Poesia Sufi

Il sufismo ("Tasawwuf") è il misticismo dell'Islam. Deriva da "suf", "lana ruvida" perché gli asceti musulmani si vestivano così, riunendosi in confraternite (turuq, plurale tariqa) Non sempre venne o è tollerato, perché le manifestazioni estatiche sono ritenute scandalose dall'islam ufficiale.

"Sull'oceano della luce" di Savetbeg Bašagic-Redzepašić

Sull'oceano della luce

una piccola brace scintilla;

quando l'Eterno creò il mondo,

questa brace s'è accesa.

Venti tempeste e uragani

si sono accaniti a spegnerla,

ma lei sempre scintilla,

brillante, come un falò.

Molti spiriti hanno avuto desiderio

di catturarne la fiamma,

ma lei sempre si allontanava,

lasciandosi dietro la propria ombra.

Ai secoli si succedono i secoli,

senza posa periscono gli spiriti,

ma a questa brace sacra 

nessuno ha rapito la scintilla.

E io, errando alla sua ricerca,

sono immerso in dolci sogni;

la bramo, la desidero,

la ammiro e la venero.

Ma il mio desiderio è senza speranza,

poiché mai la toccherò;

chi coglierà questo grande segreto:

donde viene il profumo del fiore?

Sull'oceano della luce

scintilla una brace splendente;

ciascuno si sforza di coglierla,

ma il suo segreto è insondabile.


"Il cuore, specchio del divino" di Ghazali

Si consideri uno specchio ossidato del quale la ruggine copra la superficie, offuschi la chiarezza e impedisca alle nostre immagini di imprimervisi. Di norma uno specchio è suscettibile di ricevere le immagini e di rifletterle tali e quali. Dunque colui che vorrà rimetterlo a nuovo, dovrà assolvere due ardui compiti: strofinare e lucidare (...) [L'uomo] se si sforza di lottare contro se stesso, raggiungerà l'orizzonte degli angeli. Se cedendo agli appetiti persiste a provocare le cause che determinano l'accumulo della ruggine sullo specchio dell'anima, la sua attitudine a riflettere il vero si eclisserà totalmente.

"Per i mistici Dio fa parlare ogni atomo dei cieli e della terra della sua onnipotenza, in maniera tale che essi intendono come tutto proclami la sua santità, canti le sue lodi e confessi la propria impotenza (...) Una conversazione senza restrizioni né limiti, poiché essa consiste in parole che provengono dal mare delle parole di Allah, che è senza limiti..." 


"Un cuore bianco come la neve" di Rumi

"Purificati degli attributi dell'Io, per poter contemplare la tua propria essenza pura, e contempla nel tuo cuore tutte le scienze dei profeti: senza libri, senza professori, senza maestri. Il libro dei sufi non è composto di inchiostro e di lettere; non è nient'altro che un cuore bianco come la neve"


"Quiete"

Sei arrivato ai torrioni del cuore: fermati qui.

Poiché hai visto questa luna, fermati qui.

Hai tanto trascinato i tuoi panni logori 

per ogni dove, per ignoranza: fermati qui.

Una vita è trascorsa, e della grazia di questa luna

tanto e tanto hai sentito parlare: fermati qui.

Rimira questa bellezza, poiché la sua visione

è quella che ti rende invisibile o visibile: fermati qui.

Il latte che scorre nel tuo seno è quello che hai bevuto al seno: fermati qui.


Frequenti negli scritti sufi sono l'accento sulla bontà verso tutti gli esseri, inclusi gli animali e le piante.

Si veda il brano di Rumi "L'ombra dell'albero sconosciuto"

Un giorno un uomo si fermò davanti a un albero. Vide foglie, rami, frutti strani. Domandava a tutti che cos'erano quell'albero e quei frutti. Nessun giardiniere poté rispondere: nessuno ne sapeva il nome né l'origine. L'uomo si disse: "Io non conosco quest'albero, né lo comprendo; so però che da quando l'ho scorto il mio cuore e la mia anima sono divenuti freschi e verdi. Andiamo dunque a metterci sotto la sua ombra."

