memoria di Massimo Chiofalo (1970-2024), che ha suonato in "Meanders of Doom" (2015)...

Schizoid: L’idea di questo split è nata grazie a Wally Ache. Francesco Cucinotta mi ha proposto l’idea, sviluppata da Wally, e ho accettato subito. Ho sempre avuto un debole per gli split, specialmente con band della mia regione che apprezzo profondamente.

La copertina del nostro lato è nata per puro caso. Ho trovato online una vecchia cartolina raffigurante un sito religioso della mia città e l’ho acquistata. Inizialmente volevo usarla per un album in lavorazione, ma l'ho trovata perfetta per questo split. Curiosamente, il fratello di mio nonno fu l'artista che scavò quella grotta e la realizzò. Sebbene legata a una religiosità cristiana, quella location mi ha sempre affascinato per il suo mix di misticismo e inquietudine, con le scritte "PENITENZA PENITENZA PENITENZA" e le armi belliche della Seconda Guerra Mondiale dedicate ai caduti.

Dal punto di vista musicale, avevo in mente un riff doom da tempo, e questa occasione mi ha spinto a completarlo con Marbas. In una sola giornata abbiamo creato tutta la parte strumentale. Il nostro contributo è un tributo all'occult metal italiano, e ho subito pensato agli Abysmal Grief, una delle mie band preferite. Dopo aver ascoltato una demo del brano, hanno accettato di collaborare: Regen Graves ha fatto un lavoro straordinario alle tastiere. Spero di collaborare ancora con loro in futuro, magari per un EP.

Francesco: La mia collaborazione con Schizoid e i Malauriu è inziata ormai più di dieci anni fa, ed è nata in maniera molto semplice e naturale. Senza fare alcun tipo di programma. Ci siamo probabilmente attratti per via della visione comune che abbiamo di molte cose, in primis sul versante musicale. Nel tempo, confrontandoci, la nostra sintonia è cresciuta in favore di un discorso artistico più ampio che non abbracciasse solo ed esclusivamente il metal estremo. Questo ha portato a lavori diametralmente diversi come l'omonimo album del 2022, nato con la complicità di Nequam dei The Magick Way ai testi e alla voce. Circa la copertina dello split, la scelta del dipinto di Käthe Kollwitz è venuta a Salvatore Fichera. Concordavamo entrambi sul fatto che non volessimo qualcosa che, nonostante il tema trattato, ricalcasse l'immaginario ormai stereotipato di molte produzioni metal che trattano il tema della morte. Niente di violento. A quello ci pensa la musica. Come veste grafica una sensazione visiva opposta, più sobria ma comunque sempre oscura, pensavamo desse il giusto equilibrato contrasto. La scelta di inserire un breve partitura della "Chanson Sicilienne" di Frontini è stata dettata più dall'intuito che dalla ragione. Sono quei lampi che ti colpiscono e che non sai spiegare del tutto, e forse non occorre. Durante la realizzazione del brano è purtroppo venuto a mancare l'amico Massimo Chiofalo, chitarrista che con noi suonò nell'ep "Meanders of Doom". Dedicargli questo brano è il minimo che potessimo fare. Un modo per rendergli umanamente omaggio e ringrazialo. 


5) A proposito, vedo con piacere che avete collaborato anche con À Répit, per lo split "Teschi Ossa Morte", oltre che Vultur e Inféren. Gli À Répit li ho intervistati qualche anno fa. (https://intervistemetal.blogspot.com/2021/03/a-repit-alpine-black-metal.html) Amate molto le collaborazioni perché stando a quanto Metal Archives riporta di voi, avete realizzato anche uno split album con Malvento e Abigail nel 2021 e con diverse altre band. Da cosa è nata la volontà di collaborare con Abigail, band molto prolifica tra EP, split e live? Come mai la scelta di coverizzare un pezzo dei Nerorgasmo?Siete legati per ascolti alla scena Hardcore Punk italiana o avete scelto quel pezzo per altri motivi? E con che band, italiane e\o straniere, vi piacerebbe collaborare, ma per un qualche motivo, non è stato (o non sarebbe) ancora possibile?

