Margaret Oliphant "La Porta Aperta"

"Feci un salto all'indietro nel primo istante di sorpresa e orrore e urtai duramente contro la stessa ruvida superficie di pietra e gli stessi rovi contro cui ero finito la prima volta. Questo nuovo suono veniva dalla terra... era una voce bassa, lamentosa e disperata, carica di sofferenza e dolore. Il contrasto tra la voce e il grido della civetta era indescrivibile; uno era naturale e selvatico e non faceva male a nessuno, l'altro, pieno di umana sofferenza, raggelava il sangue nelle vene. […] Eravamo molto vicini e la porta vuota si affacciava direttamente sulla tenebra che avvolgeva il mondo. La luce mise in mostra un pezzetto di muro, l'edera che vi si arrampicava formando macchie verde scuro, i cespugli di rovi che si agitavano nel vento e sotto, la porta aperta, una porta che non conduceva a niente."


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