Frequente, negli scritti sufi, il riferimento al velo: "La morte sarà dunque il sollevamento dei veli che nascondono la Realtà Ultima. Il sonno, fratello della morte, aveva già potuto far presentire all'anima che oltre la realtà apparente esiste un'altra vita. Iddio accoglie le anime al momento della morte: egli riceve pure quelle che dormono senza essere morte"

"L'Angelo del Sonno" di Rumi

Alla preghiera della sera, quando il sonno si corica, la via dei sensi viene sbarrata, e si socchiude la via dell'invisibile. L'angelo del sonno conduce le anime fino alla soglia, come un pastore che vegli sul suo gregge. Nell'al di là dello spazio, nelle praterie dello spirito, quali strane città, quali giardini strani, fa loro vedere; l'anima contempla mille forme, e meravigliosi visi, quando il sonno cancella in lei l'impronta di questo mondo. Si direbbe che l'anima abbia sempre abitato quei paesi, essa non si ricorda di quaggiù, e non prova tristezza. Da tutte le cose materiali per le quali trepidava si è distaccata, in modo che nessun pensiero più la stringe.

Da "La scala dell'essere" di Rumi: "[...] Supera la condizione stessa degli angeli: penetra in questo oceano, affinché la tua goccia d'acqua possa divenire un mare..."

"Teofania" di Rumi

Una luna apparve in cielo, la mattina:

dal cielo discese, e gettò su di me uno sguardo;

come un falcone che ghermisca un uccello nella caccia, quella luna mi rapì e mi trasportò nell'alto dei cieli.

Quando guardai me stesso, non mi vidi più,

poiché in quella luna il mio corpo, per grazia, all'anima si era fatto eguale.

Quando viaggiai nella mia anima, nient'altro vidi che la luna, sinché intero fu rivelato il segreto dell'eterna teofania.

Le nove sfere del cielo erano tutte immerse in quella luna, e in quel mare era nascosta la navicella del mio essere.

Il mare si ruppe in onde, e di nuovo l'intelligenza apparve;

essa lanciò un appello. Così accadde.

Il mare divenne schiuma, e ciascuna delle sue falde

qualcosa prendeva forma, qualcosa si incarnava.

Ogni falda di schiuma corporale, che ricevette un segno da quel mare, subito si fuse, e spirito si fece in quell'Oceano.


"La donna e il cane" di 'Attar

Disse il Profeta: c'era una donna dai costumi depravati, peccatrice, impudica, insudiciata.

Un giorno che attraversava la campagna, scorse sul suo cammino un pozzo al cui bordo un cane ansava per la sete, la lingua penzolante; piena di tenerezza, lei rinunciò a quello che doveva fare.

Fatto un secchio delle scarpe, e corda del mantello, attinse l'acqua e la diede da bere al cane. Nei due mondi la esaltò Iddio, per questa buona azione.

La notte che compii la mia ascesa, io la vidi, bella come la luna, che abitava il paradiso.

Una così grande ricompensa ebbe da Dio una donna depravata, per aver dato da bere a un cane.

Tu, se un solo istante consoli il cuore di un altro, più grande dei due mondi sarà la tua ricompensa.


"L'anima mia è il velo del suo amore" di Hafiz

L'anima mia è il velo del suo amore

il mio occhio è lo specchio della sua grazia;

né davanti alla terra né davanti al firmamento

mi prosternai; ma i suoi favori hanno fatto piegare

uno spirito troppo fiero per abbassarsi.

Quel tempio della venerazione, che nessun peccato,

ma solo lo zefiro può accostare:

chi sono dunque io, per avventurarmici?

E tuttavia ben macchiata è la mia vista:

forse questo ferirà il Purissimo, l'Altissimo?

Egli è passato accanto alla rosa,

ed essa lo ha derubato del suo profumo, del suo colore.