Schizoid: Tra i tanti volti di Malauriu, quello che spicca è il lato black metal punk. Quando abbiamo lavorato allo split con Malvento, ho deciso di coinvolgere anche gli Abigail per unire queste due collaborazioni in un unico lavoro. Avevo già contatti con gli Abigail dal 2015, e avevamo parlato più volte di realizzare uno split. Non cerco mai collaborazioni per visibilità o scelte strategiche: preferisco lavorare con band che mi piacciono davvero. Lo split ha ricevuto un’ottima accoglienza, con tre edizioni su CD e una su cassetta.

Per quanto riguarda la cover dei Nerorgasmo, il punk è stato il mio primo approccio alle sonorità estreme e fa ancora parte della mia vita. Ascolto molto punk e vado spesso ai concerti di band come Discharge o UK Subs. I Nerorgasmo, con i loro testi nichilisti e il sound tagliente, incarnano un’attitudine che cerco sempre di trasmettere.

Collaborare con artisti, sia underground che più conosciuti, è sempre gratificante. In futuro mi piacerebbe lavorare con i Nunslaughter, ma per ora non siamo riusciti a trovare il momento giusto.


6) Per curiosità, ma dal vostro punto di vista come si spiega che, rispetto ad altre regioni italiane, il Black Metal ha attecchito soprattutto in Sicilia, sviluppandosi con peculiarità sonore personali (penso all'uso del dialetto, e a quanto Inchiuvatu sia un nome fondamentale) e spesso anche "avanguardistiche" (ho in mente La Caruta di Li Dei, che furono tra i primi gruppi dei quali ricordo di aver letto le recensioni, visto che avevo appena iniziato a sentire Metal estremo quando loro esordivano con "Mediterraneo Atto I"...) tanto che hanno conferito a questo tipo di Black Metal un'impronta e un timbro unici e riconoscibili al primo ascolto... Tra l'altro tra i miei preferiti in assoluto ci sono gli Art Inferno, altra band a cui sono legata per ricordi di quel tempo... Avendo studiato un po' di folklore, so che certi culti pagani legati al Fuoco o alla fertilità del raccolto in Sud Italia non sono mai stati dimenticati... sono stati "cristianizzati" ma sempre vivi e presenti, così come la magia Benedicaria. Che sia anche questo una "concausa" che contribuisce ad invogliare a suonare Black Metal in Sicilia, e un tipo di Black Metal così legato a certe origini folkloristiche?

Schizoid: Le ragioni sono molteplici. Come hai sottolineato, la cultura siciliana è permeata da elementi folkloristici, religiosi e magici che creano un terreno fertile per il Black Metal. La cristianizzazione di antichi culti pagani e la presenza di rituali come la Benedicaria sono una parte importante del nostro background.

A questo si aggiunge un contrasto sociale molto forte: una religiosità opprimente e una mentalità spesso retrograda hanno spinto molti di noi a esprimere il proprio disagio attraverso il metal estremo, trasformando rabbia e malessere in musica. Anche il clima gioca un ruolo: se i norvegesi trovano ispirazione nel gelo e nelle tormente, noi siamo figli di estati torride, cantine soffocanti e sale prove in campagna, dove sudore e fatica alimentano riff infernali. È un contesto che stimola un sound unico, feroce e viscerale.

Francesco: Probabilmente perché concepiamo alcune correnti musicali/artistiche più come un sentimento che solamente come "un genere" che piace e con cui ci si può cimentare. Credo che molti, anche in altre regioni d'Italia, si approccino con lo stesso identico mood sentimentale e con un senso di ricerca. Ognuno a suo modo e secondo la propria sensibilità e riferendosi ai propri luoghi di appartenenza. Come siciliani possiamo scavare a fondo nelle nostre tradizioni e radici, dove sacro e profano da sempre convivono, e interpretare gli echi di un passato lontano attraverso linguaggi contemporanei. Personalmente tratto determinati argomenti con lo spirito dei vecchi Cantastorie (altra figura importante del nostro folklore), piuttosto che definirmi "Pagano" (termine spesso abusato per questioni di trend) invece che altro. Amo le tradizioni della mia terra, ma mi sento anche di andare oltre e valutare diverse vie di pensiero. 


7) Bene, concludete a vostro piacimento la nostra intervista!

Schizoid: Grazie per questa intervista e per il tempo dedicato. Continuate a supportare Scuru e tutte le nostre release… o morte!  

Francesco: Non posso che concludere ringraziandoti ancora per lo spazio che ci hai dato. Un caro saluto.


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