Il Trentino Alto Adige nel Neolitico

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Lo sbarramento morenico della valle dell'Adige presso Marco e della valle del Sarca presso Dro segna un limite oltre il quale è difficile, se non impossibile, trovare tracce della civiltà paleolitica: la zona interna delle Alpi non offriva all'uomo possibilità di vita e solo il graduale ritiro dei ghiacciai diede le promesse per il sorgere di condizioni adatte alla vegetazione e agli esseri viventi.

La stazione neolitica della "busa dell'Adamo" fra Lizzana e Marco e quella della "caverna del Colombo", le scoperte fatte nel pozzo glaciale di Vezzano e nella grotta di Stravino, ci danno della vita dell'uomo primitivo un'immagine che non si è radicalmente modificata dopo la scoperta che singoli gruppi della stessa cultura si sarebbero spinti nel fondo valle atesino fin nei dintorni di Trento, come risulta dagli scavi del riparo di Loc di Romagnano e di Vatte di Zambana o del Doss Trento.

Nelle Alpi non si è trovato finora [il libro è degli anni '50. Nota di Lunaria] nulla che si avvicini alla qualità artistica delle pitture e delle incisioni delle grotte della Spagna o della Francia anche se nel riparo del Gaban presso Trento, sono state rinvenute sculture in pietra e in osso con figure umane.

Il Neolitico nell'Alto Adige ci ha dato pochi reperti dell'Oltradige (Appiano e Caldaro) e della conca di Merano (Quarazze): sepolture ad inumazione con scarsi arredi in pietra e osso; a Quarazze il corpo del defunto era protetto sui lati da due grandi pietre in cui era stato praticato un foro il cui significato, certo cultuale, è ancora ignoto (Nota di Lunaria: un riferimento al grembo materno, come se l'anima del defunto potesse passare, attraverso il buco, nell'aldilà o al ritorno alla vita sulla Terra?)

Per alcuni pare alluda ad un culto solare, mentre alcuni studiosi tedeschi preferiscono chiamarlo Seelenloch per l'antica credenza che l'anima del defunto di tanto in tanto uscisse per il foro dalla tomba.

Sono stati trovati anche diversi Menhir, monoliti di grandi dimensioni, anche con forme antropomorfe: in uno è visibile il seno. (Nota di Lunaria: forse una pietra raffigurante la Dea Madre?)































































































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