O stella beata che rivelò

il segreto del giorno e della notte:

ai miei occhi, il Suo volto,

alla mia anima, il Suo amore!


"Nessun mortale ti ha potuto vedere" di Hafiz

Nessun mortale ti ha potuto vedere,

mille innamorati, però, hanno desiderio di te;

non v'è usignolo che non sappia

che nel bocciolo dorme la rosa.

La è l'amore, dove lo splendore

viene dal tuo viso: sui muri del monastero,

e sul suolo della taverna:

la stessa fiamma inestinguibile.

Là, dove l'inturbantato asceta,

notte e giorno, celebra Allah,

dove le campane della chiesa chiamano alla preghiera,

dove si trova la croce del Cristo.


Un estratto da 'Iraqi

[...] Sai tu le parole che l'amore mi mormora all'orecchio? "Io sono l'amore: in questo mondo intero non ho affatto dimora. Io sono l''anqa [fenice] dell'Occidente: invisibile io vago. Ho preso il cielo e la terra, con l'occhio e con la fronte: ma non possiedo né arco né freccia, e allora non domandarmi come.  Come il sole io sono rivelato in ogni atomo, e però nella trascendenza della luce abito ignoto.[...]"

Dal Corano, la Sura della Luce, che è la sura più mistica dell'intero libro

Allah è la luce dei cieli e della terra!

La sua luce è paragonabile a una nicchia

in cui si trova una lampada.

La lampada è in un cristallo:

il cristallo è simile ad una stella scintillante.

[...]


Da "I Sensi Spirituali" di Shaykh 'Ali al-Khawas

(...) "Non bisogna biasimare per partito preso la gente che cerca l'estasi nella musica e nella poesia. (...) Gli iniziati arrivano a cogliere quello che dicono il vento che soffia, gli alberi che si piegano, l'acqua che scorre, le mosche che ronzano, le porte che cigolano, il canto degli uccelli, il pizzicar di corde, il fischio del flauto, il sospiro dei malati, il gemito dell'afflitto, e tutto quanto attira la loro attenzione"

"Il mondo è uno specchio" di Mahmud Shabestari

Sappi che il mondo tutt'intero è uno specchio,

e in ogni atomo si trovano cento soli fiammeggianti.

Se tu fendi il cuore di una sola goccia d'acqua,

ne scaturiscono cento puri oceani.

[...] E ciascun punto, nel suo ruotare in cerchio,

è ora un cerchio, ora una circonferenza che gira.


"L'armonia cosmica" di Mahmud Shabestari

[...] "Leva gli occhi e guarda come la volta del più alto cielo attorno ai mondi si distende"


APPROFONDIMENTO: LE DONNE NEL SUFISMO

Sono quattro righe striminzite, ma tant'è. Le trascrivo e le metto a disposizione di tutti quelli che cercano una fonte.

Info tratte da, pagine 108-109

Nel Sufismo istituzionalizzato trovarono posto anche le donne. Vi erano state donne sufi importanti, come Rabi'a al 'adawiyya, una delle maggiori mistiche islamiche. (Nota di Lunaria: l'avevo trovata citata come Rabi'a al Basri, su altre fonti)

Il convento era in questo caso chiamato "Ribat" piuttosto che "Khanaqah". Ad Aleppo ve ne furono ben sette, fondati tra il 1150 e il 1250. Il più grande di Bagdad era quello, notissimo, di Fatima Raziya (1127). 

Nota di Lunaria: segnalo anche Fatima al-Fihriya, che fondò la prima Università a Fez

Il più noto del Cairo era il Ribat AlBaghdadiyya, fatto erigere da una figlia del re azZahir Baibars nel 1285 per la shaikha Zainab ibnat Abi alBarakat, le cui seguaci sono ancora oggi attive a Darb Asfar. 














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Vedi anche https://intervistemetal.blogspot.com/2023/01/sincretismi-islamici-indu.html https://intervistemetal.blogspot.com/2022/11/arte-delle-miniature-persianeturche.html


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